Impatto Covid: il quadro dei finanziamenti per fronteggiare la crisi

Lunga seduta della Commissione regionale Ue, presieduta da Tommaso Fattori (Sì – Toscana a sinistra). In audizione Enrico Mayrhofer, collegato da Bruxelles; il professor Andrea Mogni e il presidente di Irpet, Stefano Casini Benvenuti

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 luglio 2020 16:10
Impatto Covid: il quadro dei finanziamenti per fronteggiare la crisi

Firenze – Un quadro per comprendere ‘in tempo reale’ cifre, prerogative e passaggi che attendono l’Europa e la Toscana sul versante fondamentale dell’economia e della crisi post covid. E’ quello che questa mattina, venerdì 17 luglio, ha impegnato la Commissione Ue, presieduta da Tommaso Fattori (Sì-Toscana a sinistra), con l’audizione Enrico Mayrhofer, responsabile dell’Ufficio di collegamento della Regione con le istituzioni comunitarie a Bruxelles; Andrea Mogni, con oltre trent’anni di esperienza nella Commissione Europea; e il direttore di Irpet, Stefano Casini Benvenuti.

“Si sta abbattendo uno Tsunami sulla nostra regione e agli effetti del covid19 si sommeranno gli impatti della Brexit, spesso dimenticata, ma anche la Toscana dovrà capire meglio come poter commerciare con britannici” ha commentato il presidente Fattori. Facendo riferimento al programma ‘Next generation Eu’ ha parlato di uno “scenario rivoluzionario”, perché “per la prima volta abbiamo dinanzi strumenti europei di politica fiscale: si prevedono infatti trasferimenti di risorse tra paesi e obbligazioni a lunga scadenza che in parte saranno acquistati dalla Banca Europea”.Il quadro finanziario complesso è nelle cifre che si prospettano – il Consiglio europeo è in corso proprio oggi – in coincidenza con la fine del settennato (2014-2020) della programmazione europea, come chiarito da Enrico Mayrhofer.

La Commissione ha proposto un nuovo quadro finanziario pluriennale, pari a 1100 miliardi per i 7 anni (2021-2027), “cifre che sono quasi uguali a quelle del settennato precedente”. La politica di coesione, che nel nostro paese corrisponde a circa 40 miliardi di euro che sono poi i fondi gestiti dalle regioni, rientra nei 1100 miliardi che comprendono tutto (la Pac, l’Herasmus, cooperazione internazionale, etc..). In Toscana la quota per le politiche di coesione si traduce in circa un miliardo e mezzo, cui si aggiungono i cofinanziamenti nazionali e in minor parte regionaliMa in aggiunta a questi fondi, e nel quadro comunque di ulteriori misure, ci sarà appunto il Next generation Eu, strumento temporaneo per il rilancio che, secondo la proposta della Commissione, corrisponde a 500 miliardi a fondo perduto (che vuol dire investito per progetti, opere sul territorio) e 250 miliardi per prestiti a lungo termine a favore dei Paesi maggiormente colpiti dalla pandemia.

Per l’Italia, ha spiegato Mayrhofer, si prospetta così un passaggio da 40 a 170 miliardi di fondi finalizzati agli investimenti e per la Toscana, a caduta, il miliardo e mezzo ‘attuale’ dovrebbe essere moltiplicato per 4. I criteri di distribuzione di questi fondi saranno lasciati agli stati nazionali. “Su questo fronte dobbiamo muoverci subito anche rispetto al governo nazionale – ha commentato Fattori - Per esempio il Fondo di Transizione Giusta, per la transizione energetica in aree con aziende energivore, è pressoché quadruplicato rispetto all’impostazione pre-covid, dobbiamo quindi fare in modo che oltre a Taranto e Sulcis siano ricomprese anche alcune aree della Toscana , a partire da Piombino”.Al centro delle ‘tematiche’ su cui la Commissione europea ha scelto di puntare il problema dei cambiamenti climatici, il rafforzamento dell’era digitale e il tema della ripresa equa e inclusiva per tutti.A fare il punto sull’articolato ‘pacchetto’ Brexit il professor Andrea Mogni, che ha descritto i nodi ancora sul tavolo per l’uscita e il disimpegno dall’Unione.

La crisi covid, infatti, ha impattato sull’andamento dell’attuazione dell’accordo di separazione e anche sulla definizione del nuovo tipo di relazione tra Gran Bretagna e Europa, con gli importantissimi risvolti commerciali che punteranno “a un accordo di libero scambio di beni, ma non ci sono illusioni: il libero scambio non è in ogni caso comparabile alla situazione attuale, che è a tariffa zero”. I conti quindi si faranno con “condizioni commerciali più onerose”, e in questo dovrà esser fatto “un enorme sforzo a livello nazionale, ma anche regionale e cittadino, con le Camere di Commercio, per informare e formare gli imprenditori”, ha chiarito Mogni.

Un aspetto tanto più vero nel caso della Toscana, come ha individuato Stefano Casini Benvenuti. Le peculiarità del nostro tessuto di piccole imprese è al centro di una crisi pesantissima, che nel caso della Toscana ha accusato il colpi ai due settori che avevano “retto” nella crisi degli anni precedenti: export e turismo”. Non solo: in Toscana uno stop alle attività è stato indotto anche dalla mancanza di importazione di materie dall’estero, come ad esempio dalla Cina. Un fatto di cui, ha chiarito Casini Benvenuti, “Bisognerà tener conto”.

Nella lettura dell’immediato futuro il calo dell’occupazione, che in parte colpirà direttamente i giovani, e in parte invece “si tradurrà in un calo di media di ore lavorative, e quindi della retribuzione. E’ il fenomeno del working power – ha aggiunto Casini Benvenuti – ed è la prima seria conseguenza del calo complessivo di reddito e forte aumento delle disuguaglianze”.Le stime sulle perdite del settore turistico sono molto gravi:si perderà intorno al 40 per cento. “Il ritorno alla crescita tendenziale nel nostro sistema economico sarà nel ’22, ’23, e sarà intorno allo 0,9 per cento, più alta di quella nazionale ma troppo bassa”, ha aggiunto il direttore di Irpet.

Al centro delle necessità il binomio capitale produttivo e lavoro, con la necessità di “finanziamenti pubblici, sono fondamentali”, come lo sono, secondo Casini i finanziamenti europei “volutamente vincolati a investimenti”. Il nostro “livello fisiologico” di investimenti è di “4,5 miliardi l’anno: attualmente siamo a 2, per questo i fondi europei sono fondamentali” . “Il paradosso è che possono esserci problemi a spendere questi soldi, perché arrivano troppe risorse e troppo velocemente.

Serve quindi una forte capacità di programmazione da parte della Regione Toscana, per non perdere questa enorme opportunità, e per dotarci di un piano di investimenti pubblici adeguato.“Il paradosso è che possono esserci problemi a spendere questi soldi, perché arrivano troppe risorse e troppo velocemente. Serve quindi una forte capacità di programmazione da parte della Regione Toscana, per non perdere questa enorme opportunità, e per dotarci di un piano di investimenti pubblici adeguato E' l'occasione per strutturare una politica industriale verde e ricostruire le capacità produttive perdute” ha concluso Fattori.

In evidenza