Dopo Referendum: Renzi da Mattarella, reazioni in Toscana

​Le reazioni toscane nel giorno che segue il voto e le dimissioni di Palazzo Chigi ed anticipa le decisioni del Quirinale

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
05 dicembre 2016 15:38
Dopo Referendum: Renzi da Mattarella, reazioni in Toscana

Grande soddisfazione per l’esito del voto da parte del Comitato promotore toscano, dove il Sì ha però trionfato.

Francesco Baicchi per il coordinamento regionale toscano dei Comitati per il No al referendum costituzionale dichiara: "La netta vittoria del No, con pochi casi diversi, come in Toscana, è stata la risposta popolare a una ‘riforma’ costituzionale portata avanti da una maggioranza parlamentare fittizia, in quanto non rappresentativa della maggioranza dei cittadini, come sancito dalla sentenza 1/2014 della Corte Costituzionale. Le dimissioni immediatamente annunciate dal Presidente del Consiglio sono la conferma evidente che si è trattato soprattutto del tentativo di ottenere una legittimazione plebiscitaria; tentativo inequivocabilmente fallito. Adesso ci aspettiamo che un nuovo governo si occupi dei problemi reali del Paese e dei cittadini, dopo mesi e mesi di occupazione mediatica del premier e del suo esecutivo condotta a colpi di slogan e di tweet, e unicamente dedicata a questo attacco alla Costituzione repubblicana"."La vittoria del no al referendum rappresenta, insieme a molte altre cose, anche uno schiaffo alla logica dell'accentramento delle funzioni, che svilisce e impoverisce i territori, sempre meno ascoltati - commenta il sindaco di Volterra Marco Buselli - Mi auguro che questo sia l'inizio di un'inversione di tendenza, per un sistema delle autonomie locali in cui i territori abbiano voce in capitolo e dove la democrazia diretta non venga limitata o addirittura ostacolata.

Con questo risultato si recuperano spazi di democrazia importanti, anche per quanto riguarda questioni energetiche e ambientali a carattere strategico, su cui ci si dovrà continuare a confrontare coi territori. Gli organi sovraordinati dovranno poi prendere le decisioni, ma non deve essere possibile bypassare completamente le volontà di un territorio, specie per questioni che riguardano il proprio futuro".

“Il popolo italiano si è ripreso il suo ruolo di detentore della sovranità, respingendo l’arroganza e l’imposizione di una riforma scritta da un governo non legittimato dal voto popolare. Non sarà possibile non prendere atto della grande volontà di cambiare le cose che la gente comune ha dimostrato, recandosi in massa alle urne. Adesso nasce la necessità di tornare alle urne, poiché questo è un parlamento delegittimato da un premio di maggioranza attribuito incostituzionalemente.

Abbiamo bisogno solo di una legge elettorale che non ripristini la prima repubblica dei governi nati da mediazioni tra partiti ed inciuci, ma permetta al popolo italiano di avere governi che siano diretta espressione della propria volontàdichiara il Segretario Provinciale della Lega Nord Firenze Alessandro Scipioni."Renzi cercava il plebiscito? L’ha ottenuto, ma di segno opposto rispetto ai suoi desideri.

Ora spetta al centrodestra costruire un’alternativa che dia speranza e prospettiva agli elettori. L’auspicio è che a livello nazionale si persegua il modello dell’unità del centrodestra che in Toscana, terra di Renzi per eccellenza, abbiamo coltivato con risultati crescenti dal 2015 in qua" commenta il coordinatore regionale di Forza Italia in Toscana Stefano Mugnai (capogruppo azzurro in Consiglio regionale)."La cosa che credo abbia più infastidito gli italiani in questa campagna elettorale – incalza Mugnai – è stata l’evidenza con cui Renzi ha dimostrato che a lui non stava tanto a cuore riformare la Costituzione in meglio per il bene dei cittadini, bensì ottenere una legittimazione elettorale mai avuta, anteponendo così il suo interesse politico personale e particolare rispetto a quello del Paese". Contraccolpo in Toscana?  "E' un dato che in due dei tre comuni capoluogo di provincia, Carrara e Lucca, dove si andrà a votare per le amministrative nel 2017 ha prevalso il NO in maniera piuttosto netta.

