Detenuto morto in cella a Sollicciano, si indaga sulle cause

L'uomo è stato trovato ieri sera con la testa incastrata in una fessura della cella. Funaro: "Vicini alla famiglia"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 settembre 2021 17:37
Detenuto morto in cella a Sollicciano, si indaga sulle cause

“C’è grande dispiacere per la drammatica morte del detenuto. In questo momento di dolore siamo vicini alla sua famiglia, e in particolare alla sorella, alla direttrice della struttura e a tutto il personale”. Lo afferma l’assessore al Welfare Sara Funaro, commentando la notizia della scomparsa del 43enne di origine tunisina nel carcere di Sollicciano. Una morte (dinamica ancora da chiarire, l'uomo è stato trovato ieri sera con la testa incastrata in una fessura della cella) che porta ancora una volta a riflettere sulla difficile situazione e sulle numerose criticità anche a livello strutturale in cui si trova il penitenziario fiorentino.

“Come diciamo da tempo con il sindaco Nardella, Sollicciano ha bisogno di essere ricostruito - afferma Funaro - per renderlo più funzionale e per garantire dignitose condizioni di vita ai detenuti e di lavoro a tutti coloro che vi operano. Nell’immediato però sono necessari interventi per affrontare le criticità esistenti. Serve un penitenziario all’altezza di una città come Firenze, che da sempre è città di accoglienza e integrazione”.

“Continueremo a impegnarci e a tenere alta l’attenzione sulla necessità di intervenire sulla struttura confrontandoci con il governo”, prosegue l’assessore. Che aggiunge: “La reclusione va intesa non come punizione, ma come rieducazione e il carcere deve essere un luogo di rinascita, di ripartenza, e non di dolore e sofferenza. Le persone devono uscire migliori rispetto a quando sono entrate”. “Per questo stiamo portando avanti progetti di recupero dei detenuti - conclude Funaro -, sia dentro che fuori il carcere.

E’ dando loro opportunità per mettersi alla prova che si può diminuire il tasso di recidiva e offrire possibilità per condurre una vita diversa”.

“Dolore e costernazione per quanto accaduto a Sollicciano. Un fatto grave e drammatico. Ho avuto modo di sentire il Garante dei Detenuti di Firenze non appena venuta a conoscenza dell’accaduto e siamo in contatto costante. Su quanto successo adesso sarà ovviamente fatta piena luce e non possiamo che attendere che venga chiarita con esattezza la dinamica. Il mio pensiero in questo momento va indubbiamente al giovane uomo che ha perso la vita in circostanze ancora da chiarire ma anche alla direttrice del carcere e a tutti coloro che lavorano nella struttura spesso in condizioni difficili e ora alle prese con questa situazione drammatica. Come Commissione continueremo a tenere alta l’attenzione sulla situazione del penitenziario, portando avanti il percorso di ascolto e confronto di questa realtà che abbiamo già intrapreso in modo da essere da stimolo anche a livello nazionale per un intervento concreto sulla situazione carceraria”.

Così Mimma Dardano, presidente commissione Politiche sociali.

“Come Lega – dichiara il Capogruppo e Commissario della Lega a Firenze Federico Bussolin – abbiamo potuto constatare il dramma denunciato nuovamente dal Sindacato di Polizia Penitenziaria, anche attraverso visite con i nostri parlamentari. Esperienza che ci porta a condividere la richiesta di demolire Sollicciano per poi ricostruirlo, così da avere un carcere funzionale e moderno ma, soprattutto, sicuro”.“Dispiace – continua Bussolin – che la Mozione presentata anzitempo dalla Lega, contenente anche le dichiarazioni del Sindaco Nardella non lontane dalle nostre richieste, è stata respinta dalla maggioranza del Partito Democratico”.“Continuiamo con forza quindi – conclude Bussolin – ad avviare un iter serio da parte della politica, che porti a demolire e ricostruire il carcere di Sollicciano”.Interviene sul tema anche Cecilia Cappelletti, Consigliere della Città Metropolitana e Responsabile Provinciale del dipartimento Giustizia per la Lega: “Sono assolutamente d'accordo con il sindacato di polizia penitenziaria nel considerare la struttura carceraria di Sollicciano una struttura che non soddisfa più la funzione rieducativa e riparatoria della pena detentiva; strutture così fatiscenti e di vecchia concezione, comportano solo una responsabilità maggiore per il personale tutto che vi lavora che deve, in prima persona, assumersi gli effetti di queste conseguenze nefaste”.

