​Italiano: dopo un avvio non convincente la Fiorentina ritrova gioco e spera nell’Europa

L'allenatore della Viola parla delle critiche alla sua Fiorentina

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
22 novembre 2022 18:58
​Italiano: dopo un avvio non convincente la Fiorentina ritrova gioco e spera nell’Europa

Vincenzo Italiano ha le idee chiare: ha voglia di tornare a vincere con continuità e ha voglia di lasciare il segno in Conference League dove ha passato il girone in scioltezza anche se, con 13 punti, al secondo posto. 

 La Fiorentina vuole far bene, anzi vuole fare meglio. Questo è quello che ci sembra essere lo spirito dei Viola che, dopo un inizio di campionato non tanto felice, hanno inanellato una serie di risultati positivi (con qualche incertezza di troppo). Italiano è un allenatore che sa il fatto suo e che, grazie al magnifico exploit dell’anno scorso (con la conquista dell’ultimo posto disponibile in Europa), ha incrementato il suo stipendio e ottenuto la fiducia del Presidente Commisso.

Gli stipendi degli allenatori, infatti, nonostante il campionato italiano non navighi in acque tranquille avendo bisogno di recuperare appeal in Europa, sono belli alti. L’immagine e la tabella con tutti gli stipendi qui a disposizione ci consente di farci un’idea dei guadagni degli allenatori di Serie A e di Italiano che è passato da 1,2 milioni di euro l’anno a 1,7 grazie al settimo posto conquistato. Può la Fiorentina del dopo Vlahovic essere competitiva e compatta in questa stagione? Probabilmente, nello scorso campionato, il cambio di attaccante ha modificato, e di parecchio, gli schemi dell’allenatore che ci ha messo un po’ di tempo a comprendere come riadattare la squadra per un gioco più corale e meno individuale.

Fiorentina: alla ricerca della continuità

Dopo un inizio di stagione molto ingarbugliato, la Fiorentina sta cercando di riprendere le fila di un discorso iniziato la scorsa stagione in cui, grazie a un pregevole girone d’inverno, i Viola hanno inanellato i punti giusti per tornare, dopo anni, in Europa. Certo, la vendita di un centro come Vlahovic ha un po’ scombussolato i piani di una Firenze che era sembrata imbattibile e che, dopo il passaggio del serbo alla Juventus, non ha ritrovato quella stessa grinta e quella stessa capacità di fare gol. Certo, l’acquisto di Cabral non è sembrato azzeccatissimo e, quest’anno, con l’arrivo di Jovic, sembra che si stia trovando quella quadra perduta a metà del campionato scorso.

 Va, però, detto che la Fiorentina in Conference League ha passato il girone in scioltezza, arrivando agli ottavi senza patemi. La squadra viola è sembrata, grandemente, centrata, con un gioco molto fluido e con schemi di gioco ragionati e veloci. Questo, a differenza del campionato, ha permesso alla squadra di mostrare grande personalità, con partite che sono finite in goleada e con gli attaccanti in grande spolvero, molto più che in Serie A. Mancanza di stimoli? Squadre più competitive? Sembra che la squadra non riesca a reggere, mentalmente, i novanta minuti e, ad esempio, con le milanesi sono stati persi punti preziosi con gol vicino e oltre il novantesimo. 

Le critiche fanno male ma si deve lavorare per migliorare sempre

Italiano è un po’ amareggiato. Parla di tifosi che non hanno memoria di quanto di buono sia stato fatto in precedenza e che criticano alla prima difficoltà. Ma, onestamente, non ci sentiamo di dar contro ai tifosi che, proprio perché tifosi, vorrebbero sempre una squadra costruita per vincere (di certo anche l’idea del Presidente Commisso che tanto ha investito per far tornare grandi i Viola). Non dobbiamo, però, dimenticare i progressi che sono stati fatti e quanto di buono si è visto nell’ultimo mese prima della sosta. La Fiorentina è viva, è attenta, ha rincalzi molto interessanti come Saponara e Kouame che è un assist man decisivo in tantissime situazioni.

Grande crescita personale anche per Jonathan Ikoné, acquisto in corsa della scorsa stagione e sempre più determinante con le sue sgroppate sulla fascia. Per il gioco dinamico di Italiano una vera manna dal cielo. L’allenatore gli ha dato, infatti, da subito fiducia e il giocatore, piano piano, è entrato negli schemi di gioco del mister ed è diventato un titolare inamovibile. Speriamo, comunque, di trovare sempre più risultati e sempre più grinta in questa Fiorentina che, forse un po’ orfana di Vlahovic, sta ancora cercando il suo numero 9. Ma può un numero 9 avere tutta questa importanza? Meglio pensare che una squadra sia un collettivo di atleti votati a giocare bene e vincere per sé e per i propri tifosi. 

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