I due giaggioli bianchi confusi dagli esperti

Interessante opuscolo a distribuzione gratuita pubblicato dal Valico Edizioni di Firenze

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 febbraio 2023 10:29
I due giaggioli bianchi confusi dagli esperti

I 4 principali giaggioli fiorentini sono il Giglio Paonazzo (Iris germanica L.), il Giglio Odoroso (Iris pallida Lam.), il Giglio Fiorentino (Iris florentina L.) e il Giglio Velato (Iris alba Savi). Gli ultimi 2 sono entrambi di colore bianco. Questi due giaggioli bianchi, sebbene siano noti distintamente in letteratura fin dall'antichità, sono stati purtroppo nel corso del tempo confusi, sovrapposti e perfino abusivamente ribattezzati dagli stessi addetti ai lavori.

Un opuscolo a distribuzione gratuita pubblicato dal Valico Edizioni di Firenze si è incaricato perciò di ricostruire attraverso i testi scientifici antichi il percorso dei due giaggioli bianchi fiorentini, descrivendone poi le principali differenze osservate e verificate con un'apposita ricerca sul campo, così da contribuire ad evitare ogni possibile equivoco, facendo conoscere meglio due splendidi fiori purtroppo alquanto rari.

Tutti e 4 i giaggioli fiorentini fanno ormai parte del patrimonio culturale identitario toscano per il loro valore storico, paesaggistico, naturalistico e agronomico, anche se ovviamente l'Iris florentina L. merita un posto tutto suo per essere stata il modello naturale ispiratore dello Stemma comunale di Firenze, da cui il nome popolare di Giglio Fiorentino.I giaggioli, che un tempo ricoprivano perfino le antiche mura di Firenze, devono il loro nome alla forma della foglia, che ricorda una spada; il termine giaggiolo deriva infatti dalla parola latina "gladiolus", diminutivo di "gladius", cioè "piccola spada"; tant'è vero che in siciliano l'Iris viene chiamata appunto "spatulidda".Le estremità delle spade di Giuditta e di Perseo in Piazza della Signoria a Firenze, per esempio, assomigliano in modo sorprendente proprio all'apice delle foglie dei giaggioli.

In particolare la punta della "storta" del Perseo di Benvenuto Cellini è estremamente acuta come la foglia dell'Iris alba, mentre la "storta" della Giuditta di Donatello è più simile alla foglia breviadunca dell'Iris florentina.Così come il viaggiatore giunto a Firenze non poteva rimanere indifferente di fronte a quelle spade usate per sconfiggere mostri e tiranni esposte in piazza attraverso le opere d'arte, così pure chi passava per Firenze non rimaneva indifferente di fronte allo spettacolo naturale delle fitte "spatulidde" che sormontavano le mura della città.

Fra le tante testimonianze spicca quella del famoso naturalista e viaggiatore inglese John Ray che nel suo "Catalogo delle piante osservate in Paesi stranieri", pubblicato nel 1673, riferisce di aver visto tantissime piante di Iris florentina sulle mura di Firenze ("Iris Florentina [...] In muris urbis Florentiae magna ejus habetur copia"). Nel resoconto di viaggio Ray è così strabiliato dalla quantità delle piante a fiore bianco, da ipotizzare che il nome Iris florentina fosse dovuto proprio alla presenza massiccia di questo giaggiolo bianco sulle mura ("Iris floribus albis, in muris urbis copiosissimè, unde Florentina denominatur").

Dei giaggioli sulle mura ce ne dà conferma un secolo dopo anche lo stesso Giovanni Targioni Tozzetti, quando scrive dell'Iris florentina "di fior bianco, che una volta si vedeva sulle mura di Firenze in maggior copia che quella di fior pavonazzo ed aveva perfino dato origine al Giglio bianco Arme della Città, cangiato poi in rosso.”Il fine dell'opuscolo scritto da Alessandra Perugi e intitolato "I due storici giaggioli bianchi fiorentini confusi dagli esperti", consultabile e scaricabile gratuitamente in internet (da Google Books all'indirizzo https://books.google.it/books?vid=ISBN9788894201031 e dal sito www.valico.com), è anche quello di salvaguardare proprio lo storico nome Iris florentina, introdotto già con la prima diffusione dei testi a stampa cinquecenteschi e poi ufficializzato definitivamente da Linneo nel 1759.

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