“Più che un carcere – conclude – Sollicciano ormai assomiglia ad un set cinematografico di film horror: andrebbe demolito e ricostruito, meglio ancora se ri-localizzato”.

“La situazione nel carcere di Sollicciano è sempre più drammatica. Da tempo è stato chiesto un intervento da parte dell’Amministrazione e di tutte le istituzioni per porre rimedio ad una situazione non più rinviabile. Adesso c’è stato anche un suicidio – spiega il vice presidente del Consiglio comunale Emanuele Cocollini – mentre un altro detenuto ha abbattuto nuovamente i muri della cella, mettendo in evidenza una struttura alquanto fragile. Sono importanti le parole del sindaco Nardella che parla di riedificare un nuovo carcere, perché Sollicciano è una struttura non più funzionale alla gestione della detenzione, giuridicamente e costituzionalmente, ma quest’ultimo episodio dimostra, ancora una volta, che non è più il tempo delle parole”.“Il sindacato di Polizia penitenziaria è tornato a denunciare una situazione che deve essere affrontata rapidamente.

Un luogo fatiscente – conclude Cocollini – dove la detenzione non solo non è dignitosa, ma degradante anche per chi ci deve lavorare ogni giorno”.

"La morte di un detenuto tunisino nel carcere di Sollicciano, pone in evidenza ancora una volta, in maniera drammatica, l’inadeguatezza della struttura". Lo dichiara in una nota Manfredi Potenti, deputato Lega-Salvini premier e membro II Commissione Giustizia, nonché responsabile regionale Lega del Dipartimento Giustizia.

"Le modalità di detenzione - prosegue Potenti - che la contraddistinguono non soddisfano più le esigenze riparatorie né le funzioni rieducative e tantomeno la tutela a favore della Polizia penitenziaria che troppo spesso diventa il capro espiatorio delle disfunzioni delle carceri. Siamo l’unico Paese in Europa che utilizza come sedi carcerarie fortezze spagnole, medicee, isole carcere (stile conte di Montecristo) e più in generale strutture idonee ad un turismo archeologico od ambientale, ma non ad una pena detentiva.

Se poi si passa ai macroscopici errori architettonici della modernità, scopriamo che il nostro patrimonio immobiliare carcerario potrebbe con miglior sorte essere demandato a sede cinematografica dei film horror! Un carcere quello di Sollicciano ormai inadeguato funzionalmente di cui auspichiamo il suo completo rifacimento secondo canoni di realismo funzionale ad un rispettoso scopo detentivo e lavorativo del personale. La Lega chiede pene certe in tempi rapidi ma anche esecuzione che sia funzionale a rimettere poi in libertà persone che sappiano reinserirsi nella società, imparando un arte od un mestiere e garantendo il rispetto dell'altrui persona, del patrimonio privato e pubblico". 

"Non serve costruire una nuova Sollicciano: le persone devono essere portate fuori dalle strutture detentive per i piccoli reati e per la maggioranza dei casi che affollano i tribunali, mentre mancano le risorse per i servizi essenziali dedicati alla dignità delle persone", commentano Dmitrij Palagi, Antonella Bundu - Sinistra Progetto Comune."Ci aggiungiamo al dolore per la morte di cui è stata data notizia in questi giorni, che però vorremmo non fosse associata alla necessità di costruire un nuovo carcere.Lo abbiamo detto all'inizio di questa consiliatura, commentando la richiesta del Sindaco: serve un lavoro sistematico che riporti le strutture penitenziarie al centro della città.Costruire una nuova struttura per allargare il numero di persone da metterci dentro è quanto di peggio si può proporre, lo diciamo con il massimo rispetto.Per citare chi ci ha accompagnato nelle visite di questi anni, a partire dall'Associazione Progetto Firenze, vogliamo ribadire che ogni morte in carcere è una morte annunciata, a prescindere persino dalle circostanze.Dobbiamo parlare di questo tema fuori dall'emergenza costante: la situazione è insostenibile per chiari errori a cui occorre porre rimedio cambiando le logiche.

Ripeterle, con più soldi per farli in misura maggiore, sarebbe una follia", concludono i consiglieri di SPC.

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