Inaugurazione della Stagione d'opera 2018/2019 del Maggio Fiorentino il 16 ottobre

Un’opera contemporanea e nuova accanto alla prima opera di Giacomo Puccini compongono il dittico che apre la Stagione Lirica del Maggio Musicale Fiorentino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 ottobre 2018 17:46
Inaugurazione della Stagione d'opera 2018/2019 del Maggio Fiorentino il 16 ottobre
Immagine delle prove

Un’opera contemporanea e nuova, firmata da Vittorio Montalti accanto alla prima opera di Giacomo Puccini. Sono questi gli elementi che vanno a comporre il dittico che apre la Stagione Lirica del Maggio Musicale Fiorentino il 16 ottobre 2018 (repliche 20, 25 e 28 ottobre), affiancando presente e passato. Ehi Giò. Vivere e sentire del grande Rossini di Vittorio Montalti – breve opera su libretto di Giuliano Compagno dedicata al Rossini dal giovane compositore, già Leone d’argento per la musica alla Biennale di Venezia del 2010 – sarà presentata in prima rappresentazione assoluta nella sua versione definitiva.

L’opera-ballo Le Villi di Giacomo Puccini va in scena con un nuovo allestimento. Sul podio il maestro Marco Angius, Francesco Saponaro è regista e scenografo mentre le coreografie di Le Villi sono affidate alla Compagnia Nuovo BallettO di ToscanA e sono firmate da Susanna Sastro. Da una parte dunque con Le Villi, il Maggio prosegue nel percorso – avviato lo scorso anno proponendo La Rondine - che ha come obiettivo quello di far conoscere al pubblico le opere meno conosciute di Giacomo Puccini, dall’altra con Ehi Gio’ rafforza ulteriormente una consolidata “consuetudine” del teatro fiorentino, ovvero quella di proporre opere di nuova e nuovissima composizione.

“Si compone così il dittico che vede il sipario alzarsi per la prima volta sulla stagione lirica 2018/2019 - ha detto il sovrintendente Cristiano Chiarot -: con un inedito Montalti e un giovanissimo Puccini, un doppio spettacolo coraggioso che inneggia alle potenzialità dei giovani compositori di oggi e di ieri e che crede fermamente che l’opera possa essere un prodotto dei giovani e per i giovani. La nostra proposta ne è una dimostrazione”.

Ehi Gio’ – Vivere e sentire del grande Rossini Su libretto di Giuliano Compagno, Ehi Gio’ è l’opera di Vittorio Montalti dedicata a Rossini presentata a Firenze nell’anno in cui si celebrano i centocinquant’anni dalla morte del compositore marchigiano. Composta nel 2016, rappresentata per la prima volta al Teatro Lirico di Spoleto, Ehi Gio’ viene allestita a Firenze nella una versione definitiva. Nella breve opera Montalti, Leone d’argento per la Musica alla Biennale di Venezia nel 2010, ritrae un Rossini anziano che rivive alcune tappe del suo mito: dalla passione gourmand, all’ipocondria, dai nostalgici ricordi di una carriera folgorante e gloriosa, al male di vivere, vale a dire la depressione, che l’accompagnò sempre.

I fantasmi del passato - donne amate, cantanti e impresari - riprendono così vita in una scrittura modernissima e stimolante che si muove con agio tra l’ampia gamma delle intonazioni vocali impiegate, sonorità elettroacustiche e colte citazioni musicali. In Ehi Gio’ si assiste al dispiegarsi della vita di Gioachino Rossini raccontata in maniera non consequenziale o in una cornice narrativa unica, ma attraverso un andamento musicale e drammaturgico di natura rapsodica. Linee orchestrali e suggestioni elettroniche sollecitano l'aspetto psichedelico del ricordo e il lirismo visionario dei sogni, in un procedere incalzante che alterna momenti performativi venati di nostalgia a quadri di esilarante atmosfera rossiniana.

“Con Giuliano Compagno, che ha scritto il libretto dell’opera ci siamo trovati immediatamente d’accordo – dice il compositore Vittorio Montalti - l’intento comune è stato chiaro: non potevamo mettere in scena una biografia rossiniana o, ancora peggio, elencare un catalogo di aneddoti. Abbiamo preferito lavorare su un’idea di teatro astratto, in cui ogni scena evocasse un momento della vita di Rossini e quindi una situazione emotiva ben precisa. La narrazione che ne deriva è quindi tutt’altro che lineare: in una sorta di dimensione onirica, assistiamo alle interazioni tra il compositore e i suoi fantasmi.

Dal punto di vista musicale - continua Montalti - ho voluto evitare qualsiasi tipo di citazione rossiniana; solo un paio di minuti sono dedicati alla rievocazione di un frammento di Armida, che viene riletto con una funzione drammaturgica ben precisa. Nella versione definitiva, commissionata quest’anno dal Maggio Musicale Fiorentino, ho avuto modo di rivedere il lavoro a diversi livelli: aggiunta di nuovi testi, revisione di alcuni passaggi vocali, nuova orchestrazione di diverse scene e revisione dell’elettronica.

La nuova versione non modifica la struttura drammaturgica del lavoro ma ne sottolinea e amplifica alcuni aspetti”.

“E se il titolo dell'opera richiama “Hey Joe”, famoso brano di Jimi Hendrix del 1966 e “Eh Joe”, un dramma per la televisione scritto da Samuel Beckett nel 1965, due riferimenti significativi per la messa in scena – racconta il regista Francesco Saponaro -, lo spazio scenico si ispira al celebre Abbey Road Studios di Londra, luogo di sperimentazione e ricerca, che tra la fine degli anni Sessanta e l'inizio degli anni Settanta, in pieno spirito underground, cambia radicalmente il modo di fare musica. 

Le Villi Il debutto di Giacomo Puccini nel mondo dell’opera è datato 31 maggio 1884, quando al Teatro dal Verme di Milano va in scena Le Villi. Testimone di una fase sperimentale della drammaturgia pucciniana, Le Villi è il cimento di un compositore appena ventiseienne, fresco di studi al Conservatorio di Milano, che sceglie di misurare le proprie capacità con un’opera di piccole dimensioni - tre soli i personaggi più il coro - e con un genere, quello dell’opera-ballo, molto apprezzato al tempo.

Anche il soggetto fiabesco di matrice nordica era di gran moda in quegli anni. Il libretto di Ferdinando Fontana è infatti ispirato all’antica leggenda germanica delle Villi, creature fantastiche vendicatrici delle anime delle fanciulle morte per amore. Già ispiratrici di un noto balletto parigino, le singolari creature sono protagoniste del brano più fortunato e conosciuto dell’opera di esordio di Puccini: la Tregenda, il balletto dalle movenze sinistre del secondo atto in cui le Villi invitano il fedifrago Roberto a danzare con loro fino a farlo morire per sfinimento. 

Info e biglietti al numero 055.2001278, dal lunedì al sabato dalle ore 10 alle ore 18, oppure online su www.maggiofiorentino.com

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