Alla fine lo stadio viene giù, bordate di fischi, tutti i 21mila del mini-Franchi urlano in coro “Fuori le palle, tirate fuori le palle”, poi “Rispettate la nostra maglia” e anche “Meritiamo di più”. Fa un certo effetto, anche per il calore messo giù per un centinaio di minuti abbondanti (lunghi i due recuperi concessi dal disastroso Kevin Bonacina da Bergamo, poi ne parliamo, di Bonacina, del suo assistente Capaldo e del criterio di designazione di un arbitro lombardo) ma insomma sono buffetti, come contestazione è perfino fiacca in confronto a quello che si è visto in campo. Roba da voltarsi in assoluto silenzio o abbandonare rapidamente gli spalti mentre i giovanotti, passato qualche minuto di sosta in mezzo al prato, si sono diretti a capo chino verso la FerroFiesole.
Perché delle due l’una: o non si impegnano, e vanno presi provvedimenti; oppure – come cova sempre più cocente il sospetto – sono di livello tecnico bassino, per dirla con ampia generosità. In più, guidati da un tecnico con le idee poco chiare. In più, scelti e pagati da una società e da una dirigenza poco avveduta. Strapagati, in qualche caso, il commento più tenero per Piccoli titolare dal 1’ con Kean è stato “non male, 30 milioni per un paracarro”.
Roba che nemmeno Nzola, alle prime uscite.
A dir poco raccapricciante, quello che si è visto allo stadio contro il Como. Che è squadretta svelta e pratica, con qualche gioiellino e un buon telaio, anche del resto già abbastanza rodato dalle mani di Fabregas, e pensa te, gli mancava anche qualche serpente come Diao (in compenso c’è Morata che è odiosissimo provocatore, e un po’ tutti tendono a pestare come Fabbri e poi magari lamentarsi, ma l’arcangelo Bonacina da Bergamo pare non essersene avvisto).
E però questo argomento non ha da servire da grimaldello per buttar dentro il solito “invece a Pioli diamogli tempo, in fondo sono insieme da poco”. No. Avrà soldi a palate e ambizioni da Champions, avrà tifosi illustri tra le star di Hollywood ma sempre il Como rimane, benché questa spazzolata sia la seconda di fila al Franchi dopo lo 0-2 del febbraio scorso. E in ogni caso i numeri del match parlano impietosi, tutti a favore dei lariani: possesso palla 62-38%, tiri totali 19-8, tiri in porta addirittura 7-1, angoli 6-2, passaggi 501 contro 312 con percentuale di precisione 84-76%.
E questa è una chiave possibile per leggere lo sfacelo viola. Insieme a un’altra, quel gol arrivato un po’ presto, appena 5 minuti, e comunque da palla inattiva, e comunque da un centrocampista e non da una punta, e comunque e comunque, se vado avanti a comunque non smetto più. Dunque, la percentuale di passaggi sbagliati. Nel primo tempo che ha visto in campo dall’inizio gli invocati Nicolussi Caviglia e Fazzini, con Mandragora in mezzo e Lamptey in fascia destra a completare il centrocampo, insomma un chiaro 4-4-2, sembrava che in verità il passaggio sbagliato fosse spesso solo l’ultimo, un pizzico di consolazione perché almeno era l’ultimo, cioè si puntava avanti.
Poi, uscito Lamptey per un infortunio speriamo non grave, entra Fortini e si vede che funziona poco la catena con Dodo, che è in serata decisamente no, ne azzecca davvero poche, ma fare il terzino pure non fa per lui, come fa pochino sull’altro corridoio per Gosens alle prese con gente che lo triplica fisso in velocità, e in più poco ispirato col piede.
Le idee comunque sono sempre pochine, Nicolussi avrebbe bisogno di qualcun altro davanti a sé, l’idea da provare sarebbe farlo giocare con Fagioli, e non in alternativa, mentre Fazzini qualcosa di buono fa vedere, quanto a guizzi e verve, ma è nel deserto, la squadra spesso si allunga troppo perché Fabregas fa girare bene i suoi, e là davanti Piccoli e Kean finiscono piano piano con l’ignorarsi, o non trovarsi, e comunque palla giocabile ne arriva sempre meno.
