​“Forse che si forse che no”: Robur in bilico con i tifosi che attendono una sola cosa

Ricorrenti voci di cessione da parte della presidente Durio. Nessuna conferma. Mai come oggi, la Siena del calcio chiede un progetto credibile

Giuseppe
Giuseppe Saponaro
16 luglio 2020 02:45
​“Forse che si forse che no”: Robur in bilico con i tifosi che attendono una sola cosa

“Forse che sì, forse che no” è un romanzo di Gabriele D'Annunzio pubblicato nel 1910. Il titolo del grande scrittore sintetizza, al meglio, le ore convulse vissute dai tifosi del Siena.

Voci si sono susseguite su probabili acquirenti (italiani e stranieri). Nomi, cordate, gruppi. Solo una cosa è mancata: piccola ma essenziale. Una conferma ufficiale da parte della società che, fino a prova contraria, nel momento in cui scriviamo, è targata ancora Anna Durio.

Non sappiamo come andrà a finire però, come di consueto, proviamo tralasciare i “forse” di questa vicenda per provare a spiegare i “si” e i “no”. Su questi binari razionali passa il futuro del Siena.

Intanto, la scadenza del 15 luglio è stata rispettata. Gli adempimenti inerenti alle scadenze federali sono stati onorati. In questo c’è un chiaro segno di “presenza” da parte della presidente Durio: non è poco. La domanda però permane: venderà?

Non potendo rispondere al quesito, proviamo a dare un’identità ad un elemento che può essere il naturale punto di snodo nell’intera questione a prescindere da chi sarà al timone della società nell’immediato futuro: sia che essa rimanga nelle mani di chi la possiede sia che essa venga ceduta.

Anche attraverso i social, abbiamo provato a capire quale sia la reale esigenza di chi tiene alla Robur: risposta semplice. Oggi più che mai, un progetto credibile. Lo chiede il tifo organizzato (anche i Fedelissimi hanno fatto sentire la loro voce attraverso i propri canali), lo fa l’appassionato che non si gode il sole sulla spiaggia per spiare, sul telefonino, le ultime novità sullo specifico tema.

Pare l’esigenza sia comune: qualcosa che assomigli ad un’idea di calcio programmato ed affidato a persone esperte che possano usare le proprie risorse, umane e finanziarie, per costruire, se non un sogno, almeno l’idea di esso.

Questo è il tempo in cui una città, anche attraverso la sua squadra di calcio, può trovare occasione di crescita, sviluppo e coesione nell’unità di intenti. Attenzione però: un valido progetto passa anche attraverso una comunicazione trasparente, coerente, continua. Una comunicazione che non ammetta “gap” tra società e pubblico. Che il passato, in questo senso, valga quale lezione appresa.

Più di un secolo è trascorso dallo scritto D’Annunziano. Il tempo dei “forse” appare superato. La Robur necessità di certezze e progettualità. Per il proprio presente, per il proprio futuro.

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