Dopo i grandi successi del centrodestra alle amministrative nel 2015 e poi più ancora nel 2016 – afferma Mugnai – ecco che si fanno sempre più rosee le prospettive per scardinare il sistema di potere della sinistra che Renzi ha ereditato e implementato da par suo".

“Forza Italia ha dato una grande prova di solidità e vitalità in questo referendum. Ed è tornata riferimento per tutto il centro destra e per tutto lo scenario politico regionale e nazionale. Il risultato è evidente. In Versilia e la provincia di Lucca il dissenso è stato schiacciante anche grazie a tante iniziative e ad una campagna porta a porta che ci ha visto spiegare ai nostri concittadini le motivazioni per cui votare no ma anche le proposte per il dopo referendum.

Sono state le alternative, le nostre proposte concrete, a far pendere la bilancia verso il no. La discesa in campo di Berlusconi nel momento cruciale è stato un quid indispensabile. La politica di Renzi è stata bocciata” il commento di Massimo Mallegni, Sindaco di Pietrasanta e vice coordinatore vicario di Forza Italia. "Il centro destra, con Forza Italia, al centro insieme ai suoi storici e corretti alleati, Lega Nord e Fratelli d’Italia, ha dato prova di essere in grado di contrastare, anche in Toscana, il potere della sinistra e del Partito Democratico” conclude.

"Le dimissioni di Renzi, annunciate stanotte, dopo la netta bocciatura delle sue riforme da parte degli italiani non sono un gesto eroico, né tantomeno un gesto coraggioso o epocale, ma semplicemente un gesto dovuto. Il governo Renzi era stato incaricato a tempo determinato, per portare a termine le riforme: le stesse riforme che ieri il 60% degli italiani hanno respinto. Il suo mandato quindi si è esaurito" commenta Francesco Torselli, portavoce regionale di Fratelli d'Italia e capogruppo in consiglio comunale a Firenze.

"Adesso - prosegue Torselli - speriamo solo che il Presidente Mattarella non scelga l'ennesimo governo tecnico e di inciucio, ma rispetti quanto emerso ieri dalle urne, ovvero la volontà del popolo italiano di tornare protagonista delle scelte sul proprio destino. Adesso il nostro compito è costruire il fronte sovranista alternativo alla sinistra ed agli amici di Bruxelles e della Merkel; per costruirlo serve quanto prima un leader riconosciuto da tutto il nostro popolo: e l'unico strumento valido per sceglierlo sono le primarie.

Chi non accetta questa logica, preferendo il dialogo con il PD, non può essere dei nostri".

 Il laboratorio politico fiorentino di perUnaltracittà commenta "Dopo esserci impegnati nella più lunga campagna elettorale di sempre per contrastare la controriforma costituzionale del Governo Renzi oggi non possiamo che essere ampiamente soddisfatti dell'esito referendario. Constatiamo con soddisfazione la caduta del Governo che si era intestato, in luogo del Parlamento, la riforma costituzionale bocciata. Ci siamo riusciti nonostante la sproporzione delle forze in gioco: Governo, Confindustria e sue diramazioni, grande carta stampata, televisioni, governi di altri stati, finanza internazionale.

Abbiamo assistito anche all'utilizzo disinvolto, degno del peggior laurismo, dell'utilizzo della legge di bilancio: mance e prebende promesse a pensionati, studenti, dipendenti pubblici per citare gli ultimi esempi. Il Governo e la maggioranza politica che lo ha sostenuto non sono stati in grado di garantire neanche l'approvazione di una legge elettorale che ci permetta di tornare a votare. Il primo passo da compiere, a questo punto, è l'abrogazione di quel Porcellum 2 che chiamano Italicum: i voti degli elettori devono tornare a contare e così le preferenze, eliminando ogni possibile riferimento a liste bloccate, premi di maggioranza (che sono di minoranza!) e altri meccanismi in grado di sterilizzare il voto popolare.

