Il Carro “Celeste” di Populonia al Museo delle Navi Antiche di Pisa

Fino a domenica 1° novembre il prezioso ritrovamento sarà visibile nel più grande complesso museale di imbarcazioni antiche al mondo, prima di tornare “a casa”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 ottobre 2020 14:59
Il Carro “Celeste” di Populonia al Museo delle Navi Antiche di Pisa

Ultimi due weekend per ammirare il Carro “Celeste” di Populonia, presentato dal Soprintendente Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Pisa e Livorno, Andrea Muzzi, al Museo delle Navi Antiche di Pisa: fino a domenica 1° novembre il prezioso ritrovamento sarà visibile negli spazi espositivi degli Arsenali medicei, nell’area attigua al bookshop, nei giorni di apertura del Museo (venerdì dalle 15.30 alle 18.30, sabato e domenica dalle 10.30 alle 18.30, visite guidate programmate il venerdì alle ore 17.00, sabato e domenica ore 11, 16 e 17, nel rispetto delle normative di prevenzione del rischio di infezione da Covid-19).

Al termine di questo periodo il celebre Carro verrà trasferito nella sua sede definitiva, presso il Museo Archeologico del Territorio di Populonia a Piombino. Il Carro “Celeste”, infatti, fu rinvenuto nell’area archeologica di San Cerbone a Populonia nel 1955. Allora venne ritrovata un’antica fossa dalla forma allungata, contenente lo scheletro di due cavalli, gli elementi metallici dei loro finimenti e un carro cerimoniale etrusco. La fossa fu convenzionalmente definita “Fossa della Biga”, perché come biga vennero interpretati i resti dagli scopritori.

Dopo una prima ipotesi di ricostruzione, presentata nella mostra “A Cavallo del Tempo (Palazzo Pitti, 2018), lo studio degli elementi metallici di rivestimento del carro è andato di pari passo con il loro recupero e l’accurato restauro. Mentre le parti in bronzo erano esposte presso il Museo di Piombino, gli elementi in ferro, danneggiati dall’alluvione del 1969, furono conservati nei depositi. Un attento esame dell’iconografia antica, ha portato a ricostruire la forma originaria del carro, appartenente a una tipologia che presenta caratteristiche proprie delle carrozze “monoposto”, definita anche “celeste” proprio per il chiaro riferimento al mondo ultraterreno e all’ideologia del viaggio nell’Aldilà, come le raffigurazioni dei serpenti alati applicate alla sua fiancata suggeriscono.

Oggi, a più di mezzo secolo dalla scoperta, e dopo un capillare lavoro di studio e ricostruzione del contesto originale di provenienza basato sulla documentazione dell’epoca, curato da Andrea Camilli, è stato possibile comprendere come la fossa fosse in realtà un tumulo monumentale, andato distrutto. Al progetto di restauro ha partecipato un nutrito gruppo di specialisti: lo studio, la ricostruzione del carro, l’analisi iconografica e la ricollocazione degli elementi metallici è stata curata da Martino Maioli, il restauro degli elementi metallici è stato curato da Francesca Mancini e la ricostruzione degli elementi lignei ed il loro montaggio è stato eseguito dal laboratorio “Piumaccio d’Oro” di Firenze. La logistica è stata assicurata con il contributo del Trust Sostratos.

La presentazione del reperto archeologico al Museo delle Navi Antiche di Pisa, non è frutto di una casualità: gli edifici collegati al complesso museale, infatti, ospiteranno a breve la sede definitiva del Centro di Restauro del Legno Bagnato, polo di eccellenza e formazione professionale nell’ambito del restauro archeologico.

Il complesso delle Navi Antiche di Pisa è il più grande museo di imbarcazioni antiche esistente, con 4700 metri quadri di superficie espositiva raccoglie 800 reperti, esposti in 47 sezioni divise in 8 aree tematiche con sette imbarcazioni di epoca romana, databili tra il III secolo a.C. e il VII secolo d.C., di cui quattro sostanzialmente integre. Inaugurata lo scorso 16 giugno dopo più di vent’anni di ricerca e restauro, l’area degli Arsenali Medicei accompagna i visitatori in un vero e proprio viaggio attraverso più di mille anni di storia della città di Pisa.

La concessione del museo è affidata a Cooperativa Archeologia, che ha seguito negli ultimi anni lo scavo archeologico e il restauro delle navi e dei reperti, sotto la direzione scientifica di Andrea Camilli, responsabile di progetto per la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio di Pisa e Livorno. Il progetto di scavo e restauro delle antiche navi di Pisa rappresenta uno dei più interessanti e ricchi cantieri di scavo e ricerca degli ultimi anni.

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