Emergenza calore: l’ASL invita le aziende a fare attenzione

Rispettare le misure di prevenzione nelle attività outdoor e indoor. Cisl e Filca: "Tutelare i lavoratori più esposti"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 luglio 2023 11:58
Emergenza calore: l’ASL invita le aziende a fare attenzione

Firenze - Anche quest’anno cominciano ad arrivare le notizie di lavoratori vittima di colpi di calore. È di ieri la notizia di un decesso per “sospetta ipertemia” di un lavoratore nel territorio della ASL. A rischio sono soprattutto i lavoratori outdoor (cantieri edili, agricoltura) e indoor nelle aziende dove vengono effettuate lavorazioni a caldo.

Si ricorda che il D.Lgs 81/08 impone l’obbligo di valutare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori; al Titolo VIII “Agenti Fisici” il microclima è richiamato fra gli agenti fisici per i quali è obbligatoria la valutazione del rischio (art. 180). La valutazione deve essere effettuare con cadenza almeno quadriennale da personale qualificato ed in possesso di specifiche conoscenze nell’ambito del servizio di prevenzione e protezione.

Anche quest’anno come negli ultimi anni la Regione Toscana ha inviato a maggio, per la diffusione, una nota alle associazioni datoriali e dei lavoratori, specialmente di quelli che svolgono attività all’aperto (agricoltura ed edilizia) per richiamare il rischio, e fornire linee di indirizzo per affrontarlo.

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Quest’anno la nota della regione è ancora più dettagliata degli altri anni: in primo luogo include una check list per individuare le attività a rischio per le quali deve essere effettuata la valutazione. Seguono indicazioni sugli strumenti utilizzabili, come misure ambientali con il Globo-termometro (WBGT), per effettuare una valutazione di questo rischio che si intensifica ogni anno di più. In specifico sono richiamati le metodiche (algoritmi o “calcolatori”) messi a punto nell’ambito del progetto Worklimate – che coinvolge Regione Toscana, INAIL, CNR, Lamma e le Aziende USL Sud-Est Toscana Centro.

Sul sito Worklimate sono presenti le previsioni sul rischio calore a tre giorni personalizzate per tipo di attività; mentre sul sito del Ministero della salute si possono reperire i bollettini con le previsioni delle ondate di calore.

Un punto critico è la tutela dei lavoratori più a rischio per condizioni personali e patologiche. A questo proposito nella nota regionale è presente anche una check list destinata ai lavoratori per capire se presentano “particolari fattori di suscettibilità individuale”. Su questo aspetto un importante contributo può essere fornito dai medici competenti cui i lavoratori che ritengano di trovarsi in condizioni di suscettibilità dovrebbero rivolgersi, o che meglio ancora dovrebbero individuare già prima quali addetti a lavorazioni a rischio calore presentino condizioni di iper-suscettibilità.

In ogni caso è fondamentale che vengano applicate le misure di mitigazione del rischio, alcune delle quali dovrebbero ormai essere molto ben conosciute, in particolare l’idratazione e l’effettuazione di pause.

  • Assicurare la disponibilità di acqua fresca potabile facilmente accessibile. L’idratazione è essenziale per il mantenimento della salute e della produttività
  • Pianificare pause, anche brevi ma frequenti, da effettuare in aree ombreggiate per i lavoratori outdoor o climatizzate per quelli indoor
  • riorganizzazione dei turni ed orari pianificando le attività che fisicamente sono più impegnative durante i momenti più freschi della giornata ed interrompendo il lavoro qualora il rischio sia particolarmente elevato.

    I turni per i lavoratori più “vulnerabili” devono essere programmati nelle ore meno calde e con la previsione di pause più lunghe

  • Meccanizzare il più possibile le fasi lavorative che richiedono impegno muscolare e fisico per ridurre il calore endogeno prodotto dall’attività lavorativa
  • Fare indossare abiti estivi leggeri di cotone e scarpe di sicurezza di modello estivo
  • Sviluppare, in collaborazione col medico competente, un piano di monitoraggio e di risposta alle emergenze, individuando una persona per sovrintendere al piano di sorveglianza e risposta agli effetti dello stress da calore
  • Informare e formare tutti i lavoratori sugli effetti da caldo e sui sintomi delle malattie da calore ed evitare il lavoro solitario
  • Favorire l’acclimatazione dei lavoratori: sono necessari dai 7 ai 14 giorni per raggiungere uno stato di acclimatazione.

    In caso di ondata di calore i lavoratori neo-assunti e quelli che riprendono il lavoro dopo un'assenza prolungata devono iniziare con un carico di lavoro ridotto e aumentare gradualmente nei giorni successivi

Le misure specifiche da mettere in atto si differenziano poi in parte tra lavoratori outodoor e indoor, anche in relazione a quanto emerge dalla valutazione dei rischi.

