Firenze, 17 luglio 2025- Il Parlamento europeo lancia una fortissima critica alla proposta del Quadro finanziario pluriennale da 2.000 miliardi di euro presentata mercoledì dalla Commissione europea. Le critiche contro la presidente della Commissione UE, Ursula von der Leyen, giungono proprio da quella maggioranza europeista – popolari, socialisti, liberali e verdi – che ha sostenuto la riconferma della politica tedesca cristiano democratica alla guida dell’esecutivo UE.
Mentre la Commissione tardava a presentare il prossimo bilancio dell’UE, tenendo Bruxelles con il fiato sospeso, circa 300 agricoltori sono scesi in piazza per protestare contro i tagli imminenti ai fondi agricoli.
"La Pac annacquata con il Fondo unico e un taglio di quasi il 30% delle risorse per il settore, faranno l’Europa a brandelli, quando tra dazi e crisi globali la presidente Ursula von der Leyen aveva l’occasione unica di dare prova di credibilità agli europei, di rafforzare la coesione e l’autorevolezza dell’Unione a difesa dell’unica leva di sviluppo e competitività possibile, la sua sicurezza alimentare. Così, invece, la Pac è stata disintegrata" commenta il presidente di Cia-Agricoltori Italiani della Toscana, Valentino Berni, dopo che la presidente von der Leyen ha concluso la presentazione del Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, attesa da ore dagli agricoltori della Confederazione (presenti anche agricoltori toscani), in marcia con il Copa-Cogeca, davanti alla sede della Commissione Ue a Bruxelles
Dunque, nonostante i ritardi, nessuna buona notizia sulla proposta di riforma della Pac, a matrice von der Leyen fino alla fine. “Ma certo - aggiunge Berni - arriva la dimostrazione imbarazzante che gli interessi veri di questa Europa sono altri, non i conti degli agricoltori, ma tanto meno la sopravvivenza agroalimentare Ue e la sua autonomia da importazioni forzate e concorrenza sleale”.
“La von der Leyen avrebbe dovuto difendere l’Europa e l’agricoltura, la produzione di cibo sano e accessibile a tutti - chiosa Berni - dalla scellerata corsa agli armamenti. Perché il Fondo unico metterà in competizione i settori e gli Stati membri, e a nulla servirà la certezza dei 300 miliardi appena annunciati, meno degli attuali, quando al comparto ne sarebbero serviti da tempo molti di più. Aspettiamo di leggere il dossier e di capire le regole del gioco, ma così è la fine dell’agricoltura. Ci chiediamo come intenda la von der Leyen garantire, adesso, cibo agli europei”.
“Un taglio del 20% delle risorse della Pac è un disastro annunciato”. A denunciarlo, promettendo di dare battaglia, è Coldiretti Toscana. Il casus belli - l’antefatto - è la presentazione del nuovo Quadro finanziario pluriennale 2028-2034, che prevede la diminuzione delle risorse della Politica agricola comune, con l’accorpamento delle risorse per lo sviluppo rurale in un fondo unico.
“Ha vinto la linea politica della Presidente Von der Leyen che ha imposto ai commissari tagli draconiani – attacca la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani - Sono imbarazzanti in particolare le parole del Commissario all’Agricoltura Hansen che dichiara di aver salvato l’80% del budget Pac. Sarebbe stato più dignitoso dimettersi, ammettendo una sconfitta clamorosa con un taglio di un quinto delle risorse precedenti che ha votato anche lui, garantendo l'unanimità”. Una direzione contro la quale i giovani agricoltori della Coldiretti hanno dato vita a una protesta pacifica nel centro di Bruxelles e di Roma con cartelli e grandi striscioni raffiguranti la presidente della Commissione che gioca con le stelle simbolo dell’Unione e le scritte “Benvenuti a Vonderland” e “Questa non è Europa”.
Tra i settori più penalizzati quello delle pesca con il taglio di 2/3 dei fondi: un inaccettabile tradimento dopo i sacrifici e le misure imposte in questi anni alle imprese. Poco meno di 700 le imbarcazioni che compongono la flotta toscana, numero che si è dimezzato negli anni anche a causa delle scellerate politiche comunitarie che hanno portato il nostro Paese ad essere dipendente dall’estero con gli approvvigionamenti di pesce passati nel giro degli ultimi quarant’anni dal 30% all’85%, secondo l’analisi di Coldiretti Pesca.
“Ora tocca ai capi di Stato e di governo che dovranno interrompere il loro silenzio e fermare questa pericolosa deriva autocratica – prosegue la presidente Cesani - ulteriormente dimostrata da questo bilancio folle. Paradossalmente dobbiamo fare appello alla regola dell'unanimità per salvare la democrazia europea”.
Se i governi non si opporranno - assicurano i vertici di Coldiretti - avranno anche loro la corresponsabilità di aver ucciso la politica agricola in Europa. Ormai è chiaro a tutti che in Europa comanda solo la Von der Leyen, come fa Xi Jinping in Cina, tra l'ignavia e la mancanza di coraggio e di dignità dei Commissari. Un disegno mortale per l'agricoltura e per la tenuta democratica dell'Unione, che è sempre più sempre più lontana dai suoi popoli e sempre più vicina alla sua implosione.
