Dissesto idrogeologico: Legambiente plaude Rossi per l'appello fatto alle amministrazioni comunali

Negli ultimi anni si è costruito troppo spesso, male e in zone sbagliate della Toscana. Pit, i professionisti toscani: “Cambiare il Piano per difendere davvero il territorio. La Regione ascolti i cittadini e la società civile, non è troppo tardi”. ISIS Galileo Galilei: palestra allagata e infiltrazioni di acqua. Lavori sui torrenti Rimaggio e Stracchino

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 novembre 2014 19:10
Dissesto idrogeologico: Legambiente plaude Rossi per l'appello fatto alle amministrazioni comunali

Firenze, martedì 18 novembre 2014 – Modificare profondamente il Piano di indirizzo territoriale della Regione per difendere davvero il territorio della Toscana. È l'appello della Rete toscana delle professioni tecniche e scientifiche (che riunisce Ordini, Collegi e Federazioni di Agronomi e Forestali, Architetti, Geometri, Ingegneri, Periti Agrari e Periti Industriali) in occasione del convegno “Verso il nuovo Pit: osservazioni e contributi alla ricerca di un'idea del territorio condivisa”, in corso alla sede della Cassa di Risparmio di Firenze. “Non è troppo tardi – dicono i professionisti -.

La Regione, attraverso il lavoro del Consiglio che deve portare alla definitiva approvazione del Piano, può ancora aprire un momento di vero confronto con i cittadini e le forze sociali. Non per apportare qualche modifica marginale o per venire incontro ad interessi di parte. Ma per intraprendere un meticoloso lavoro di miglioramento del Piano che coniughi le istanze di tutela del paesaggio e di sicurezza ambientale con quelle di sostenibilità economica delle attività che presidiano il territorio, di competitività del sistema Toscana e di efficienza della pubblica amministrazione”.

Alla base dell'appello, le molte criticità rilevate dai professionisti nel Piano. “Innanzitutto – dicono - nel Piano si riscontra una profonda contraddizione tra le strategie socio-economiche dichiarate e le strategie territoriali effettivamente messe in atto. Mentre da un lato si invoca la necessità di una crescita che coniughi qualità, solidità e sostenibilità ambientale dello sviluppo, dall'altro si prevedono norme e prescrizioni orientate ad un modello conservativo, ad un approccio vincolistico e a teorie improntate alla 'decrescita'.

Come si può esaltare la funzione di presidio del territorio dell'attività agricola e contemporaneamente considerare attività di eccellenza della nostra Regione, come la viticoltura e la floricoltura, alla stregua di un problema ambientale?”. Altro esempio di tale dicotomia, secondo la Rete, è la contraddizione che accompagna nello stesso luogo le previsioni per le infrastrutture e le strategie di valorizzazione paesaggistica. “La manifestazione più evidente – dicono – è data dall'aeroporto di Peretola.

Come si può prevedere la realizzazione di un nuovo scalo aeroportuale di interesse strategico nazionale nella Piana fiorentina e contemporaneamente dichiararla un elemento paesaggistico e naturalistico da tutelare?”. Da rivedere, inoltre, secondo i professionisti toscani, le perimetrazioni delle aree tutelate per legge che “oggi costringono a complesse procedure per allargare la finestra di un capannone posto in una desolante area industriale al margine di un'autostrada mentre aree come il centro di Firenze, ad esempio, non hanno tutela paesaggistica”. Del lavoro da fare, per i professionisti, resta anche sul fronte della semplificazione delle norme, delle procedure e degli apparati amministrativi, temi verso i quali “il legislatore mostra una dolorosa, completa indifferenza”.

“Come può uno studio analitico di ben 3.500 pagine, praticamente una Treccani, diventare operativo senza determinare una situazione di scarsa chiarezza amministrativa?”, si chiedono i rappresentanti della Rete.

Legambiente coglie con soddisfazione l'approvazione da parte della Regione Toscana della legge per arginare il consumo di suolo che entrerà in vigore dal 27 novembre e che rappresenta un esempio a livello nazionale. L'appello fatto dal governatore Rossi alle amministrazioni comunali toscane di non costruire più nelle aree verdi, e fermare il consumo di suolo rivedendo da subito i piani urbanistici utilizzando incentivi regionali per diminuire il rischio idraulico, è non solo condivisibile ma costituisce anche un caposaldo per la pianificazione territoriale da osservare senza esitazioni. “L'unico modo per ridisegnare dal punto di vista urbanistico e paesaggistico il territorio regionale – affermano Angelo Gentili, della segreteria nazionale di Legambiente e Fausto Ferruzza presidente Legambiente Toscana - è fermare il consumo di suolo e privilegiare le ristrutturazioni alle nuove costruzioni di abitazioni.

Si è costruito troppo e male, e la Toscana non è esente da questa constatazione. Invitiamo con forza i comuni toscani ad accogliere l'appello di Rossi e rivedere i piani di previsione urbanistica, frenando il consumo di suolo, le nuove realizzazioni urbanistiche e ulteriori cementificazioni del territorio. Questo è il modo migliore per dare una risposta razionale e di maggior respiro ai danni causati dalle frequenti alluvioni che stanno minacciando sempre più il territorio regionale.

