La Stazione Leopolda si trova in un'area creata dal nulla, tra le officine e sul sedime ferroviario della linea diretta a Le Piagge ed Empoli.Un sopralluogo organizzato dalla commissione urbanistica comunale ha messo in luce una situazione segnalata più volte dai residenti della zona preoccupati per l'area che si presenta come un cantiere non finito, all'ombra di un cantiere 'infinito' come l'Opera di Firenze, ma soprattutto nascosto all'interno di una "bolla di cemento" che ha come fronthome lo stimato AC Hotel, ma dietro le quinte si perde nella burella che lungo il Fosso Macinante porta verso le Cascine.Miriam Amato di Alternativa Libera ha preso parte al sopralluogo effettuato dalla Commissione Urbanistica alla presenza del Presidente dell’Associazione Leopolda Viva. “Nonostante che l’immagine della Leopolda sia associata al volto più dinamico di Firenze, la realtà è un’altra come testimonia quanto emerso dal sopralluogo di ieri – spiega la consigliera comunale – La zona sta diventando, nonostante le potenzialità, un quartiere dormitorio, privo di aree verdi, in cui la vivibilità è stata dimenticata in fase di progettazione, mentre l’unico spazio verde è recintato.
Tutto è vincolato al fallimento della ditta CEPA spa e alle relative procedure che faranno spazio all’ennesimo palazzone, mentre la natura ha già dato vita ad un area verde alberata che potrebbe rispondere alle esigenze dei residenti”. Non sembrerebbe un'area appena nata. “Si tratta – prosegue Amato – dell’ennesimo quartiere isolato, dove i fondi previsti per le attività rimangono sfitti, con un garage incompiuto che da una parte fa da ostello ai senza tetto e dall’altra si trasforma in bagno a cielo aperto.
Uno stato di profondo abbandono nel cuore del nostro comune, proprio dietro al nuovo Teatro dell’Opera e alla Stazione Leopolda. E al danno, per i cittadini, si aggiunge la beffa: a pochi passi è stata aperto un supermercato, dove non possono neanche fare la spesa, senza incrementare i cassonetti per i rifiuti, che ora sono puntualmente colmi”. “Purtroppo – conclude Amato - non è il primo caso in cui progetti che prevedono anche edilizia convenzionata, si trasformano in soluzioni incomplete e inadeguate.
Il tutto avviene paradossalmente dietro al Teatro dell’Opera e la Stazione Leopolda, e all’interno dei capannoni delle ex officine ferroviarie, vige il degrado, con rifiuti di ogni genere e situazioni di spaccio a cielo aperto a detta dei residenti. Occhio non vede, cuore non duole”.