La Cgil chiede il ritiro della liquidazione GKN

Giani: “Spiraglio concreto per la trattativa”. Presentato il ddl antidelocalizzazioni di Pap

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
07 ottobre 2021 23:55
La Cgil chiede il ritiro della liquidazione GKN

Questo pomeriggio riunione indetta presso il Mise per la vertenza Gkn, dopo la sentenza sull'articolo 28 dello Statuto dei Lavoratori, sulla base del ricorso presentato dalla Fiom, che ha riconosciuto il comportamento antisindacale dell’azienda e ha disposto quindi la revoca dei licenziamenti a Campi Bisenzio.

Alla riunione la viceministra Alessandra Todde, l'azienda in videocollegamento, presenti anche il ministero del Lavoro, i sindacati, rappresentanti della città metropolitana di Firenze e il sindaco di Campi Bisenzio.

“Come Fiom-Cgil abbiamo chiesto fin da subito all'azienda di non riaprire la procedura licenziamento e di ritirare la messa in liquidazione per consentire una ripresa del confronto libero tra le parti. Dopo una lunga discussione abbiamo ottenuto che il Mise si è fatto garante per l’azienda della non riapertura della procedura di licenziamento e dell’avvio di un confronto.Verificheremo nelle prossime settimane se alle parole spese dall’azienda seguiranno i fatti.Nel merito la Fiom-Cgil ha chiesto al Mise che alla nomina di un advisor dell’azienda sia affiancato Invitalia da parte del Mise per garantire la continuità industriale e occupazionale dello stabilimento anche attraverso la partecipazione statale" dichiarano in una nota congiunta Michele De Palma, segretario nazionale Fiom-Cgil e responsabile automotive, Daniele Calosi, segretario generale Fiom-Cgil Firenze e Prato e Silvia Spera, Area Politiche Industriali per la Cgil nazionale.

Approfondimenti

Per la Fiom-Cgil l’obiettivo della trattativa resta la continuità produttiva ed occupazionale dello stabilimento di Campi Bisenzio ed occorre disporre di tutto il tempo utile alla gestione della vertenza. Rimane da parte nostra, la richiesta di ritiro della messa in liquidazione dell’azienda perché riteniamo un’anomalia il confronto con un liquidatore al posto di un Amministratore Delegato.

La straordinaria mobilitazione dei lavoratori e l’azione sindacale della Fiom dopo il ricorso vinto in Tribunale, hanno fatto sì che oggi si ottenesse un risultato.Il governo deve agire con urgenza. È necessario un provvedimento straordinario per fermare i licenziamenti e le riallocazioni produttive di GKN, Timken e Ginetti Ruote per la continuità occupazionale nella transizione industriale.Chiediamo al governo l’apertura di un confronto e rapido sul decreto anti delocalizzazioni perché rischiamo di non aver più tempo.

Il Mise con il Ministero del Lavoro hanno svolto un ruolo di mediazione con la partecipazione delle istituzioni regionali e locali: il tavolo si è concluso con la richiesta di verbalizzare le posizioni e con l'impegno dei Ministeri competenti a incontri tecnici finalizzati alla salvaguardia dell’attività e di tutti i posti di lavoro.

La Fiom-Cgil continuerà a sostenere le iniziative sindacali e di mobilitazione condivise con le lavoratrici ed i lavoratori per sostenere l’apertura di una vera trattativa in una vertenza difficile e fondamentale per il Paese”.

Il presidente Eugenio Giani: “Sono contento, si è aperto uno spiraglio concreto per la trattativa – ha dichiarato - non si attiva la procedura di licenziamento; c’è un affievolimento delle procedure per la liquidazione; ci sarà un advisor su commissione dell’azienda che sarà affiancato da Invitalia; c’è l’apertura di un confronto su basi oggettive. E’ un successo del fronte compatto che si è creato in questi mesi tra istituzioni e parti sociali e che, grazie alla regia del Mise, esce dalla logica del muro contro muro e pone le basi per una concertazione”.

«Il fatto che la procedura di licenziamento collettivo non sia più all'ordine del giorno è una buona notizia. Se il percorso annunciato dalla vice ministra Alessandra Todde sarà rispettato dall'azienda, potremmo essere a una svolta significativa nella vicenda che riguarda la GKN di Campi Bisenzio. Ora ci sono le condizioni per aprire una trattativa con la proprietà nel rispetto delle leggi e delle regole. Il risultato di oggi è indubbiamente merito delle lavoratrici e dei lavoratori, dei sindacati e dei cittadini che in queste settimane sono scesi in piazza a difesa del lavoro e della dignità delle persone. Ma anche delle istituzioni locali e regionali che hanno lavorato perché si arrivasse a questo risultato e delle forze progressiste che hanno esercitato una pressione costante sul governo. Ora la mobilitazione deve continuare, vigilando passo dopo passo sull'andamento della trattativa» rende noto Sinistra Civica Ecologista.

Presentato in entrambi i rami del Parlamento il disegno di legge anti – delocalizzazioni scritto nel corso della lotta dei lavoratori GKN. Alla presentazione erano presenti Dario Salvetti e Matteo Moretti (Rsu Gkn), i primi firmatari dei ddl Matteo Mantero (Potere al popolo) al Senato e Yana Ehm (Gruppo Misto) alla Camera e infine Marzia Pirone del Telefono Rosso di Potere al popolo, che ha collaborato alla stesura del ddl insieme ad altri giuristi solidali con la vertenza. Il ddl è stato scritto a partire dal 26 agosto su iniziativa operaia, coinvolgendo le organizzazioni dei giuristi progressisti, da Comma2, ai Giuristi Democratici, al team legale del telefono rosso di Potere al popolo. Fuori dalla Camera erano presenti circa 200 lavoratori e solidali in presidio rumoroso.

Matteo Mantero (senatore Potere al popolo): "questo ddl fa scuola in primo luogo per come è stato scritto. esso rispetta la prima richiesta degli operai: una legge scritta non sulle loro teste ma con le loro teste. Per noi di Potere al popolo è stato naturale appoggiare questo metodo: è così che intendiamo la nostra organizzazione – fondata sul principio del controllo popolare – ed è per questo che nasciamo, perché ogni decisione che ha effetti sulla vita associata venga presa con il coinvolgimento attivo e il controllo vincolante dei diretti interessati".

Matteo Mantero continua : "in secondo luogo questo ddl fa scuola perché mostra l'inadeguatezza dell'attuale legislazione in materia di delocalizzazioni, e mostra anche quanto la politica sia stata finora supina agli industriali. Questo ddl impedisce che un'azienda possa chiudere una unità produttiva e licenziare dal giorno alla notte. Il ddl prevede infatti il coinvolgimento costante della controparte sindacale, a partire dai delegati dei lavoratori, e obbliga l'azienda a produrre un piano che consenta di cambiare proprietà mantenendo i livelli occupazionali e la tecnologia sul territorio.

L'intervento dello Stato è molto più presente, sia in fase di controllo del processo di cessione degli impianti, sia nel caso in cui si ritenga necessario un intervento diretto volto a salvaguardare un patrimonio industriale ritenuto strategico. Nel caso della GKN, ad esempio, lo Stato potrebbe intervenire per riconvertire la fabbrica alla mobilità sostenibile e collettiva, sarebbe un precedente positivo per stimolare la riconversione di tutta la filiera automotive"

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