Coronavirus: la Regione interverrà per sostenere le aziende floricole

Confagricoltura Toscana: “Bene l’impegno per le aziende floricole e del latte ovinocaprino, attendiamo interventi anche su altri settori”. L'Associazione Vivaisti Italiani: "Crisi liquidità: Avi avverte i soci del rischio di infiltrazioni mafiose"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 aprile 2020 23:45
Coronavirus: la Regione interverrà per sostenere le aziende floricole

La Regione darà un sostegno concreto, in tempi brevi, alle imprese floricole della Toscana: con questo impegno si è conclusa venerdì pomeriggio la riunione in videoconferenza tra l’assessore regionale all’agricoltura e foreste Marco Remaschi, l'assessore all'ambiente e protezione civile Federica Fratoni, le organizzazioni professionali agricole, i rappresentanti delle cooperative, del distretto floricolo e alla presenza del comune di Lucca rappresentato dall'assessore Valentina Mercanti e del comune di Pescia con il sindaco Oreste Giurlani. La floricoltura è stata duramente colpita dalle chiusure imposte dall’emergenza Covid-19 poiché concentra gran parte della produzione e della vendita nei mesi primaverili e la tipologia di prodotto ha una tempistica di deperibilità elevata.

“E’ stata una riunione fortemente operativa - ha spiegato l’assessore Remaschi al termine della riunione - Ci siamo messi a disposizione di un settore che ha accusato perdite medie di fatturato del 70% cercando di individuare tutte quelle modalità di intervento che potevamo attivare in poco tempo: I rappresentanti floricoli ci hanno infatti indicato che la necessità primaria è un ristoro immediato in questa fase che vede incassi quasi annullati di fronte a spese già sostenute” “Come Regione interverremo con le risorse disponibili, che sono inevitabilmente molto limitate rispetto alle dimensioni del problema. Ma sarà una prima risposta in attesa della messa a regime degli interventi più strutturali che sono stati attivati dal governo centrale”.

In Toscana le aziende del settore sono circa 2.000 concentrate soprattutto nelle province di Pistoia, Lucca e, in misura minore, Grosseto.

“Bene gli interventi previsti dalla Regione Toscana per il settore floricolo, strategico per la nostra economia e il nostro territorio, ma è stato di calamità per tutta l’agricoltura a cui vanno date risposte e garantita liquidità”. Perentorio il presidente di Coldiretti Toscana, Fabrizio Filippi, che torna a chiedere all’Assessore all’Agricoltura regionale Remaschi “una ricognizione delle risorse disponibili per valutare le possibilità di intervento diretto e semplificato a favore delle imprese”. “L’agricoltura toscana ha bisogno di una robusta iniezione di liquidità perché l'emergenza Covid-19, che pure sta confermando il valore strategico del settore agroalimentare, ne sta però mettendo a nudo tutte le fragilità.

Nei mesi scorsi come Coldiretti abbiamo denunciato i ritardi che rischiavano di rispedire a Bruxelles fondi preziosi per sostenere gli investimenti e il ricambio generazionale. Ora quelle risorse potrebbero essere impegnate nell'annualità 2020. Rastrellare risorse è possibile. Ci sono, per esempio, in Toscana quasi 120 milioni di euro di risorse dello Sviluppo Rurale, il secondo pilastro della Politica agricola comune che si affianca agli aiuti diretti. Si tratta di fondi ancora non spesi per una quota dei quali si rischia addirittura il disimpegno”, insiste il presidente Filippi.

“Se è vero che agricoltura, industria di trasformazione e distribuzione stanno tenendo duro, non si può negare che molte filiere siano in profonda crisi. Come Coldiretti abbiamo lanciato l'allarme sui rischi che si corrono dal settore vitivinicolo al florovivaismo, dal lattiero – caseario all’olivicoltura fino alla pesca e all’agriturismo. Sono migliaia le attività e quei servizi forniti al settore dell'Horeca che oggi con la chiusura in tutto il mondo di bar e ristoranti rischiano la debacle.