E in ogni caso il primo tempo un minimo di intensità lo fa vedere, un po’ di ritmo c’è anche se il gol arriva su palla inattiva e poi al buon Butez praticamente pagano il biglietto. Avvisaglia di dramma in pieno recupero, quando Bonacina (sì, me lo chiedo: puoi mandare un lombardo vicino di casa ad arbitrare una squadra lombarda? Un tempo vigevano ben altri criteri) si inventa un rigore per il Como, fallo di Nicolussi su Perrone che viene trasformato in punizione dal limite (Paz la calcia sul muro) ma in realtà non era neppure fallo perché le riprese mostrano chiaro come sia Perrone a intralciare il viola con una gamba in mezzo alle sue e quindi a sbilanciarlo.
Vabbè, figuraccia per disastro Bonacina che si è inventato un mare di stupidaggini, ha invertito falli, ha gestito malissimo i cartellini, riposo.
Nel secondo tempo la musica cambia. Idee da parte viola zero. Seconde palle sempre perse. Avversari sempre soli sul limite dell’area. Palloni in avanti solo a lancioni ma laggiù ci si muove poco. San De Gea fa un miracolo su Sergi Roberto, ma poco dopo l’ora – quando intanto Fagioli e Sohm hanno preso il posto di Mandragora uscito per una botta al capo e di Fazzini, chissà perché – Kempf salta di testa indisturbato in area su cross da palla inattiva e la mette dentro, con De Gea immobile.
E’ la fine della Fiorentina, gioca solo il Como, palle in avanti pochissime se non i soliti lancioni a vuoto perché 1) Fortini si dà da fare ma sbaglia lo sbagliabile, 2) Sohm porta avanti un buon pallone, ha un bel rimpallo e si trova in posizione buona ma calcicchia un tiretto sbilenco fuori, 3) Bonacina, ancora lui, ferma senza concedere il vantaggio Kean lanciato bene per un fallo su Dzeko che ha sostituto il sempre meno palpabile Piccoli. E in tutto questo marasma in pieno recuperone solo Addai crede in una palla che sembra avviarsi al fallo laterale, l’agguanta, la difende, si fa portare in posizione calcio da Pongracic che non si oppone, spara secco basso sul palo di De Gea che… eh beh, san Davidone, eh beh…
Fine tra i fischi, come si è detto, Pioli ammette gli errori, “Comprendiamo i fischi dei nostri tifosi, è naturale che siano delusi. Ci aspettavamo tutti un esordio diverso in campionato, e loro giustamente nutrono grandi aspettative che al momento non stiamo soddisfacendo. L’unica strada che conosco per uscire da questa situazione è lavorare meglio, cercare nuove soluzioni, ed è mia responsabilità guidare questo processo”. Gli fa eco Ranieri, “ci siamo guardati a fine partita nello spogliatoio, ci siamo detti che così non va bene, bisogna dare di più. Non ci aspettavamo un inizio così, ora prepariamoci bene per questo derby e recuperiamo entusiasmo”.
Già, derby. Si va a Pisa tra sette giorni, poi tour de force tra Roma in casa, Milan fuori, Bologna al Franchi e Inter a San Siro e in mezzo anche la prima del girone di Conference. Ma intanto, diciassettesimo posto in classifica, 2 punti in 4 partite, 3 gol fatti e 6 subiti. E se il Pisa fa risultato a Napoli (hai visto mai) anche peggio. Che tristezza, amici.
FIORENTINA (4-4-2): De Gea; Dodò, Pongracic, Ranieri (77' Viti), Gosens; Lamptey (22' Fortini), Nicolussi Caviglia, Mandragora (62' Sohm), Fazzini (62' Fagioli); Piccoli (77' Dzeko), Kean. All. Pioli.
COMO (4-2-3-1): Butez; Smolcic, Diego Carlos, Kempf, Valle (82' Posch); Perrone, Sergi Roberto (Dal 94' Da Cunha); Vojvoda (46' Jesus Rodriguez), Paz, Kuhn (61' Addai); Morata (61' Douvikas). All. Fabregas.
ARBITRO: Bonacina di Bergamo; assistenti Capaldo-Politi; quarto ufficiale Feliciani; Var Ghersini-Aureliano
MARCATORI: 6' Mandragora (F), 65' Kempf (C), 90' +4 Addai (C)
NOTE: ammoniti Vojvoda (C), Pongracic (F), All. Pioli (F), Sergi Roberto (C), Ranieri (F), Kempf (C), Dodò (F), Sohm (F); angoli 6-2 Como, spettatori 21.158