Coronavirus: rientrano in Toscana 2.500 cinesi di ritorno dal Capodanno in patria

L’intesa sottoscritta ieri da Enrico Rossi con il console cinese Wang Wengang: 2.000 a Prato e 500 a Firenze, nell’area dove è concentrata una delle più importanti comunità d’Italia. Il Consigliere regionale Paolo Marcheschi (Fdi) chiede se sono stati scongiurati i rischi di contagio. Curcio (Lega): “Per gestire il ritorno servirebbe un commissario straordinario”

Redazione Nove da Firenze
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16 febbraio 2020 18:08
Coronavirus: rientrano in Toscana 2.500 cinesi di ritorno dal Capodanno in patria

Sono in corso i rientri dei cinesi andati a festeggiare il Capodanno (il 25 gennaio 2020) in Cina, alcuni dei quali sono rimasti bloccati a seguito delle misure cautelative adottate dalle autorità cinesi. Il console cinese ha parlato di 2.500 persone: 2.000 su Prato, 500 su Firenze. La comunità di Prato è, come noto, quella dove è più alta la presenza di cittadini di origine cinese, in gran parte provenienti dallo Zhejiang, quarta regione cinese interessata per numero di casi accertati: 1.162 ad oggi, con zero deceduti, mentre nello Hubei (provincia di Wuhan) i casi sono 54.400 e i morti 1.457. Non si può escludere la possibilità che tra i rientrati, o rientrandi, ci siano positivi.

“Mentre tutto il mondo prende tutte le precauzioni possibili per evitare il diffondersi del contagio da coronavirus, la Toscana deve invece distinguersi e mettersi in mostra. Ma un ambulatorio è sufficiente a garantire adeguati controlli per 2500 cinesi di ritorno dalla loro madrepatria dopo il Capodanno cinese? Queste 2.500 persone si sposteranno nelle nostre città, andranno a lavoro, porteranno i bambini a scuola nelle scuole di Prato e Firenze moltiplicando il rischio contagio per pratesi, fiorentini ed in generale toscani. Ci chiediamo se sono state prese tutte le precauzioni del caso! -dichiara il Consigliere regionale Paolo Marcheschi- Perché non si è comunque aspettato almeno un’altra settimana per verificare se queste persone, magari, risultassero positive al virus? Verificarlo quando ormai sono già sul territorio toscano ci sembra quantomeno imprudente vista l’aggressività e la rapidità di diffusione del nuovo coronavirus”.

“Una vera e propria follia che mette inutilmente a rischio le prime due città della regione”. Così Francesco Torselli, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia. “Le parole di Enrico Rossi - prosegue Torselli - sono sconcertanti, frutto della solita irresponsabilità del governatore, che antepone sempre una base ideologica alla necessità di essere pragmatici in momenti delicati come quello attuale. Minimizzare il coronavirus, paragonandolo ad una normale influenza è da pazzi, non da persone responsabili, né tantomeno da rappresentanti delle istituzioni”. “La quarantena facoltativa - aggiunge ancora il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia - è di per sé una cosa senza senso, come del resto tutta la struttura allestita all’Osmannoro per i controlli da prenotare al cup, addirittura chiuso nel fine settimana...

Ma ci rendiamo conto?! Piuttosto non saremmo dovuti arrivare a questo punto, impedendo il rientro ai 2.500 cinesi”. “L’atteggiamento di Rossi e della Regione Toscana - conclude Torselli - è totalmente folle: oggi stesso scriveremo al Ministro Speranza, manifestandogli, da cittadini toscani, tutta la nostra preoccupazione è chiedendogli che il governo fermi questa pazzia messa in piedi dalla Regione Toscana”.

"In questo ultimo mese è successo di tutto, in Italia e nel mondo, ma a Prato è successo di tutto e di più: qui vivono tra i 30 e i 40 mila Cinesi tra quelli registrati e quelli clandestini -afferma il consigliere comunale pratese Curcio (Lega)- Un primato europeo, se si pensa che Prato conta 195.000 abitanti. Dopo continue insistenze nei confronti del Comune, che ha fatto di tutto per non parlare dell'emergenza Coronavirus e delle sue ricadute sul nostro territorio, veniamo a sapere che 2000 Cinesi stanno rientrando a Prato da zone colpite dal virus.

Ciò significa che il 10% dei Cinesi regolari che vivono a Prato in pochi giorni saranno liberi di circolare in città, senza alcun controllo, senza alcuna quarantena. Spiace dirlo, ma si tratta di un potenziale pericolo che viene sottovalutato, dal Sindaco in primis. Del resto l'Amministrazione comunale nelle ultime settimane si è resa purtroppo protagonista di una serie di contraddizioni e informazioni smentite dai dati reali sulla diffusione e sui rischi di questa terribile malattia. In poche tappe, è presto detto: il Sindaco Biffoni, del PD, diceva che non c'erano pericoli imminenti, nel mentre il Ministro della Salute ufficializzava il blocco dei voli diretti con la Cina; il consigliere di origini cinesi Wong, eletto della lista civica dello stesso Sindaco PD, diceva che la città di Wenzhou da cui vengono i Cinesi presenti a Prato era distante centinaia di chilometri da Wuhan, focolaio del virus, mentre poi Wenzhou è stata messa in situazione di massima allerta per numerosi casi di contagiati; l'assessore all'immigrazione, Mangani, anch'egli PD, diceva che stavano per tornare a Prato 500 Cinesi, mentre i dati del Consolato cinese a Firenze e della Regione Toscana li stimano in oltre 2000.

Questo e non solo. C'è da chiedersi: l'Amministrazione comunale di Prato è disinformata oppure crea disinformazione? Quali sono le sue fonti? Quanto sono attendibili? Di fronte a questo susseguirsi di continue e ripetute correzioni e retromarce, informazioni poi smentite dai fatti, di fronte a questa approssimazione, credo sia indispensabile assumere misure straordinarie data la straordinarietà del rischio stesso di trovarci impreparati. Per questo potrebbe servire la nomina di una figura tecnica, nel ruolo di Commissario Straordinario per il Coronavirus che possa ricondurre su di sè competenze in materia di prevenzione e contrasto dell'eventuale contagio.

La quarantena volontaria alla quale si stanno sottoponendo i membri della comunità cinese di Prato e dintorni - che si è dimostrata più responsabile e pragmatica del Comune di Prato - sfugge però a controlli di sicurezza e non ha responsabili di riferimento. C'è il rischio che la buona volontà non sia sufficiente: servirebbe quindi una cabina di regia, con al centro il Commissario Straordinario, che coinvolga anche ASL, Comuni, Regione e Prefettura, con opportuni stanziamenti economici da parte del Governo prima che sia troppo tardi".

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