Coronavirus: in Toscana negozi aperti solo se saranno rispettate precise condizioni

A Firenze i taxi potranno portare spesa e beni a domicilio

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
13 aprile 2020 19:28
Coronavirus: in Toscana negozi aperti solo se saranno rispettate precise condizioni

L'emergenza covid-19 e le misure di contenimento della pandemia, hanno portato ad un brusco cambiamento nelle abitudini della vita quotidiana, per cui tutto ciò che era semplice e scontato, si è tramutato in un problema, in un crescente senso di disagio per i cittadini e per il tessuto commerciale al dettaglio, alle prese con il fantasma della crisi economica alle porte e con il desiderio di offrire un servizio a domicilio per la propria clientela e a nuovi potenziali clienti.

E alla fine riaprono i negozi: una parte, oltre a quelli già autorizzati. L’ha deciso il governo nazionale. In Toscana ci saranno però alcune prescrizioni in più da rispettare, che riguardano le distanze, i modi per raggiungere il luogo di lavoro, l’eventuale l’accesso anche e la sanificazione. L’ha stabilito il presidente della Toscana con un’ordinanza firmata nel giorno di Pasquetta; e se queste condizioni non saranno rispettate, i negozi non potranno riaprire. “Si tratta di ulteriori misure restrittive – spiega Rossi – per la salute di tutti, perché prima ancora di discutere quando riaprire è importante soffermarsi su come riaprire, per la massima sicurezza dei lavoratori e il contenimento del virus”.

Da domani, 14 aprile, per decisione del governo possono alzare i bandoni cartolibrerie e librerie, negozi di vestiti per bambini e neonati. Non è ancora la fatidica ‘fase due’, quanto semmai una ‘fase intermedia’. Potranno rimettersi in moto anche attività come la selvicoltura, la manutenzione delle aree forestali e delle opere idrauliche, le aziende della filiera di carta e cartone. L’ordinanza regionale sulle prescrizioni da seguire riguarda i negozi di questi settori, che contano in Toscana secondo Irpet circa 7.300 unità di lavoro.

“Ho deciso di partire da qui – spiega Rossi -, perché è la categoria con il maggior impatto sulle persone. Domani e nei prossimi giorni mi occuperò però anche delle aziende che hanno già ricevuto nel frattempo l’autorizzazione a riaprire, magari col silenzio-assenso, e di quelle attività che lo potranno fare nelle prossime settimane”.

Il ragionamento è semplice e chiaro: se non si adottano idonee procedure, si rischia di aggravare la situazione epidemiologica e far impennare di nuovo la curva dei contagi. Ecco così le norme che in Toscana dovranno essere seguite. Al primo punto c’è la sanificazione dei locali, compresi gli impianti di aerazione se presenti, da farsi prima di tornare a tirare su le saracinesche. La seconda avvertenza riguarda le condizioni di salute: in caso di febbre o altri sintomi influenzali il lavoratore è obbligato a rimanere casa e il datore di lavoro deve assicurarsi ogni giorno, all’inizio del turno, il rispetto della disposizione, anche mediante autocertificazione del dipendente.

Non meno importante è il tema dei mezzi di trasporto: lo spostamento dal proprio domicilio al posto di lavoro (e viceversa) è preferibile che avvenga individualmente. “E’ una decisione che ci costa – commenta il presidente Rossi – perché da sempre siamo per incentivare il trasporto pubblico. Ma in questa fase di emergenza è importante evitare contatti con altre persone”. Laddove spostarsi individualmente non fosse possibile, quando si utilizzino mezzi pubblici o mezzi privati (ma in un’auto non ci potranno stare più di due persone) il datore di lavoro dovrà fornire al lavoratore mascherine e guanti monouso a sufficienza per tutti gli spostamenti.

Valgono poi le raccomandazioni oramai diventate un’abitudine quotidiana in questo periodo di emergenza sanitaria: l’obbligo alla frequente e minuziosa pulizia delle mani, ad indossare guanti monouso e mascherine in tutte le possibili fasi lavorative che assieme ai detergenti dovrà fornire il datore di lavoro, la distanza di sicurezza tra le persone (che in Toscana dovrà essere di almeno un metro e 80 centimetri e non solo un metro). Nell’ordinanza toscana si invita, per quanto possibile, anche a posizionare pannelli di separazione tra i lavoratori e l’utenza. I dipendenti dovranno essere informati sui comportamenti da tenere.

L’accesso dei clienti dovrà essere regolamentato e scaglionato, anche in funzione degli spazi disponibili e differenziando, se possibile, i percorsi di entrata e uscita. Entra solo chi indossa mascherina protettiva che copra naso e bocca e dopo sanificazione delle mani ed aver indossato guanti monouso. Per questo all’ingresso di ogni negozio ci dovrà essere un dispencer con liquido per lavarsi le mani e guanti da poter indossare. I clienti in attesa di entrare dovranno rispettare, anche fuori, la distanza di un metro e ottanta centimetri tra loro.

