Il 55% delle aziende costretto a chiudere entro i primi 5 anni

CGIA: “Pesano la mancanza di pianificazione e campagna di digital marketing alla cieca”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 settembre 2022 11:04
Il 55% delle aziende costretto a chiudere entro i primi 5 anni

Secondo una elaborazione realizzata dall'Ufficio studi della CGIA, più di una impresa su due (precisamente il 55,2 per cento) chiude i battenti entro i primi 5 anni di vita. A ciò si aggiunge un altro dato allarmante: il 95 cento delle startup italiane è destinato a fallire entro il primo anno di attività. Dietro un così alto tasso di mortalità per il tessuto imprenditoriale italiano ci sono numerosi fattori: “dalla mancanza di una solida cultura aziendale all'assenza di una strategia fondata su analisi di mercato e studi di sostenibilità, dal ritardo accumulato da molti imprenditori nel padroneggiare e utilizzare gli strumenti del digital marketing in maniera consapevole e mirata alla tendenza ad affidarsi a sedicenti esperti o guru che molto spesso non fanno altro che danneggiare l'azienda stessa”.

E' questa l'analisi proposta da Stefano Turchi, Ceo di Unique Web Studio che ha come sua mission quella di affiancare le PMI nello sviluppo di strategie personalizzate di digital marketing con lo scopo di portargli nuovi clienti. Ad affrontare una riflessione sul futuro dell'imprenditoria in Italia, nei giorni scorsi, anche numerosi titolari di aziende e liberi professionisti della provincia di Firenze, che insieme a Turchi hanno preso parte ad un webinar dedicato proprio alle potenzialità del digital marketing come insieme di strumenti capaci di incrementare il numero di clienti. Un webinar durante il quale sono stati sviscerati in maniera dettagliata quelli che sono i fattori che possono portare rapidamente al fallimento dell'azienda e quelli che invece sono i parametri e i criteri da monitorare e gli elementi di rischio da tenere in considerazione prima di imbarcarsi in un nuovo progetto nel campo digitale.

Il digital marketing rappresenta al giorno d'oggi una miniera d'oro per tanti imprenditori. Si stima infatti che circa 2,14 miliardi di persone nel mondo acquistino beni online (Fonte: Statista 2022). I dati hanno mostrato inoltre come l’85% degli acquirenti digitali italiani effettua, in media, almeno un acquisto online al mese, un valore più alto di 5 punti percentuali rispetto a quello registrato nel 2020 (Fonte: SimilarWeb). Non a caso, secondo un'indagine dell’Osservatorio eCommerce B2C Netcomm – School of Management del Politecnico di Milano, i dati 2022 riguardanti l'e-commerce mostrano una crescita del 14% degli acquisti online, che raggiungono i 45,9 miliardi di euro.

Turchi ha voluto però mettere in guardia gli imprenditori della provincia di Firenze da quelle che sono le insidie legate al mondo dell'online. “Occorre diffidare dai sedicenti guru che, attraverso inserzioni sponsorizzate sulle pagine dei social network, cercano di ammagliare e approfittarsi della buona fede degli imprenditori, già sfiancati dalla crisi, con promesse di guadagni mirabolanti e in tempi record. Nel mondo dell'imprenditoria non esistono facili o soluzioni o bacchette magiche.

Il rischio di affidarsi a millantatori o truffatori, specialmente in un periodo di fortissima criticità come quello che stiamo attraversando, è elevatissimo. Un aspirante imprenditore dovrebbe sempre tenere a mente il concetto fondamentale di pianificazione commerciale: test di mercato e studi di fattibilità, capaci di quantificare in un arco temporale ben preciso, il ritorno economico dell'investimento, sono la strada da seguire se si vuole evitare di abbassare la saracinesca troppo presto. La maggior parte delle imprese italiane non dispone degli strumenti e delle competenze per affacciarsi al mondo del digital marketing: il rischio concreto, senza una necessaria pianificazione e uno studio approfondito dei diversi scenari, è quello di dilapidare interi capitali in inserzioni pubblicitario su Google, Facebook e altri social network, senza ottenere alcun risultato tangibile”.

“Buttarsi nell’oceano del digital marketing senza sapere come e quando muoversi è paragonabile a una missione suicida - aggiunge Turchi -. E la vittima sarebbero i risparmi che gli imprenditori si sono sudati con il duro lavoro e i sacrifici. Per questo, l’unica strada percorribile è un progetto strategico di digital marketing, che mette nero su bianco quali strumenti utilizzare e come combinarli insieme, grazie a una strategia su misura e replicabile. Prima di muovere passo nel digitale per un imprenditore avveduto è fondamentale capire se il proprio business ha i requisiti e il potenziale per ottenere risultati concreti e monetizzabili grazie al digital marketing, senza buttarsi alla cieca su Google o Facebook con campagne pubblicitarie improvvisate”.

Nelle prossime settimane Stefano Turchi terrà delle Tavole Rotonde di Approfondimento per evidenziare con casi pratici quali sono gli elementi chiave di una pianificazione commerciale efficace al fine di aiutare gli imprenditori e i professionisti a riconoscere gli elementi su cui lavorare prima di digitalizzarsi.

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