Depurazione industriale: la Regione Toscana fa dietro-front

Una legge abroga l’emendamento finito nell’inchiesta Keu, Ma saranno derogate le emissioni in atmosfera

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 maggio 2021 22:11
Depurazione industriale: la Regione Toscana fa dietro-front

Firenze– Un voto in Aula regionale ha deciso l’abrogazione dell’articolo 12 della Legge Regionale 32 del 2020, sulle disposizioni in materia di depurazione a carattere prevalentemente industriale. La famosa norma incriminata che ha portato all’inchiesta Keu.

“Questa legge è lo strumento, credo pienamente condiviso in quest’Aula, necessario per garantire un sistema misto rispettoso delle norme e della tutela dell’ambiente. Obiettivi che, come ho già detto in occasione delle comunicazioni dell’assessore Monia Monni e del presidente Eugenio Giani, perseguiva lo stesso sistema degli accordi di programma che negli anni hanno disciplinato il sistema della depurazione delle acque dei sistemi produttivi distrettuali del tessile, della meccanica, del conciario”. Così la presidente della commissione Ambiente Lucia De Robertis (Pd) illustrando la proposta di legge che intende abrogare l’emendamento finito nell’inchiesta Keu della procura antimafia di Firenze su traffico illecito di rifiuti e corruzione nel distretto conciario di Santa Croce.

“La commissione ha dedicato due sedute all’esame del provvedimento, offrendo tutto lo spazio agli approfondimenti richiesti. Ne è scaturito - ha continuato la presidente - un confronto che ha fatto emergere la linearità della scelta condivisa fra Giunta e Consiglio di superare l’articolo 12 della legge approvata nel maggio scorso”. “Per tutelare il sistema misto toscano, per sgombrare il campo da equivoci e rischi di incertezze interpretative nel contesto economico-produttivo toscano. Incertezze - ha spiegato - che non sono nei procedimenti autorizzativi regionali che quell’articolo 12 hanno valutato non applicabile”.

Approfondimenti

“La proposta è dunque un atto a difesa di un sistema essenziale per la migliore compatibilità ambientale dei nostri principali distretti produttivi e per la funzionalità complessiva dello smaltimento delle acque reflue in Toscana. Un atto senza il quale – ha ribadito -, il contenzioso in essere potrebbe ingenerare deleteri effetti alla sostenibilità di questo sistema”.

La proposta di legge in sintesi

Interviene in materia di tutela delle acque dall’inquinamento e, in particolare, sulle disposizioni regionali che disciplinano la depurazione delle acque a carattere prevalentemente industriale. Oltre all’abrogazione dell’articolo 12, si sostituisce lo stesso articolo 13-bis, disponendo che:

  1. non rientra nel servizio idrico integrato la gestione degli impianti di depurazione di acque reflue a carattere prevalentemente industriale, anche se di totale o parziale proprietà pubblica;
  2. tali impianti, se di proprietà pubblica, possono essere concessi in uso agli attuali gestori previa stipula di apposita convenzione con i co-muni proprietari.

    Essi possono essere utilizzati, per una quota minoritaria, anche per la depurazione delle acque reflue urbane;

  3. i soggetti gestori del servizio idrico integrato possono stipulare apposite convenzioni con i gestori di questi impianti, al fine di realizzare la depurazione delle acque reflue urbane, dietro il pagamento di un corrispettivo determinato dall’Autorità idrica toscana (Ait);
  4. è attribuita al dirigente della struttura regionale competente, l’autorizzazione al gestore di questi impianti a smaltire rifiuti liquidi, “limitatamente alle tipologie compatibili con il processo di depurazione e a condizione che non sia compromesso il possibile riutilizzo delle acque reflue e dei fanghi”.

La Capogruppo del Movimento 5 Stelle in Regione Toscana, Irene Galletti e la Consigliera Regionale, Silvia Noferi, intervengono: “Attendiamo da 40 giorni una presa di posizione della maggioranza sullo scandalo Keu, che non sia soltanto di circostanza, e oggi ritroviamo il Partito Democratico in stato confusionale, in una situazione irrimediabilmente aggravata dalla quale difficilmente gli attori politici coinvolti riusciranno a smarcarsi senza conseguenze.”

“Quanto poi rivelato dall’ex Presidente Rossi - incalzano le pentastellate - e cioè che la modifica di legge fosse stata oggetto di un parere preventivo da parte della precedente Giunta, risultato negativo, sconfessa la posizione di Giani, che in un primo momento si era dichiarato come il notaio imparziale che ratifica le decisioni del Consiglio. E’ difficile infatti immaginare che non ne fosse a conoscenza.” “Domani si insedierà la Commissione d’Inchiesta e chiederemo conto anche di questo - spiegano nella nota le esponenti cinquestelle - come chiederemo spiegazioni per il netto cambio di marcia di Giani, che con il voto di oggi in Consiglio ha di fatto abrogato la norma incriminata. Ben fatto. Ma perché allora non votare il nostro atto, presentato un mese fa in Aula e che chiedeva la stessa cosa?”.