Infine almeno due volte al giorno i negozi dovranno essere puliti, assicurando al contempo un’adeguata aerazione naturale e ricambio dell’aria. Se non saranno rispettate tutte queste misure i negozi autorizzati dal nuovo decreto del governo a riprendere attività in Toscana non potranno riaprire.

I taxi a Firenze potranno fare servizio di consegna a domicilio di cibo e beni di prima necessità. Il servizio, reso possibile da una delibera regionale e da una apposita ordinanza comunale, è stato perfezionato con la stipula di una convenzione tra la Socota - Radio Taxi Firenze 4242 e le associazioni di categoria Confartigianato, CNA, Confcommercio e Confesercenti. Al fine di coadiuvare gli esercenti che in a questo periodo di emergenza sanitaria offrono il servizio di consegna a domicilio di generi alimentari e di prima necessità, pertanto, i titolari di licenza di taxi, i loro collaboratori e sostituti alla guida, sono autorizzati temporaneamente e straordinariamente al trasporto e alla consegna a domicilio di prodotti di prima necessità acquistati presso le attività commerciali regolarmente aperte nell'ambito del territorio del Comune di Firenze. Le associazioni di categoria si impegnano a divulgare questa opportunità presso le aziende associate che vendono beni di prima necessità; la Socota si impegna a svolgere il servizio con tempestività nel rispetto delle regole previste dall'ordinanza.

La tariffa massima per ogni consegna è di 7,20 €. La convenzione ha validità fino al termine di validità delle misure nazionali di contenimento dell'emergenza Covid-19. Le consegne si svolgono nel rispetto scrupoloso delle norme igienico-sanitarie.

"Questo servizio rappresenta un segnale di come in periodi di crisi si può attivare anche una catena di solidarietà - commenta il presidente di Socota, Simone Andrei -. Siamo felici in questo modo di poter dare una mano e svolgere le consegne sia per i negozi al dettaglio che non hanno un loro servizio dedicato, sia per altre strutture che sono un po' in affanno e non riescono ad assicurare a tutti i loro clienti un servizio a domicilio, e anche per conto di privati cittadini che in questo periodo non sanno a chi rivolgersi per piccole commissioni e ritiro di farmaci e viveri. Per noi è un'occasione di dimostrare ancora una volta la nostra natura di servizio pubblico".

Prima ancora dell'attuazione dei decreti legge, esattamente il giorno della festa della donna, 8 marzo, a Donatella Beneventi, guida turistica residente a Carrara, è venuto in mente di aprire su facebook un gruppo chiamato "Ti porto a casa la spesa" ,che inizialmente doveva raccogliere iscrizioni da parte di esercenti e clienti nelle vicinanze della città apuana e che nel giro di 48 ore si è diversificato dapprima in 6 gruppi, fino ad arrivare ai 13 odierni, dislocati in varie località del nord Toscana, Liguria, più Milano e Novara, l'ultimo gruppo in ordine di tempo.

Il gruppo di Versilia conta attualmente oltre 1000 iscritti in crescita quotidiana, fra cui 350 aziende del settore prima necessità, ristoranti, aziende agricole, produttori di vino e olio, librerie, assistenza pc e telefonia. Il gruppo è amministrato insieme a Gilda Maestri, guida turistica ed Enrico Santambrogio, pure proveniente dal settore turistico: quest'ultimo ha curato anche la realizzazione di una app ad accesso totalmente gratuito e sperimentale solo sulla zona della Versilia, che raccoglie tutte le inserzioni che quotidianamente giungono sul gruppo e che ha circa 3.000 visualizzazioni. Il servizio, che ha una forte componente sociale, è quello di invitare la popolazione a stare a casa e di poterla aiutare a svolgere una vita per quanto possibile normale: le richieste di spesa a domicilio sono in particolare richieste dalle persone anziane, o da persone che hanno i genitori lontano da casa, disabili e in generale, da chi preferisce affidarsi alla domiciliazione piuttosto che fare lunghe code davanti ai supermercati: al contrario di tante liste di negozi che sono state pubblicate, i gruppi hanno recuperato un forte senso di comunità, elemento preziosissimo e un valore da spendere anche terminata l'emergenza, quando tutto, compreso il commercio e il turismo, per esempio , saranno gestiti in modo totalmente diverso rispetto a prima. Da parte di Donatella e degli admin, la volontà di dare un seguito all'esperienza che si sta rivelando inaspettatamente di enorme successo e perciò stanno vagliando progetti e strumenti per continuare sulla strada intrapresa.

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