Decisa la vaccinazione dei bambini contro il meningococco di tipo B

Novartis conferma attenzione per il centro senese

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
19 aprile 2014 00:00
Decisa la vaccinazione dei bambini contro il meningococco di tipo B

SIENA - Anche in Toscana i neonati verranno vaccinati contro il meningococco di tipo B. Lo ha annunciato il presidente della Regione al termine della sua visita alla Novartis di Siena. La direzione generale della sanità ha il mandato di predisporre tutti gli atti necessari per avviare la campagna di vaccinazione. Costerà qualche milione all'anno, ha commentato il presidente, ma saranno soldi ben spesi. Il meningococco di tipo B è un batterio che aggredisce soprattutto i bambini nel primo anno di vita.

In Toscana si contano 15/16 casi all'anno con conseguenze drammatiche, dalla disabilità grave di ogni tipo (sordità, epilessia, amputazioni) fino alla morte. Per decenni il sogno dei ricercatori è stato quello di trovare un vaccino efficace. Ci sono riusciti i giovani ricercatori toscani della Novartis di Siena, commenta il presidente, producendo un farmaco che è un vanto italiano nel mondo. In Inghilterra da 24 marzo si è deciso di introdurlo nella sanità pubblica e così sta accadendo in altre parti del mondo.

In Italia per ora è partita la Basilicata, mentre a livello nazionale, conclude il presidente, si continua a tergiversare. Ma non tergiversa la Toscana.Novartis riconferma la sua attenzione per il centro vaccini senese e per il mantenimento e lo sviluppo dell'occupazione e degli investimenti. Il presidente della Regione, in visita alla sede senese dell'azienda farmaceutica, ha riferito gli esiti dell'incontro che ieri ha avuto con l'amministratore delegato del gruppo, Georg Schroekenfuchs. La Regione ha quindi intenzione di rinnovare il Patto per la salute attraverso il quale darà stabilità anche al settore della ricerca farmaceutica.

Il presidente si è detto interessato a riprendere e portare a compimento il progetto di un Centro no profit dedicato ai cosiddetti "vaccini orfani" che non trovano l'interesse del mercato ma che, se sviluppati, potrebbero salvare migliaia di vite nel mondo.

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