La più grande opera pubblica che può realizzare il sistema paese è la difesa dal rischio idrogeologico, la cura e la manutenzione del territorio, non certo nuove costruzioni e grandi opere. Ormai è evidente che per via dei cambiamento climatici dovuti alle eccessive emissioni di gas, le piogge sono sempre più abbondanti. Occorre stanziare risorse per opere urgenti e immediate che mitighino i fenomeno meteorici estremi, e realizzare anche una pianificazione di interventi di manutenzione del reticolo idrografico oltre ad opere di piccoli bacini a monte per rallentare il flusso delle acque e diminuire gli effetti disastrosi verificatisi negli ultimi anni”. Fondamentale anche fermare tutte le nuove realizzazioni urbanistiche nelle aree sottoposte a rischio idraulico e prevedere delle delocalizzazioni di abitazioni e delle strutture edilizie indifendibili, nonché realizzate in zone ad alto rischio idraulico, con incentivi e rimborsi mirati per le popolazioni locali delle aree maremmane colpite, e troppo spesso poco supportate, anche dal punto di vista economico, rispetto alla gravissima situazione cui sono sottoposte.

Bisogna dire stop al consumo di suolo e alle costruzioni in aree a rischio, e organizzare al meglio il piano di allerta e allarme per prevenire i rischi e l'incolumità delle persone. È impossibile pensare di difendere le popolazioni dei territori toscani con opere di contenimento e manutenzione dei corsi d’acqua se, allo stesso tempo, si pianificano nuovi interventi costruttivi in aree a forte rischio idrogeologico, oltretutto declassificate dalle opere realizzate. Questo modo di agire e programmare lo sviluppo territoriale è scellerato e irresponsabile, e va frenato senza alcuna esitazione.“La situazione odierna dell'edificio che ospita l'ISIS Galileo Galilei di Firenze è drammatica.

La palestra continua ad allagarsi ogni volta che piove, dai vetri continua a penetrare acqua nelle classi, alcuni vetri risultano scollati dalla struttura (spifferi freddi e pericoli di caduta), e in una classe troviamo persino un cantiere mai concluso”. Questo il commento del Consigliere regionale di Forza Italia Tommaso Villa, vicepresidente della commissione Istruzione, e di Damiano Cesa Bianchi, Responsabile scuola di Forza Italia Giovani e rappresentante degli studenti dell'ISIS Galilei “Non è una situazione nuova quella che oggi si trovano a vivere gli studenti della sede in via di Soffiano 151 dell'ISIS G.Galilei.

La palestra continua ad allagarsi da quasi 5 anni nonostante le parziali riparazioni di 3 anni fa. Le infiltrazioni dalle finestre sono un problema comune a quasi tutte le aule. Il cantiere mai concluso di un'aula posta al secondo piano è in quelle condizioni da più di un anno, e nella stessa aula adesso si è anche scollato il vetro, lasciando entrare spifferi e costituendo un pericolo per chiunque passi nei dintorni di quella finestra. E questi non sono solo che alcuni dei maggiori problemi strutturali dell'edificio” spiegano Villa e Cesa Bianchi. “Ma non è tutto...

A inizio anno alcune classi della succursale in San Bartolo a Cintoia hanno infatti rischiato di iniziare l'anno scolastico senza banchi e senza sedie. L'allora Provincia di Firenze non ha coperto per oltre 1500,00 € le spese che la scuola ha sostenuto per l'acquisto di nuovi arredamenti. La trasformazione di Provincia in Città Metropolitana si sta dimostrando l'ennesima buffonata all'italiana – attaccano gli esponenti forzisti – Risultato: calo della qualità dei servizi e maggiore inefficienza.

Se la scuola continua a mantenere il ruolo di eccellenza non è certo grazie alle amministrazioni locali che continuano a ignorare completamente lo stato decadente della struttura. L'eccellenza della scuola è garantita da studenti, docenti e presidenza, e confermata dal fatto che quest'anno la scuola ospiterà la gara nazionale delle eccellenze per Ragionieri Programmatori”. "Se Nardella tiene davvero alla #BUONASCUOLA, lo dimostri a fatti, senza chiacchiere – concludonoVilla e Cesa Bianchi – La #BUONASCUOLA non è lasciare delle strutture in queste condizioni".

In settimana prendono il via i lavori per ripulire i torrenti Rimaggio a Molino del Piano e Stracchino a Sieci. Il Consorzio di bonifica 3 Medio Valdarno ha comunicato che in questi giorni eseguirà i lavori di rimozione del sedimento accumulatosi sotto il ponte sul torrente Rimaggio che collega piazza Matteotti con via F.lli Carli. Altro intervento simile per la sicurezza e prevenzione poi è previsto all’interno della vasca del Borro dello Stracchino a Sieci.

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