Coronavirus: stop a teatri e cinema dall’ultimo Dpcm

L’appello degli assessori alla cultura al Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte e ai Ministri per i beni e le attività culturali e per il turismo Dario Franceschini, del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, dello sviluppo economico Stefano Patuanelli: “Disastroso, subito aiuti concreti”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2020 13:13
Coronavirus: stop a teatri e cinema dall’ultimo Dpcm

Il Decreto di oggi del Presidente del Consiglio dei Ministri dispone la sospensione degli spettacoli in teatri, cinema e sale da concerto. Eppure una statistica dell'Agis di pochi giorni addietro fotografa i luoghi dello spettacolo come luoghi sicuri: solo un caso di Covid, fra giugno e ottobre, su circa 350.000 spettatori. Già ieri numerose realtà nazionali del settore avevano espresso rimostranze circa il ventilato contenuto del nuovo Dpcm. In particolare circa la sospensione:

- degli spettacoli aperti al pubblico in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all'aperto

- delle attività che abbiano luogo in sale da ballo e discoteche e locali assimilati, all'aperto o al chiuso

- dell'attività di ristorazione (e conseguentemente delle attività di trattenimento che ivi si svolgono) le domeniche e i giorni festivi, attività consentite, durante gli altri giorni dalle 5 alle 18.

"La misura assunta colpisce il settore produttivo italiano che più di ogni altro ha saputo adottare misure efficaci e responsabili nel contrasto alla diffusione epidemica da Covid-19. L'evidenza statistica dimostra che oggi proprio i teatri e i cinema sono, in virtù del senso di responsabilità dimostrato nell'applicazione delle misure medico-sanitarie da gestori, lavoratori e pubblico, i luoghi più sicuri del Paese, insieme a musei, spazi espositivi ed altri luoghi della cultura, mantenuti aperti dal Decreto.

In questa luce, la sospensione degli spettacoli appare ingiustificata visto che le misure disposte considerano invece compatibili altre attività che per la propria natura non possono garantire i livelli di protezione adottati nei luoghi di spettacolo, per il pubblico come per gli operatori -si legge nell’appello degli assessori alla cultura delle più grandi città italiane, tra cui quello di Firenze Tommaso Sacchi, che è anche presidente del Teatro della Toscana- Il settore dello spettacolo, che vede impegnate centinaia di migliaia di professionisti, è inoltre uno dei più rilevanti settori produttivi italiani, e ha recentemente richiamato dalla CIG quasi la totalità dei lavoratori al fine di garantire una paga dignitosa e un corretto trattamento delle diverse professionalità impegnate: sono le donne e gli uomini che hanno profuso il loro straordinario impegno per riaprire teatri, cinema e sale da concerto nel pieno rispetto dei protocolli per la tutela della salute. Da amministratori pubblici responsabili delle politiche culturali nei nostri territori seguiamo con estrema apprensione e preoccupazione l’andamento dei contagi da Covid-19 e siamo consci del fatto che nuove misure restrittive siano senza dubbio necessarie per contrastare la recrudescenza del Virus nel nostro Paese. Tuttavia riteniamo necessario portare alla Vostra attenzione che la misura appena assunta nei confronti dello spettacolo produrrà effetti economici disastrosi per un settore già duramente provato, e soprattutto priverà i nostri concittadini di un importantissimo strumento di condivisione e riavvicinamento sociale, nel pieno rispetto del distanziamento fisico: nella storia delle democrazie la tenuta sociale delle comunità, soprattutto nei suoi momenti più critici e dolorosi, si è sempre fondata soprattutto sulla possibilità di condividere esperienze culturali. Aderendo con convinzione e spirito di servizio alla leale e fattiva collaborazione tra le Istituzioni della Repubblica - alla quale ha richiamato nel suo discorso il Capo dello Stato - al fine di difendere il bene primario della vita, contenendo il contagio e affrontandone le conseguenze, sanitarie, sociali, economiche:

- consideriamo opportuna e necessaria una revisione di questa disposizione, al più presto, affinché teatri, cinema e sale da concerto possano riaprire prima del termine di efficacia del Decreto, soprattutto se le analisi di tracciamento del contagio delle ultime due settimane confermeranno la bassa, o nulla, incidenza dei luoghi dello spettacolo nella diffusione epidemica;

- chiediamo, nelle more della riapertura delle sale teatrali, cinematografiche e da concerto, un'immediata attivazione di ammortizzatori sociali, concreti ed efficaci, per tutte le lavoratrici e i lavoratori dello spettacolo, con particolare attenzione ai soggetti professionali la cui attività è caratterizzata da intermittenza, occasionalità e precarietà, che abbia corso e validità a partire già da lunedì 26 ottobre.

Nella certezza di poter contare sulla Vostra piena considerazione di quanto espresso, rinnoviamo la nostra disponibilità a concertare misure per rendere ancora più efficaci e sicure le riaperture dei luoghi di spettacolo delle nostre città e di tutta Italia”.

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