Una nuova edizione che racconta di un Mediterraneo corale, costellato di viaggi, tradizioni, comunità, visioni, suoni, danze.Un Mediterraneo “terra di mezzo” che unisce il sopra e il sotto, il reale e l’immaginario, il maschile e il femminile, anche dove questo significa individuare traiettorie alternative al consueto e segni che indicano strade possibili e impossibili.
Un Mediterraneo espanso che non vuole confini e che sprigiona la sua vibrante essenza di crocevia di riti e di tradizioni, di un presente che non dimenticando il passato costruisce il suo futuro.Per oltre un mese, con 40 titoli, 68 appuntamenti, 10 spazi, più di 150 artisti di 15 paesi, Fabbrica Europa 2024 si delinea come un articolato percorso multidisciplinare nella creatività contemporanea attraversato da ricerche e sperimentazioni su linguaggi artistici in continua evoluzione declinati da grandi maestri e autori emergenti.
Il Festival si apre al TEATRO GOLDONI di Firenze (ven 13 e sab 14 SETTEMBRE ore 21) - in collaborazione con Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino e Il Teatro delle Donne - con invisibili di AURÉLIEN BORY.
Approfondimenti
Prodotto dal Teatro Biondo di Palermo e dalla Compagnie 111, vincitore in Francia del prestigioso Prix de la Critique come miglior performance della stagione 2023-2024, invisibili arriva a Firenze con la sua straordinaria rappresentazione di un Mediterraneo antico e attuale. Un omaggio a Palermo e alla Sicilia, crocevia di culture, in cui Bory, sulle orme di Pina Bausch, unisce teatro, danza e arte visiva di fronte a un'opera del XV secolo, Il Trionfo della morte, diventato un simbolo della città e del potere salvifico dell’arte. "L’affresco rappresenta, sullo sfondo, la peste bubbonica, flagello della storia che ha duramente colpito la città di Palermo. Ma naturalmente - spiega il regista - ho posto l’affresco nel contesto attuale, che esprime i flagelli della nostra epoca: le morti dei migranti, le guerre, le catastrofi naturali."
La collaborazione con Fondazione Teatro del Maggio Musicale Fiorentino si arricchisce di spettacoli e performance che trovano spazio in un percorso inusuale all’interno del Teatro: oltre all’Auditorium Zubin Mehta, sono infatti coinvolti il Retropalco e la Chiostrina.
Il palco dell’Auditorium Zubin Mehta accoglie (dom 15 SETTEMBRE ore 19) That’s All Folks! la nuova creazione, coprodotta da Fabbrica Europa, di DAMIANO OTTAVIO BIGI e ALESSANDRA PAOLETTI.
In una scenografia dal tratto incisivo e minimale, un quartetto di interpreti di altissimo livello - Ching-Ying Chien, Issue Park, Faith Prendergast e lo stesso Bigi - è impegnato in un lavoro che mette in dialogo danza, scienza e mito.
Ispirandosi al concetto di "orizzonte degli eventi", lo spettacolo racconta la vertigine fisica verso l’ignoto, la caduta, l’essere improvvisamente trascinati in un tempo e in un luogo dove non esiste più un asse o una prospettiva centrale, ma dove tutto cambia a seconda di dove guardiamo.
Nel Retropalco del Teatro del Maggio (sab 14 ore 19 e dom 15 SETTEMBRE ore 20) l’artista norvegese di origine giamaicana HARALD BEHARIE porta in scena Batty Bwoy, una performance che ha ottenuto la nomination al premio della Norwegian Critics Association (2022) e ha vinto il Premio Hedda come miglior produzione di danza (2023).
Batty Bwoy è un’espressione usata in Giamaica per indicare in modo dispregiativo le persone queer, percepite come figure perverse, deviate e mostruose. Beharie se ne riappropria, svelandone la vulnerabilità, in un solo che affronta e sfida stereotipi e preconcetti e indaga modi alternativi di essere, danzare ed esistere, esplorando ambiguità, incertezza, illusione, speranza, fragilità, intensità emotiva.
Nella Chiostrina del Teatro del Maggio (sab 14 e dom 15 SETTEMBRE ore 18) CRISTINA KRISTAL RIZZO presenta MONUMENTUM the second sleep / prima parte, il solo, interpretato da MEGUMI EDA. Monumentum: memoria, documento, segno di riconoscimento, qualcosa che viene dal passato.
Attraversata da visioni oniriche e da esperienze corporali non verbali, come le pratiche di ipnosi guidata, questa prima parte ha un andamento racchiuso in un solo danzato da Megumi Eda, già storica danzatrice di Karole Armitage. Un corpo in uno slancio vitale, nel tentativo di aprire altri piani della memoria e riconnettersi alla propria storia.