"Coronavirus, volontari perdono il lavoro. Li considerano a rischio"

Bettini, presidente delle Pubbliche assistenze: "Colpevoli di solidarietà, li hanno allontanati in varie zone della Toscana per il loro impegno sull'ambulanza in aiuto della cittadinanza. Loro utilizzano tutti i dispositivi di protezione". Appello a Rossi e ai sindacati: "Vigilate su quello che sta accadendo, il nostro sistema di soccorso funziona grazie al volontariato"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 marzo 2020 16:36

«Colpevoli di solidarietà». E’ la denuncia del presidente delle Pubbliche assistenze toscane, Dimitri Bettini. «Alcuni nostri volontari sono stati allontanati dal posto di lavoro perché ritenuti soggetti a rischio contagio, visto il loro impegno sull’ambulanza, in aiuto della cittadinanza. Abbiamo notizie di casi verificatisi a Empoli e Livorno, ma anche in altre zone della Toscana. Credo sia un segno dei tempi, del disimpegno di tante persone che vogliono essere soccorse bene e in tempo, ma non esitano a discriminare chi si impegna a favore del prossimo».

I volontari che fanno servizio in ambulanza, oltre a utilizzare per legge tutti i dispositivi di autoprotezione necessari, in forza del nuovo Dpcm, devono auto certificare di non avere febbre e sintomi del coronavirus per spostarsi e andare a lavorare.

«Non capisco quindi dove sia il problema – ha aggiunto Bettini – se non una carenza di sensibilità da parte dei datori di lavoro, che discriminano un loro dipendente, colpevole solo di essere un cittadino attivo e solidale. Ho attivato i coordinatori delle pubbliche assistenze in ogni provincia. Segnaleranno alla struttura regionale ogni caso analogo. Ma voglio rivolgere un appello anche alla Regione Toscana, al presidente Rossi, alle associazioni di categoria datoriali e ai sindacati. Occorre vigilare su quello che sta accadendo. Il nostro sistema di soccorso funziona grazie al volontariato. Grazie al sostegno solidale della società, che permette ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze di compiere da secoli una missione d’aiuto al prossimo. Questo in tempo ‘di pace’ e in emergenze difficili come quella legata al coronavirus. Far saltare questo schema sarebbe davvero delittuoso».

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