Gli imprenditori fiorentini lavorano fino al 30 agosto per pagare le tasse

Dati choc della Cna: su un reddito d'impresa di 50mila euro, lo studio calcola 33.250 euro di tasse, l'equivalente cioè di 243 giorni di lavoro

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
17 settembre 2019 17:12
Gli imprenditori fiorentini lavorano fino al 30 agosto per pagare le tasse

(DIRE) Firenze, 17 set. - "I piccoli e medi imprenditori fiorentini hanno dovuto aspettare fino al 30 agosto per 'festeggiare' il 'tax free day, ovvero l'ultimo giorno dell'anno nel quale hanno lavorato per pagare tasse, oneri e contributi". È quanto sostiene l'osservatorio della Cna sul fisco, che conferma Firenze come "una delle città italiane dove il fisco è più pesante. È quinta, per l'esattezza, visto che fanno peggio solo Reggio Calabria, Bologna, Roma e Napoli" sui 141 Comuni esaminati dall'osservatorio degli artigiani. 

Stando ai calcoli della Cna, con la pressione globale del fisco sui profitti delle imprese al 66,5%, l'azienda tipo fiorentina (ovvero 350 metri quadri di laboratorio artigiano e negozio di 175, quattro operai ed un impiegato, con ricavi di 431mila euro e costi di 381mila euro per un reddito d'impresa di 50mila euro) ha pagato all'erario e in contributi il 56,2% delle proprie tasse, alla Regione Toscana l'8,7% e al Comune di Firenze il 35,1%. 

Nel dettaglio, sul già citato reddito d'impresa di 50mila euro, lo studio calcola 33.250 euro di tasse, l'equivalente cioè di 243 giorni di lavoro: 18.678 tra Irpef e contributi (invalidità, vecchiaia e superstiti) allo Stato; 11.686 tra Imu, Tasi, Tari e addizionale comunale Irpef comunale; 2.886 tra Irap, addizionale regionale Irpef regionale. Al netto dei pagamenti, restano a disposizione dell'impresa solo 16.750 euro, 1.481 euro in più del 2018. "Ed è paradossale che si parli di dati in miglioramento. Nel 2018, infatti, le imprese hanno lavorato fino al 10 settembre per pagare le tasse".

"Gli imprenditori - commenta Giacomo Cioni, presidente della Cna Firenze metropolitana - continuano a lavorare ben oltre metà dell'anno per un socio tanto inerte quanto esigente: l'amministrazione pubblica, centrale e locale". Per questo "occorre uno sforzo maggiore da parte di Palazzo Vecchio, della Regione e dello Stato, che pure, ripeto, stanno andando nella giusta direzione". 

Totalmente invariata, invece, la situazione nel caso le imprese scegliessero di applicare la mini Ires come metodo di tassazione dei redditi d'impresa: il carico globale di imposte rimarrebbe per il 2019 fisso a 33.250 euro. Se fossimo però "nel 2023, quando la deducibilità Imu sarà del 100%, potremmo beneficiare di un maggior reddito disponibile: 19.218 euro, 2.468 in più degli attuali e quasi 4.000 in piu' rispetto al 2018 e con una pressione totale al 61,6%. (Dig/ Dire)

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