“Naturalmente auspichiamo che la Commissione di Inchiesta Keu sappia far luce su questi e altri interrogativi che emergeranno dalle indagini politiche, ma una cosa è certa: se esponenti di spicco di questa Giunta risulteranno gravemente coinvolti, non basteranno le scuse, la parola dovrà tornare ai cittadini attraverso il voto.” Così Irene Galletti, Capogruppo del Movimento 5 Stelle in regione Toscana, e Silvia Noferi, Consigliera Regionale.

"L'ormai tristemente famoso 'emendamento pro-concerie' è stato abolito. Purtroppo non sono stati aboliti i dubbi che continuano ad esistere attorno a questo atto. Oggi abbiamo abolito un emendamento inutile, oppure il tentativo di qualcuno di fare un 'favore' a qualcun altro?" Questo è quanto ha dichiarato oggi in aula Francesco Torselli, Capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale toscano, durante la discussione sull'abrogazione dell'emendamento al centro dell'inchiesta sulle infiltrazioni mafiose in Toscana.

"Fino ad oggi - ha spiegato Torselli - la maggioranza aveva tenuto una linea chiara: l'emendamento deve essere abolito perché è inutile, nessuno lo ha mai utilizzato e perché fu approvato senza che venisse dato troppo peso al contenuto. Oggi però, le due giustificazioni sono venute meno. Non è vero che l'emendamento non è stato utilizzato da nessuno: 2 soggetti privati hanno fatto appello a quell'emendamento, ricevendo il diniego da parte degli uffici. Cosa già di per se, molto strana. Seconda giustificazione: lo scarso peso che era stato stimato all'emendamento in sede di approvazione.

Dopo le dichiarazioni di Enrico Rossi, anche questa tesi diventa insostenibile. Se Rossi non si è inventato tutto, pur di attaccare Giani e l'attuale Giunta, la maggioranza aveva ricevuto le prime richieste dai conciatori di Santa Croce nel 2018, mentre lo stesso Rossi avrebbe consigliato a Pieroni e agli altri firmatari dell'emendamento 'di non presentare l'atto, per non fare una cazzata'".

"Dopo le dichiarazioni di Rossi - prosegue ancora Torselli - viene messo in dubbio anche il ruolo di 'notaio' del Presidente Giani. Se fino ad oggi il Governatore aveva detto di essersi limitato a mettere in votazione un normale emendamento, Rossi lo accusa addirittura di aver tenuto un comportamento 'subdolo' per favorirne l'approvazione".

"La guerra intestina interna al Pd - conclude l'esponente di Fratelli d'Italia .- dove ormai sono al 'tutti contro tutti', oggi ha fatto perdere al Consiglio regionale l'opportunità di abrogare all'unanimità l'emendamento 'dello scandalo' nella massima trasparenza. Alla fine l'emendamento sarà abrogato, ma i dubbi resteranno tutti intatti al loro posto", conclude il capogruppo.

Intanto però si palesa l'intenzione da parte della Regione di modificare in modo sensibile il decreto n.5733 del 2020 che regola le autorizzazioni alle emissioni in atmosfera.

"Si tratta di una revisione della normativa importantissima che ha un impatto favorevole e rilevante sulle attività di molte imprese toscane della nautica che svolgono le loro attività in prossimità di centri abitati e che fino ad oggi dovevano mantenere una distanza di almeno 100 metri dalle abitazioni per poter svolgere le loro attività". Per la vicepresidente di Confartigianato Toscana Michela Fucile: "Sono state accolte le richieste delle associazioni di categoria che hanno lavorato bene ed unite per arrivare a questo risultato, confrontandosi con gli enti competenti e trovando ascolto e impegno da parte degli assessori Monni e Marras".

Il segretario di Confartigianato Grosseto Mauro Ciani, che ha seguito in prima persona le trattative con gli uffici regionali, conferma l'importanza dell'accordo raggiunto: " E' un passo importante per risolvere i problemi delle imprese provate dalla crisi, dalla pandemia che potranno evitare controlli e chiusure grazie alla correzione di una normativa poco chiara e all'abbandono di rigidi criteri per premiare la tutela dell'ambiente. L'obbligo per tutte le aziende, senza distinzioni, di rispettare la distanza di 100 metri dalle abitazioni non tiene conto ad esempio delle realtà toscane dei distretti nautici storici, che hanno visto negli anni il tessuto urbano crescere proprio accanto ai cantieri.

Lo stesso concetto di abitazione ad esempio non considera le tante guardianie che si trovano sopra gli stabilimenti artigianali che oggi sono state trasformate in abitazioni". Per il segretario Ciani :"Un vero cambio di passo: le aziende potranno essere autorizzate se utilizzeranno meno solventi anche se la loro distanza dalle abitazioni sarà inferiore ai 100 metri", conclude.

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