Firenze: iniziativa ieri “per un’Italia libera da Ogm”

Fuori gli Ogm dall’agricoltura: manifestazione di Greenpeace. Cia: “Sarebbe la fine”. Sviluppato il brevetto per l’identificazione genetica della Cinta senese

Nicola
Nicola Novelli
06 aprile 2014 22:56
Firenze: iniziativa ieri “per un’Italia libera da Ogm”

Ieri gli attivisti di Greenpeace hanno organizzato un presidio a Firenze in Via Martelli difronte Eataly per informare i cittadini sulle conseguenze e i rischi delle coltivazioni OGM. Sono stati distribuiti volantini informativi ed esposto uno striscione con scritto “NO OGM”.

In Italia è partito il conto alla rovescia sugli OGM. Il prossimo 9 aprile, infatti, il Tar del Lazio si pronuncerà sul ricorso presentato da un agricoltore friulano contro il decreto interministeriale che proibisce la semina di mais MON810. Se il ricorso fosse accolto, si rischia di aprire la strada a semine incontrollate di colture OGM con conseguenze drammatiche per la filiera agricola italiana, l’ambiente, le produzioni biologiche, le esportazioni e la libertà di scelta dei cittadini.

Greenpeace, con la Task Force "Per un'Italia libera da OGM", composta da 39 associazioni, che oggi ha organizzato presidi in diverse città italiane, rinnova l’appello al Presidente del Consiglio Matteo Renzi e al governo perché venga emanato con effetto immediato un decreto contro le semine OGM e, a partire dal semestre italiano, si impegni in sede europea a elaborare finalmente una chiara iniziativa per impedire coltivazioni geneticamente modificate.

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“All’inizio ho creduto anch’io come tanti agricoltori statunitensi alle promesse delle aziende del biotech. Ci hanno detto che avremmo dovuto usare meno pesticidi e ottenuto maggior profitti, invece nessuna promessa è stata mantenuta. Ora abbiamo più erbacce e più insetti resistenti ai pesticidi ed è molto difficile uscire da questo tipo di produzione agricola. Io ho iniziato la riconversione della mia azienda un anno fa” spiega Wes Shoemyer, agricoltore del Missouri.

"Come ci testimoniano gli agricoltori degli Stati Uniti, la strada degli OGM è una via senza ritorno. Per tutelare ambiente, agricoltura e libertà di scelta delle persone, la scelta possibile e' una sola, mantenere l'Italia libera dagli OGM!" commenta Federica Ferrario, responsabile Campagna Agricoltura di Greenpeace Italia. “Per questo vogliamo ribadire al Presidente del Consiglio Renzi e al governo la necessità di varare un decreto con effetto immediato contro le semine OGM”.

In attesa di un intervento del governo, le Regioni si stanno muovendo. La Regione Friuli ha emanato un regolamento che vieta la semina e la coltivazione di OGM sul suo territorio in caso di successo del ricorso al Tar, ipotesi in cui le associazioni della Task Force presenterebbero comunque ricorso al Consiglio di Stato.

Quasi otto italiani su 10 (76 per cento) sono contrari agli OGM, secondo l’ultima rilevazione condotta da Ipr marketing nel giugno 2013. In Italia abbiamo ancora la possibilità di scegliere e di fermare l'avanzata di un modello agricolo che potrebbe mettere in serio pericolo l’identità e la distintività di uno dei settori che può contribuire maggiormente alla ripresa economica ed occupazionale del Paese. Distintività, qualità e tipicità sono le strade vincenti in questa fase congiunturale, come dimostra il boom degli acquisti diretti di alimenti garantiti OGM free dai produttori agricoli che nonostante un calo dei consumi alimentari in Italia del 3,7 per cento sono aumentati del 67 per cento nel 2013.Anche la Cia Toscana ribadisce in modo netto che “L’agricoltura toscana non ha bisogno di Ogm.

Gli Ogm riuscirebbero in poco tempo a distruggere l’immagine e la qualità delle nostre produzioni, che invece sanno esprimere qualità e tipicità”. La Cia Toscana, da sempre in prima linea nelle battaglie contro gli Ogm, anche oggi prosegue il proprio impegno all’interno della task force – insieme alla Cia nazionale - per un’Italia libera da Ogm che mette insieme 38 associazioni a livello nazionale. La Cia, aderendo alla mobilitazione nazionale “Per un’Italia libera da Ogm”, apprezza e sostiene le iniziative assunte dalle altre associazioni della task force, a partire da quella promossa oggi a Firenze da Legambiente. Vogliamo una agricoltura libera da Ogm – ribadisce la Cia -.

Non si torna indietro, per questo dobbiamo continuare a puntare su qualità, biodiversità e sostenibilità. La Cia Toscana è attiva da settimane, ed in questi giorni in particolare, con iniziative in tutta la regione, anche attraverso le attività intraprese dalle strutture territoriali, per riaffermare sia il ‘no agli ogm’ che il valore dell’agricoltura di qualità, uno dei pochi settori a livello nazionale e regionale che reagisce in maniera positiva alla crisi assicurando coesione economica, territoriale e sociale.“Il brevetto per l’identificazione genetica della razza suina Cinta senese rappresenta un risultato molto importante nel percorso teso a valorizzare le nostre produzioni tipiche e con esse il territorio, in termini di qualità, competitività e innovazione.

A dare un valore aggiunto è anche il lavoro di squadra che ha coinvolto diversi soggetti, sotto il coordinamento dell’amministrazione provinciale”. Con queste parole il presidente della Provincia di Siena, Simone Bezzini commenta il brevetto per l’identificazione genetica della razza suina Cinta senese presentato ieri, venerdì 4 aprile e messo a punto da Sèrge Genomics, azienda spin off dell’Università degli Studi di Siena, con il supporto del Consorzio di Tutela della Cinta senese e della Provincia di Siena. “Attraverso esperienze come questa - aggiunge Bezzini - la ricerca genetica si mette a servizio di elementi e prodotti sinonimo di tipicità e qualità per un territorio, come lo è la Cinta senese per le Terre di Siena, e apre nuove frontiere su cui investire per guardare al futuro, puntando su innovazione e ricerca e sul binomio che unisce qualità del prodotto e qualità del territorio.

Il nuovo strumento di identificazione, infatti, potrà aumentare la capacità competitiva delle nostre produzioni, contrastando in maniera concreta contraffazioni e alterazioni e valorizzando l’impegno per la sicurezza alimentare e la tracciabilità dei nostri prodotti a denominazione”. “Il lavoro di squadra svolto per sviluppare questo progetto - conclude Bezzini - testimonia come ci sia spazio per l’innovazione e la ricerca anche nell’ambito agroalimentare e dello sviluppo rurale, unendo competenze, professionalità e risorse.

Un esempio positivo che segue un altro risultato importante, quello dell’identificazione genetica del Dna della Vernaccia di San Gimignano, e che ha contato ancora una volta sul contributo di diversi soggetti, sostenuti dalla Provincia di Siena, e ai quali va un sentito ringraziamento: l’azienda spin off dell’Università degli Studi di Siena, il Consorzio di Tutela della Cinta senese, il Dipartimento di Scienze della vita dell’Ateneo senese e l’azienda Terra di Siena che ha messo a disposizione i campioni di prodotto da analizzare ai fini della ricerca”.

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