Giani: 'Il passo di Publiacqua è una nuova fase per servizi pubblici'

La nuova Multiutility toscana aspramente criticata da sinistra, a 10 anni dal referendum sulla pubblicizzazione

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 giugno 2021 01:22
Giani: 'Il passo di Publiacqua è una nuova fase per servizi pubblici'

“Il lavoro di questi anni e degli ultimi mesi ha prodotto finalmente i suoi frutti. Poter salutare oggi questo passo decisivo verso la Multiutility della Toscana è la migliore risposta alla richiesta di un sistema dei servizi pubblici toscani moderno e in linea con l’attuale stato di governance pubblica” Così il presidente Eugenio Giani commentando venerdì il via libera del Cda di Publiacqua sul nuovo piano strategico.

“Questo modello di gestione – prosegue Giani - potrà essere coerente con la legittima esigenza di efficienza, qualità e bilanciamento dei costi, essere vicino ai territori e centrato sul rapporto di prossimità con i cittadini in un’ottica di sostenibilità economica e sociale. Considero questo passaggio un momento decisivo per una nuova fase della gestione dei servizi pubblici in Toscana”.

Le giunte dei comuni hanno votato nell’arco di quindici giorni il progetto di costituzione della Multiutility Toscana, che accorperà il servizio idrico, la fornitura di gas e la gestione dei rifiuti di tutto il territorio regionale.

"Il 13 giugno ricorre il decennale del referendum sull’acqua. Una consultazione osteggiata dai poteri costituiti ma fortemente voluta dai cittadini. Sono trascorsi dieci anni durante i quali non si è fatto niente per dare seguito alla volontà di 26 milioni di cittadini che alla consultazione referendaria del 2011 votarono “SI” per dichiararsi contrari a qualsiasi forma di gestione improntata a criteri mercantili e di profittabilità. Dopo il Referendum l’acqua sarebbe dovuta passare dalle società private al settore pubblico, sull’acqua non si sarebbe potuto più fare profitto, via la remunerazione del capitale" commentano in documento congiunto Comitato ValdisieveAssociazione “Vivere in ValdisieveAssociazione Valdisieve.

"Un passaggio, questo, contrastato con ricorsi al TAR, Decreti Legge e ricorsi in Cassazione -precisano le associazione della Valdisieve- In Toscana la cultura privatistica che anima la politica Regionale consente per la gestione del sistema idrico la costituzione di Publiacqua SpA e i soci privati sono ACEA e Suez con una partecipazione al 40%, il rimanente 60% appartiene ai Comuni. Non ci dobbiamo fare ingannare dalla quota pubblica nettamente di maggioranza in quanto le regole e le condizioni sono dettate dai patti parasociali che danno forza al privato per la remunerazione del capitale investito.

"Le tariffe negli ultimi dieci anni sono aumentate enormemente senza che si siano realizzati miglioramenti nei servizi. Oggi la Regione, in linea con le indicazioni del governo, è determinata a considerare l’acqua un bene da valorizzare a fini economici. A tale scopo vuole avviare la ripubblicizzazione di Publiacqua SPA, creando la Newco, che insieme alle aziende di gestione dei rifiuti, dell’energia elettrica e del gas andrà a confluire nella Multiutility Toscana SpA, gettando le basi per la nascita di un colosso finanziario da quotare in borsa".

"Il risultato sarà una realtà concepita da società finanziarie e da banche, con l’ossessione del profitto ad ogni costo che nulla ha a che fare con i nostri principi e valori. Affinché la vittoria referendaria non sia archiviata definitivamente con un colpo di spugna organizziamoci, mobilitiamoci per l'acqua pubblica, bene comune accessibile a tutti".

"Una responsabilità diretta del PD e delle liste di comodo al suo fianco, che con i voti dei loro rappresentanti hanno avallato una SpA che apre alla quotazione in borsa e ad ingenti capitali privati che faranno a gara per raccogliere alti profitti sui servizi" commentano alla Cellula “F. Engels” della Valdisieve del Partito Marxista-Leninista Italiano.

"Già oggi gli azionisti di Publiacqua –spiegano dal PMLI della Valdisieve– intascano qualcosa come 38 milioni di euro di dividendi (2020), mentre quelli di Toscana Energia (Gas) ben 38, il tutto sfruttando esclusivamente le concessioni di questi beni che dovrebbero essere pubblici, senza rischio alcuno e con garanzie pubbliche circa le remunerazioni dei capitali investiti anche se gli investimenti sulle reti di distribuzione si sono rivelati negli anni insufficienti così come la loro manutenzione".

"Il PD dunque, non solo crea un colosso che porterà vantaggi solo agli investitori, ma allontana anche i Comuni stessi, che avranno meno quote e più marginalizzate nella gestione di questi servizi; ma d’altra parte è tale partito che in quest’area territoriale rappresenta e trasforma in legge gli interessi di lobby ed affaristi che danno realmente la direzione politica ad ogni cosa, con l’unico obiettivo del maggior profitto possibile".

"Testimonianza di queste dinamiche sono anche i voti di opposizione che, oltre ai pochi di alcune liste civiche riformiste dove presenti, sono giunti dalla destra leghista e forzista per puro opportunismo elettorale, dal momento in cui certi partiti sono sempre stati e sono tutt’ora promotori assidui delle privatizzazioni e della gestione profittevole dei servizi".

"Ma oltre all’evidente danno c’è anche la beffa delle tempistiche di questo processo che avviene proprio nel decennale dell’esito referendario del 2011 che sancì, con l’appoggio di 26 milioni di voti, la natura di bene comune dell’acqua, la sua accessibilità a tutti e l’impossibilità di trarvi profitto. Eppure Nardella, Rossi ed ora Giani avevano addirittura annunciato la sua ripubblicizzazione in Toscana entro il 2024, una vergogna politica e sociale".

"La gestione del servizio idrico integrato e degli altri servizi alla popolazione deve prevedere l’unica possibilità di costituzione di Consorzi di diritto pubblico promossi dai Comuni stessi; alla prova dei fatti, il nostro auspicio è che la popolazione della Valdisieve, così come quella di ogni altra comunità toscana, si organizzi e si mobiliti in un fronte unito quanto più largo possibile per contrastare tutto quell’insieme di politiche neoliberiste delle quali anche l’ipotesi della Multiutility dei servizi fa parte.

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