L’analisi: Marko Pjaca

L’impatto del giovane croato su Firenze non sembra tra i migliori. Sarà l’ambientazione che stenta ad arrivare, anche perché effettivamente il capoluogo toscano è una città particolare, o una preparazione fisica che non aiuta la mente a seguire il corpo oppure una collocazione errata per le potenzialità, non future ma presenti, che lo fa dislocare dal sistema? Comunque in ogni caso Marko Pjaca non esprime ciò che possiede

23 ottobre 2018 20:18
L’analisi: Marko Pjaca
Immagine concessa da violachannel.tv

Osservando i suoi movimenti all’interno del sistema di gioco della Fiorentina si può notare, nitidamente, che il suo compito principale durante queste prime 9 partite sia stato il cosidetto “posizionamento”. Partito dal ruolo di ala destra con compiti prettamente offensivi, ha poi sviluppato un’ulteriore capacità cioè quella degli inserimenti verso il palo più vicino e infine a comportarsi da seconda punta del modulo.

Infatti sul suo unico gol non attacca solo la profondità utilizzando una classica diagonale, si porta pure a metà fra i due pali. L’interesse reale non è per “come sia avvenuta la rete” ma per l’azione tecnico-tattica che offre quel determinato movimento compiuto.

Adesso Pjaca svolge un lavoro aggiuntivo il “ripiegamento difensivo” dove Pioli richiede dal giocatore maggiore intensità: vuole che, oltre alle movenze e posizioni arretrate, metta fiato implementando la resistenza fisica.

Marko esce da un brutto infortunio di cui ancora porta i postumi. Quindi, aspettare che subito esalti la folla fiorentina non procurerà altro che danni (per tutti non esclusivamente per lui). Sbaglia e sbaglierà tanto.

Il mister gigliato ha idee ben chiare: perché se una cosa funziona è perché ci si crede (le grandi squadre impongono il loro gioco). Insomma sta insegnando ai piccoli ad essere grandi. Questa rappresenta la motivazione per cui i viola non ottengono più risultati favorevoli. Oltretutto Pioli ha detto svariate volte che l’obbiettivo stagionale sarebbe migliorare il campionato scorso, perché sa che i giovani vogliono cavalcare il tempo e sa che non esiste verità più vera che il presente. Ecco qua la sua gestione di polso, risoluta e ferma che usa con tutti i ragazzi (ovviamente anche con Pjaca). Ogni giocatore dovrà imparare chiarezza e controllo di sé attraverso la disciplina.

“Oltre al talento ci vuole anche il duro lavoro” (Stefano Pioli)

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