Gessi rossi: imbarazzo in Toscana per la relazione parlamentare

Monni: “Dalla Regione massima fermezza a tutela dell’ambiente". Sani (Pd): "Evitare approcci parziali*

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
28 marzo 2021 23:55
Gessi rossi: imbarazzo in Toscana per la relazione parlamentare

Mette in imbarazzo la politica toscana la ‘Relazione sull’inquinamento derivante dall’utilizzo dei gessi rossi prodotti a Scarlino’, presentata mercoledì 24 marzo, dal Presidente della Commissione parlamentare ecomafie, Stefano Vignaroli e del co-relatore Alberto Zolezzi.

“Ho letto con attenzione gli esiti della relazione sui gessi rossi presentata dalla Commissione parlamentare d’inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti attraverso il suo presidente Stefano Vignaroli, del Movimento 5 Stelle. Bisogna essere chiari e non lasciare spazio ad alcun tipo di fraintendimento: la Regione Toscana continuerà ad agire con la massima determinazione a tutela dell’ambiente. Questo per dire con fermezza che non vi è mai stato un baratto di alcun tipo con le istanze occupazionali del territorio” afferma Monia Monni, assessore regionale all’ambiente, commentando la relazione parlamentare sui gessi rossi prodotti a Scarlino (Grosseto).

“Nonostante la relazione conclusiva non contenga nuovi ed ulteriori elementi tecnici – continua Monni - ho comunque deciso di convocare immediatamente gli uffici della Direzione regionale ambiente ed energia e di Arpat chiedendo di predisporre una relazione puntuale sull’attività della Regione in termini autorizzatori e sulle risultanze ambientali dei controlli sull’attività di gestione dei gessi rossi. Gli uffici mi hanno fortemente rassicurata sull’attività in atto a Poggio Speranzona e sulle analisi tecniche costantemente condotte sul sito. Entro qualche settimana gli uffici regionali, insieme ad Arpat, presenteranno pubblicamente la relazione che verrà trasmessa ai presidenti della Camera e del Senato e al ministro della transizione ecologica”.

“Quando si parla di gessi rossi non si pone soltanto il tema generale del loro utilizzo, che deve essere sempre e comunque compatibile con l’ambiente e la salute pubblica, ma del futuro di centinaia di lavoratori, compreso l’indotto, e delle loro famiglie. Per individuare soluzioni efficaci, condivise e che tengano realmente conto delle esigenze del territorio interessato occorre evitare approcci parziali” dichiara Luca Sani, deputato del Partito democratico.

“Le conclusioni della relazione restano poi sospese ed ambigue: se le attuali norme promuovessero l’inquinamento (come attesterebbe il documento) non si comprende perché la soluzione del problema debba essere demandata alla Corte Costituzionale, organo autorevole ma dalla tempistica non certamente rapida. Quello che emerge con chiarezza, e che peraltro era già noto, è che i gessi rossi possono essere utilizzati per il ripristino ambientale soltanto in terreni con determinate caratteristiche morfologiche e privi di considerevoli falde acquifere. Così è stato fatto fino ad oggi e così andrà verificato che venga fatto, in attesa che l’azienda individui forme alternative di smaltimento. Un processo produttivo già inaugurato - conclude Sani - ma che va sicuramente accelerato”.

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