Siamo sempre stati, inoltre, convinti che la difesa della Costituzione sia stata un'operazione dovuta, ma non sufficiente per continuare a lottare contro lo stato di cose esistente. Ora la priorità è continuare e cancellare le leggi imposte da una maggioranza drogata (nei numeri) da una legge dichiarata anticostituzionale: bisogna chiedere con grande forza, in via prioritaria, la cancellazione del Jobs Act, dello Sblocca Italia, del Piano casa e della Riforma della scuola" conclude perUnaltracittà - laboratorio politico.

“Mi aspettavo vincesse il No, ma non mi aspettavo certo un’affluenza così alta. Abituati a referendum abrogativi e ad elezioni varie dove si raggiunge a stento il 50% di affluenza, spesso si commette l’errore di paragonare il popolo italiano ad un gregge di pecore. Popolo italiano, ti chiedo formalmente scusa: quando si è trattato di difendere la Costituzione più bella del mondo, hai capito e ti sei mobilitato in massa” afferma Samuele Segoni, deputato di Alternativa Libera. “Questo – conclude l'esponente di Alternativa Libera - è un grosso stimolo per chi, come me, sta investendo le proprie energie nel creare un’Alternativa, un progetto degno di far uscire le persone di casa per andare a votarlo.

Per fortuna come Alternativa Libera siamo ancora in tempo: siamo nel pieno della nostra fase costituente e stiamo proprio dando vita, in maniera condivisa e partecipata, al nostro programma politico. Per chi come me ha già deciso da anni che la politica è solo una parentesi e non sarà la propria professione, c’è in ballo qualcosa di molto più arduo e nobile: la creazione di un quadratino su una scheda elettorale per cui valga la pena uscire di casa e mettere una X”. 

A Empoli, ieri per il referendum costituzionale hanno votato 27.581 persone (maschi 13.349, femmine 14.232) pari al 78.14% degli aventi diritto. Il Sì ha ottenuto il 57,34% pari a 15677 voti, mentre il No si è fermato al 42,66% pari a 11662 voti. Jacopo Mazzantini, segretario Pd Empoli così commenta: “Il risultato che abbiamo raggiunto nella nostra città non può bilanciare in alcun modo la delusione dell'esito nazionale, anzi.

Ma banalizzarlo o, peggio ancora, non rivendicarlo, senza eccessi chiaramente fuori luogo, farebbe un torto innanzitutto a tutti i cittadini empolesi che ci hanno nuovamente dimostrato, con numeri inequivocabili, una rafforzata fiducia. Analizzando attentamente e in dettaglio il voto ad Empoli, infatti, si evince che il SI ottiene pressoché gli stessi voti (15.677) di quanti ne prese il Pd alle europee del 2014 (15.895) ed evidenzia tale sovrapposizione, sezione elettorale per sezione elettorale, con lievissimi scostamenti. Nel 2014, però, il dato nazionale del Pd si attestò sul 40%, mentre i sondaggisti a novembre 2016 (gli stessi che hanno visto giusto sull'esito del referendum) hanno sempre dato il Pd tra il 30% ed il 32%.

Un dato, pertanto, emerge e può essere registrato con ragionevole sicurezza: il Partito democratico empolese ha confermato solidità e radicamento territoriale, anche grazie all'unità del proprio gruppo dirigente e ad un'amministrazione comunale che sta migliorando, giorno dopo giorno, la nostra città, mentre il consenso raccolto dal Sì è andato ben al di là dell'attuale elettorato del Pd e ciò lo si deve ad un Comitato che ha saputo aggregare e parlare a molti, puntando sui contenuti della riforma costituzionale e raccogliendo un risultato di eccellenza rispetto al panorama nazionale”. 

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