Ma è Sos anche per molte attività che rientrano tra quelle che integrano la produzione, meglio note come "attività connesse". L'agriturismo in primis, ma non solo. Le nostre imprese non possono essere lasciate sole, devono essere sostenute. Sono fondamentali sul piano economico e sociale”, aggiunge il direttore di Coldiretti Toscana, Angelo Corsetti. L'eccesso di burocrazia è tra l’altro una delle cause della difficoltà di utilizzare i contributi europei, per questo Coldiretti chiede di andare oltre le regole, superare i mille vincoli burocratici e spendere subito. “Auspichiamo che la complessità delle scenario agricolo toscano venga affrontato al tavolo regionale per dare risposte a tutti i segmenti produttivi dell’agricoltura e dell’agroalimentare della nostra regione che necessita di una visione strategica per gestire la fase della ripartenza con interventi finanziari idonei”, conclude il direttore Corsetti.

“Il nostro allarme è stato raccolto dalla Regione Toscana e apprezziamo l’impegno preso per dare un sostegno concreto alle aziende floricole e del latte ovinocaprino. Un passo necessario e urgente che però ne richiede subito altri, con interventi più ampi. Ma è un buon inizio”. Così Marco Neri, presidente Confagricoltura Toscana, commenta le misure di sostegno destinate alle imprese danneggiate dallo stop imposto dall’emergenza Covid-19 decise dalla Regione nell’incontro di ieri tra l’assessore regionale all’Agricoltura, Marco Remaschi, l’assessore all’Ambiente e Protezione civile Federica Fratoni, le amministrazioni locali e i rappresentanti del settore “Le imprese sono state colpite drammaticamente - continua Neri - Quasi tutte hanno azzerato i fatturati e un intervento immediato di ristoro è vitale per la sussistenza stessa del comparto.

Ma ora è necessario fare un ragionamento di sistema. Attendiamo un sostegno concreto di lungo termine per uscire da questa situazione critica, per il settore floricolo come per quello ovicaprino e, in generale, per tutto il mondo agricolo che rischia di pagare un prezzo altissimo, sia in termini occupazionali che economici, oltre alle pesanti ripercussioni sociali che ne conseguono”.

Prima l’allerta dei vertici della polizia di stato a fine marzo, poi due giorni fa l’allarme del procuratore capo di Firenze in un’intervista del Tgr Rai Toscana: le mafie hanno molta liquidità a disposizione e possono prendere di mira gli imprenditori piegati dall’emergenza Coronavirus, infiltrandosi nei settori più colpiti dalla crisi. Tra questi c’è senz’altro il florovivaismo, che stava ripartendo dopo un periodo in cui c’erano già stati problemi di liquidità, soprattutto a seguito del fallimento di un’importante azienda del Distretto vivaistico ornamentale pistoiese.

Su suggerimento anche delle forze dell’ordine, il presidente dell’Associazione vivaisti italiani (Avi) Luca Magazzini ha deciso di inviare ieri l’altro un avviso alle aziende socie in cui si raccomanda di «prestare molta attenzione nei confronti di soggetti non conosciuti ed estranei al mondo produttivo vivaistico che si offrano per trovare soluzioni alla mancanza di liquidità o ad altre problematiche aziendali attraverso canali alternativi ai normali circuiti istituzionali e bancari». «Le scorciatoie poco chiare – ha sottolineato Magazzini - sono infatti quasi sempre sinonimo di illegalità o di zone grigie foriere di problemi ancora più gravi di quelli che si vorrebbero risolvere». Luca Magazzini ha colto l’occasione per ricordare ai soci vivaisti che Avi «si sta impegnando, in un serrato e costruttivo dialogo con i vari livelli di governo, per rendere il meno dolorosa e più veloce possibile questa crisi che ha investito come uno tsunami il nostro settore a seguito dell’epidemia da Coronavirus, proprio nel momento in cui sembravamo aver imboccato con più decisione la via del rilancio sia a livello internazionale che nazionale».

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