“Sotto le macerie di questa implosione – aggiunge Coldiretti Toscana - resteranno le future generazioni i nostri figli e nipoti. Un progetto avviato da Timmermans e realizzato con spietata lucidità da Von der Leyen. Ma non finisce qui – assicura Coldiretti Toscana - La nostra mobilitazione resta forte e permanente, perché non ci rassegniamo a chi vuole togliere i soldi alle imprese agricole e al cibo sano per finanziare i carri armati e rovinare la salute dei consumatori, depotenziando un settore strategico per l'Europa e per l'Italia in particolare, come l'agricoltura e l’agroalimentare. “Abbiamo davanti due anni per combattere questa deriva – invita alla battaglia le imprese la presidente Cesani -, salvare gli agricoltori e scongiurare la fine del sogno europeo”.
“Con il nuovo quadro finanziario pluriennale dell’Unione Europea (MFF 2028-34) si consuma un disastro per l’Italia: la riduzione del 30% dei fondi della Politica Agricola Comune e di Coesione porterà il nostro Paese da beneficiario netto a contributore netto. Il risultato concreto è: meno investimenti per le Regioni, per il mondo agricolo e per i territori più fragili, compresa la Toscana rurale” dichiara Irene Galletti, capogruppo del Movimento 5 Stelle in Consiglio Regionale, che rilancia a livello regionale le preoccupazioni espresse dal capodelegazione M5S al Parlamento Europeo Pasquale Tridico.
“Questa non è un’opinione: è un fatto numerico, documentato e denunciato anche in sede europea. A fronte di questi tagli, il Governo Meloni non solo tace, ma avalla un’impostazione che sposta risorse vitali verso capitoli come il riarmo, ignorando del tutto i settori che garantiscono sicurezza alimentare, sviluppo e coesione sociale.”
Il commissario Raffaele Fitto aveva il compito di difendere gli interessi italiani. Al contrario, si sta assumendo la responsabilità politica della più grave riduzione di fondi per l’Italia dalla nascita dell’Unione: un fallimento che porterà la sua firma. Il Movimento 5 Stelle chiede che la Regione Toscana alzi la voce in tutte le sedi, per difendere risorse fondamentali che sostengono migliaia di imprese agricole e progetti locali,” conclude Galletti.
Mentre la Commissione europea ha proposto un aumento sostanziale del bilancio dell’Unione a partire dal 2028, i gruppi ambientalisti hanno accusato l’esecutivo UE di ridurre la priorità delle azioni ambientali e avvertono che le voci della società civile potrebbero essere escluse dal processo decisionale.
"Riunire tutte le spese ambientali sotto un unico target rischia di marginalizzare la biodiversità e di far passare come decarbonizzazione soluzioni false o dilatorie. Inoltre, l’assenza di obiettivi settoriali e le debolezze nella metodologia di tracciamento possono svuotare di efficacia il target stesso -denuncia il WWF Italia- Senza criteri chiari, trasparenti e garanzie vincolanti sull’uso dei fondi da parte degli Stati membri, il 35% rischia di diventare la foglia di fico di Ursula von der Leyen. È ora compito dei degli Stati membri e del Parlamento europeo alzare l’asticella e garantire che almeno il 50% del bilancio sia destinato a veri investimenti per il clima e la natura.
Tra le decisioni più gravi, c’è la soppressione del Programma LIFE, l’unico strumento UE interamente dedicato a progetti per il clima, la biodiversità e l’ambiente. La Commissione propone di assorbirlo nel nuovo Fondo Europeo per la Competitività, pensato per sostenere l’industria. Le attività LIFE sono anche menzionate vagamente in una struttura gestita dalla Commissione nei nuovi Piani nazionali.
Nel tentativo di semplificare, la Commissione ha creato un mostro burocratico. Smantellando l’attuale programma LIFE e fondendolo nei due grandi pilastri del nuovo QFP, destinati a coprire una lunga lista di obiettivi senza priorità chiare, rischia di privare di fondi azioni cruciali per natura e clima.
Ancora più preoccupante è il fatto che la Commissione si attribuisca piena discrezionalità su come e quanto perseguire tali obiettivi, minando la stabilità del sostegno per agricoltori, silvicoltori e autorità locali, e riducendo il ruolo del Parlamento europeo nella definizione del bilancio dell’UE.
Un errore clamoroso che mette a rischio migliaia di progetti in tutta Europa e in Italia (principale beneficiaria del Programma). Senza LIFE, viene meno un canale di finanziamento accessibile, trasparente e stabile per la società civile, il mondo scientifico e gli enti locali.
Cosa aspettano il Governo e gli europarlamentari italiani ad opporsi alla proposta della Commissione che colpisce l’unico strumento di finanziamento per l’ambiente? Perché non difendono un Programma di cui l’Italia beneficia più di tutti gli altri Stati Membri come hanno difeso i produttori di tabacco?"