Detective per caso, ma attori per davvero

Presentato a Roma alla Casa del Cinema, il film che sarà nelle sale italiane il 18 e 19 marzo

Elena
Elena Novelli
16 marzo 2019 08:10

Prima produzione italiana con attori normodotati e non, entrambi professionisti, Detective per caso non è una storia sulla disabilità. È un detective movie, che abbatte le barriere della ‘diversità’ e ride delle particolarità di ognuno, facendo riflettere sulle debolezze di tutti.

“Si tratta di progetto cinematografico a tutti gli effetti - ha voluto puntualizzare l’ad di Medusa Giampaolo Letta durante la conferenza stampa - un prodotto cui dedicheremo lo stesso tipo di campagna pubblicitaria che adottiamo per tutti film”. “Medusa segue con molta attenzione questo tipo di iniziative - ha spiegato - per esempio collaboriamo al Festival Internazionale del Cinema Nuovo, nel quale ci sono opere realizzate da persone con handicap”.

Ma Detective per caso, dicevamo, non parla di disabilità, e gli attori interpretano ruoli fuori dai cliché dell’handicap fisico o mentale. Claudia Gerini, Lillo, Stella Egitto, Valerio Mastandrea, Stefano Fresi, Paola Cortellesi, Massimiliano Bruno, Mirko Frezza, Luca Capuano, Paola Tiziana Cruciani, Mario Ermito, Rosaria Renna, Emanuela Annini, Alessandro Tiberi, Giordano Capparucci, Giulia Pinto, Giuseppe Rappa, Matteo Panfilo, Lorenzo Salvatori, non solo recitano fianco a fianco, ma scena dopo scena abbattono le barriere che separano alcuni mondi, tra cui quello dello spettacolo, dando spazio alle “diversità”.

“Il segreto è stato essere naturali - ha spiegato la protagonista Emanuela Annini a chi le chiedeva come avesse potuto recitare con tanta disinvoltura insieme a tali e tante star - non bisogna mai essere artefatti, sul set come nella vita”.

“È stata un’esperienza bellissima - le ha fatto eco Claudia Gerini, alias ‘Detective Ramona’ - ed una prova di grande produzione”. “Noi attori abbiamo avuto dei tempi molto precisi - ha raccontato - il film era low-budget ed è stato girato in sole 4 settimane e non potevamo sforare”. Bisogna aggiungere anche che la loro partecipazione è stata a titolo gratuito - con camei deliziosi come quello dell’imbianchino Valerio Mastandrea - e lo stesso vale per la post-produzione: un lungo elenco di società che hanno lavorato rigorosamente gratis.

Una gara di solidarietà, insomma, da parte di tutti, che ha dato una spinta in più al progetto. Tra i solidali, però, c’è un grande assente: il Mibac. “Detective per caso non ha ottenuto i criteri qualitativi che ci vogliono per i finanziamenti - ha detto con amarezza la produttrice Guia Invernizzi Cuminetti - non è rientrato nella categoria di interesse culturale nazionale”.

Il film uscirà al cinema come evento speciale il 18 e 19 marzo, distribuito appunto da Medusa in duecento copie. Sicuramente ci saranno poi proiezioni per le scuole. E quasi sicuramente se ne farà una serie tv: “Io non faccio televisione - ha puntualizzato Letta - ma è una riflessione che stiamo facendo”. “Mediaset ha comprato i diritti tv del film e lo manderà in onda - ha spiegato - potrebbe quindi esserci una fiction, magari di poche puntate, tratta da Detective per caso”.

“Siamo riusciti a portare sul grande schermo qualcosa di diverso - ha detto Daniela Alleruzzo, presidente de L’Arte nel cuore, Onlus che forma disabili e normodotati rendendoli professionisti nel campo dello spettacolo - da tredici anni cerco di dare la possibilità a persone, che in molti chiamano speciali o diversi, di esprimersi artisticamente”. “Anche chi ha una disabilità studiando può imparare a fare l’attore - ha dichiarato - e mi chiedo: perché dobbiamo prendere attori normodotati per fare i disabili quando li possono fare direttamente loro?”.

Nato proprio da una sua idea, Detective per caso racconta la storia di due cugini, Giulia (Emanuela Annini) e Piero (Alessandro Tiberi). Lei lavora presso l’ufficio oggetti smarriti della stazione e sogna di fare la detective fin da quando è piccola. L’occasione arriva quando Piero si troverà coinvolto in una rapina dentro una discoteca e lei, che crede fermamente nella sua innocenza, inizierà ad indagare sull’accaduto perché, come dice la sua eroina, la famosa detective Ramona-Claudia Gerini: “Non c’è niente che una buona indagine non possa risolvere!”.

E non c’è buona idea che si possa fermare, aggiungiamo noi.

“E’ stata una scommessa immaginare un mondo dove l’integrazione fosse già avvenuta - ha rivelato il regista Giorgio Romano - questi giovani hanno recitato benissimo accanto a professionisti del settore”. E Nicola Corti della Fondazione Allianz Umanamente, che ha dato un contributo pecuniario importante, ha aggiunto: “Quando c’è talento non esistono barriere e spero che questo sia l’inizio di una nuova cultura nel mondo del cinema”.

“Anche i disabili ce la possono fare così come ce l’ho fatta io!” Ha concluso la stupefacente protagonista Emanuela Annini.

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