La sessualità, questo eterno tabù

Il 18 aprile alle ore 10.00 Sonia Vita incontra al Liceo Artistico di Porta Romana i genitori per parlare dei disagi degli adolescenti

17 aprile 2015 10:20
La sessualità, questo eterno tabù

La psicopedagogista e sessuologa Sonia Vita, con una ventennale esperienza di lavoro con i giovani, terrà un incontro aperto a tutti i genitori e docenti sul tema: Affettività e sessualità, nell’Aula Magna del Liceo Artistico di Porta Romana.

Laureata in pedagogia a indirizzo psicologico, Sonia Vita, dopo un percorso e una formazione personale di trattamento pratico dell’inconscio, di indirizzo Junghiano, si è specializzata in “consulenza in sessuologia” e “esperto di Educazione Sessuale” presso l’istituto internazionale di sessuologia di Firenze.

Per anni ho collaborato con la Pubblica Istruzione di Prato, facendo incontri nei Nidi e nelle Materne per giovani genitori e insegnanti. Nelle scuole elementari ho condotto incontri sempre con genitori e insegnanti dal titolo “Aiutare a studiare”.

Lavora con gli studenti delle scuole medie inferiori e superiori immergendosi quotidianamente nelle problematiche giovanili, dove le tematiche sono riassumibili in: affettività e sessualità, uso abuso di sostanze, uso abuso della rete, gestione del conflitto, rapporto con genitori e insegnanti, inserimento dei ragazzi diversamente abili, la differenza di genere, il rapporto fra culture diverse e tutto ciò che riguarda la vita dei nostri ragazzi.

Sonia da quanto tempo lavora con i giovani? 

Lavoro con gli studenti, i genitori e gli insegnanti da 20 anni.

Quali sono e come si affrontano i disagi e le difficoltà dei giovani?

In tanti anni di contatto con l’adolescenza, posso dire che le dinamiche che stanno alla base dei disagi dei ragazzi sono sempre le stesse. Come quando si nasce, attraverso un doloroso parto, si viene al mondo. Così in adolescenza, attraverso una serie di esperienze di vita, che non escludono disagi e difficoltà, si diventa adulti. È una spinta che nasce da dentro che porta a sentire il bisogno di separarsi dal “Noi” del nucleo famigliare, per andare a costruire e ad abitare l’ “Io”.

Come ogni separazione si presenta con i suoi imprescindibili segni: “il dolore” e “ l’inevitabilità”. Quando il tempo della gravidanza finisce, si deve nascere. Quando il tempo dell’infanzia finisce si deve diventare adulti attraverso il passaggio dall’adolescenza. La differenza sta nei tempi: la nascita è un passaggio tutto sommato, veloce. L’adolescenza, soprattutto per queste ultime generazioni, è un tempo che si è molto dilatato, inizia prima e pare non debba finire mai.

Ecco che possono essere cambiati i modi di esprimere il disagio, ma l’essenza del disagio è sempre la stessa: separazione - distacco - autonomia. I modi di esprimere il disagio cambiano in base all’epoca storica che stiamo vivendo.

Le tossicodipendenze, i disturbi del comportamento alimentare ne sono un esempio. Il disagio più diffuso oggi si chiama “Apatia”. Una specie di ritiro sociale o “anoressia sociale” come viene definita. In Giappone si chiama Hikikomori: un esercito di giovani che si chiude in una stanza buia e mantiene i suoi rapporti con il mondo solo attraverso la connessione ad internet. Qualche caso di auto-recluso è già anche da noi, ma di sicuro molti giovani (come molti adulti del resto) stanno sostituendo la vita reale con la vita virtuale.

La sfera affettiva e la sessualità come sono vissuti dai giovani? Come sta cambiando il mondo dei giovani sotto questo aspetto?

Da sempre, l’adolescenza è segnata anche dall’inizio delle pulsioni sessuali. Ecco che l’amore, l’amicizia e le relazioni in genere diventano il tema centrale nella vita dei ragazzi. I primi innamoramenti corrisposti o non corrisposti, le prime esperienze, l’amore nella sua eterna ambivalenza di piacere e dolore sono i temi che a scuola affronto più spesso con i ragazzi.

Molte delle domande anonime, che da sempre raccolgo nei gruppi, in 20 anni di esperienza, non sono cambiate. E questo è un dato, secondo me cruciale: il mondo cambia e si evolve, ma la sessualità resta un eterno tabù. E i nostri figli continuano ad essere disinformati su un argomento centrale della vita degli esseri umani. Qualcuno potrebbe obiettare, che è sempre stato così, e che tutte le generazioni si sono attrezzate per fare autonomamente le proprie scoperte.

Questo è vero, ma oggi è subentrato un elemento di forte complessità, che fa la differenza.

I nostri figli sono stimolati continuamente, attraverso i media e i social, da una serie di messaggi erotici, pornografici prevalentemente anaffettivi , che trovando un terreno disinformato, si possono trasformare in comportamenti devianti. Sono sempre di più i genitori che mi consultano perché, dopo aver visto casualmente o volutamente lo smartphone del figlio, restano sconvolti per il tipo di linguaggio usato e per le foto e i video che vengono postati. Inoltre tutto ciò succede sempre più precocemente. Ecco che secondo me, si fa urgente l’inserimento, in tutte le scuole, di percorsi di formazione/informazione che aprano la discussione sui temi emozioni-sentimenti-sessualità.

Io posso testimoniare, che i ragazzi ne sono assetati, hanno voglia e bisogno, non solo di informazioni, ma di discussioni e riflessioni. Adorano parlare di amore, amicizia, emozioni, sentimenti, tradimenti, ma anche di differenza di genere, di omosessualità della famiglia che sta cambiando, delle unioni fra culture diverse. Si fanno domande sul perché della violenza, della pedofilia, sul perché c’è cosi tanta intolleranza alla diversità, qualsiasi tipo di diversità. Io credo che oggi sia questo il tema dei temi: la diversità, e credo che ci sia solo una risposta possibile: riconoscerla e rispettarla. 

La scuola resta l’unico luogo dove queste discussioni possono essere la base per promuovere benessere individuale e collettivo. Per scuola intendo, figli, ma anche genitori e insegnanti. Se una grande risorsa si può ancora intravedere nella scuola è proprio nel suo essere il luogo dove arrivano le storie di tutte le famiglie. Dunque, è il terreno più fertile dove seminare nuovi valori e soprattutto imparare insieme le strategie alternative alla violenza.

Foto gallery
In evidenza