Il Dipartimento di Prevenzione della ASL Toscana Centro è da diversi anni impegnato su queste tematiche con iniziative rivolte ai principali settori lavorativi che effettuano lavorazioni a caldo e collaborazione con Scuole Edili per la sensibilizzazione delle aziende sul tema.

“L’ondata di afa non sembra dare tregua. Una situazione, quella del caldo torrido, che non si deve più considerare un fenomeno eccezionale e limitato a qualche giorno, ma un problema con cui dovremo fare i conti sempre di più nei prossimi anni. Tra le priorità c’è quella di garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori impegnati nei settori più esposti” A dirlo sono il segretario generale della Cisl Toscana, Ciro Recce e la segretaria generale Filca-Cisl Toscana, Simona Riccio.

Tra i settori più esposti c'è quello dell'edilizia. “Le temperature elevate – spiega Simona Riccio – aumentano i rischi di infortuni anche gravi. In questi periodi sarebbe opportuno contrattare una riduzione dell’orario di lavoro, da recuperare nei periodi più freschi. E non dimentichiamo che una circolare dell’Inps prevede il ricorso alla cassa integrazione quando la temperatura supera i 35 gradi, anche solo percepiti, e non c’è la possibilità di operare in luoghi protetti dal sole.

La normativa – osserva la segretaria della Filca - per troppi anni si è occupata più degli eventi meteo invernali. Direi che è arrivato il momento di occuparci degli eventi meteo estivi, con un intervento organico sul tema a partire dai 35 gradi all’ombra, che vanno rivisti al ribasso per i lavori edili, specialmente per quelli in quota. Inoltre – prosegue - chiediamo un sistema più capillare per la rilevazione delle temperature. Il caldo, come noto, aumenta i rischi. E questo vale ancora di più per gli over 60, che nei cantieri italiani rappresentano ben l’8% degli addetti (circa 60 mila sui 746 mila totali, come riportato dalla Commissione delle Casse edili).

L’edilizia deve stare al passo con i cambiamenti climatici in atto, per il benessere, la salute, la sicurezza dei lavoratori e per la qualità del costruito - conclude Riccio -; per questo sarebbe necessario anche un tavolo di confronto con le istituzioni regionali”.

"Oramai siamo tutti consapevoli che il meteo sta cambiando, e non solo lo si nota per le enormi bombe di acqua che mettono in ginocchio interi territori, ma cambia anche la temperatura che, sempre più frequentemente, si presenta con picchi di calore molto elevato, 40/45 gradi, e di durata molto più lunga rispetto agli anni passati -commenta Mirko Lami, Dip. Sicurezza nei luoghi di lavoro CGIL Toscana- Questo fenomeno deve far intervenire i soggetti che si occupano di Sicurezza nei luoghi di lavoro insieme alle Asl e le parti datoriali.

Lavorare sotto il sole a 40 gradi, e fare un lavoro pesante come stendere il bitume per rifare il manto stradale, significa aumentare il rischio di colpo di calore che può essere molto pericoloso perché, come spiegano i medici, potrebbe colpire gravemente l’encefalo.

Vi sono però altri lavori che mettono ad elevato rischio i lavoratori e di cui si parla poco, ad esempio tutti i lavori edili che si occupano di rifacimento delle facciate delle abitazioni, oppure i lavori in agricoltura ma anche quelli dove si opera in ambienti dove il sole non entra, ma il calore e il tasso di umidità sono altissimi, come le fonderie, le tintorie, le vetrerie, dove si rischiano colpi di calore che possono portare ad infarti.

Spesso in questi giorni si sente parlare di svolgere i lavori di notte, ma questo non sempre è possibile perché non in tutti i lavori la luce artificiale è sufficiente a garantire la visibilità necessaria per ottimizzare il lavoro.

La legge permette anche di fermare il lavoro, in situazioni estreme e pericolose per le maestranze, ma si sente dire da imprenditori che il capitolato non lo permette perché aumenterebbero i costi; insomma, di fronte al pericolo che con gli anni si presenta sempre più accentuato, si mette di fronte il profitto e questo non porta niente a tutti gli sforzi che facciamo sulla sicurezza.

Ecco che abbiamo uno strumento che è a tutt’oggi poco utilizzato, e mi riferisco ad una figura particolare che può portare un grande valore aggiunto alla ricerca di soluzioni; il Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza o, dove non è presente, il Rappresentante dei lavoratori alla sicurezza territoriale che conosce il lavoro e, attraverso un lavoro di squadra con la Asl e il Responsabile Servizio Prevenzione e Protezione aziendale, può portare il suo contributo sul documento di valutazione del rischio e, quando possibile, può indicare una turnazione più idonea".

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