Festa della Toscana, l'intervento di Rosy Bindi

"Grazie a chi ha scelto di dedicare a Don Lorenzo Milani questa edizione. Rendiamo feconda la sua testimonianza"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
30 novembre 2023 18:06
Festa della Toscana, l'intervento di Rosy Bindi

Firenze – “Un caloroso saluto a Antonio Mazzeo, a Eugenio Giani, al Consiglio regionale della Toscana, alla presidente Sciarra, ai sindaci, ai ragazzi presenti e a chi ha scelto di dedicare a Don Lorenzo Milani questa edizione della Festa della Toscana”, ha detto l’onorevole Rosy Bindi, presidente del Comitato delle celebrazioni per il centenario di don Milani in apertura del suo intervento. “Una scelta impegnativa, perché lui non ci chiederebbe di celebrarlo, ma di seguire il suo cammino e rendere feconda la sua testimonianza.

Un legame molto forte tra don Lorenzo e la Toscana, insieme all’attualità della sua lezione, diviso in un doppio profilo: da una parte la sua famiglia facoltosa e dall’altra la Toscana operaia e contadina che scopre quando si fa prete. La ricca e borghese Toscana culla del Rinascimento e, accanto, la Toscana sfregiata dalla povertà e dall’ingiustizia. In seminario si spoglia della sua provenienza agiata per abbracciare Cristo e farsi povero con i poveri.”

“La sua vocazione lo fa avvicinare ai poveri – ha proseguito Rosy Bindi; – ha smesso di appartenere alla classe agiata, gli operai pratesi e i contadini mugellani sono i suoi parrocchiani a Calenzano e Barbiana. Tocca con mano le necessità di un popolo povero, all’inizio della sua esperienza di sacerdote era fiducioso di realizzare i principi della nostra Costituzione, una Costituzione aspettata da duemila anni. Si sentiva vicino ai cattolici democratici come Dossetti, Fanfani, La Pira. I problemi sociali per colmare l’abisso di ignoranza che impedisce ai poveri un vero riscatto: ‘solo se studierete vi potrete riscattare’.

Non è una figura isolata, “resta figlio della chiesa fiorentina seguendo l’esempio di La Pira per un vero riscatto sociale in una città dove ci sia per tutti un posto per pregare, per lavorare, per pensare, per guarire.” Il sindaco La Pira si impegna nel salvataggio della Pignone, nel programma di edilizia popolare, nella mensa dei poveri, nelle iniziative in favore della pace, nel dialogo interreligioso. Il giovane sacerdote don Milani diventa oggetto di attacchi feroci. A 56 anni dalla morte di don Milani, il suo messaggio è ancora attuale e ancora scomodo.

Oggi è cresciuto il benessere, ma si assiste all’aumento delle disuguaglianze, della povertà, allo sfruttamento degli immigrati”.

“Il suo ‘mi importa’ è ancora attuale – ha concluso Rosy Bindi – per allontanare la sfiducia nelle istituzioni, la condanna di tutte le guerre, l’obbedienza al rispetto di legge giuste che proteggono gli umili e sanzionino gli oppressori. La sua lezione la ritroviamo in una Toscana solidale. Noi siamo questa terra, noi possiamo rilanciare l’amore e la pace. ‘Lettere a una professoressa’ è il suo testo fondamentale, la scuola ha un unico problema, i ragazzi che perde, inaccettabili i numeri dell’abbandono scolastico.

La scuola deve tornare al primo posto per le istituzioni e per le famiglie. Papa Francesco ci ha restituito un grande prete toscano e, in questo anno, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ci ha restituito un grande italiano, con la sua lezione per una responsabilità attiva. Dobbiamo cercare di opporci a scelte politiche che si sono allontanate dalla nostra Costituzione e impegnarci perché ci sia un’Italia sempre più libera e giusta”.

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