Enrico Rossi, ex Governatore della Toscana, stamani sul suo profilo Facebook fa una interessante riflessione sulla sinistra e il riformismo. La riportiamo.
Buongiorno.
Ieri si sono tenute due importanti riunioni di due correnti riformiste del PD, una a Milano di cattolici democratici organizzata da Del Rio, in cui Prodi ha parlato da remoto, e una a Orvieto guidata da Gentiloni che di recente ha lasciato l’incarico di commissario a Bruxelles.
Si tratta di due correnti che si richiamano esplicitamente al centro politico e denunciano entrambe un deficit di riformismo nel PD del nuovo corso di Schlein.
Non è certo negativo che nel variegato mondo del Partito Democratico si discuta. Purtroppo non convincono né i toni né i modi.Il rischio, infatti, è che si finisca per contestare o, nella migliore delle ipotesi, contrastare lo slancio della nuova leadership di Schlein, che nel segno di una svolta a sinistra, ha conquistato consensi importanti a favore del partito, risollevandolo dal disastro elettorale in cui lo avevano portato Letta e i centristi.
Inoltre, la discussione che si vuole aprire, organizzata in un confronto tra correnti, appare molto interna, chiusa, legata solo ai gruppi dirigenti, incapace di coinvolgere le strutture del partito nei territori, gli iscritti e i simpatizzanti.
Sarebbe stato molto meglio se, senza lasciare passare troppo tempo dalla vittoria delle primarie, la segretaria Schlein avesse aperto una fase congressuale incentrata sulla elaborazione di un nuovo programma fondamentale per il PD e sulla ridefinizione della forma del partito.
Questo avrebbe significato un’apertura vera alla partecipazione dei compagni e degli amici e avrebbe attratto molte forze che guardano con simpatia al nuovo corso del partito e vorrebbero essere messe in condizioni di dare un contributo.
Non averlo fatto -come noi su queste pagine chiedevamo insieme a tanti altri- è stato un errore che ora si potrebbe pagare caro.
A mio avviso, si è ancora in tempo per apportare la correzione di cui c’è bisogno chiamando gli iscritti e i simpatizzanti ad una discussione vera sulla visione e sulla missione del PD.
Se giustamente si chiede di discutere -come sostengono Prodi e Del Rio- lo si faccia, non solo in una ristretta cerchia di persone che oltretutto sono da tanti anni in politica, ma coinvolgendo e misurandosi con il grande popolo della sinistra e quello cattolico e moderato.
Dovrebbe essere chiaro che senza la loro forza non si tornerà mai a vincere.