Il Consiglio regionale approva atto contro Matteo Renzi

Una mozione invita a prendere le distanze dall'animatore della maggioranza che governa la Toscana. E l'assemblea si spacca sul voto. Silvia Noferi (M5S) critica la sua "Adulazione del principe saudita”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 marzo 2021 21:24
Il Consiglio regionale approva atto contro Matteo Renzi

Firenze– Appena ieri l’Assemblea toscana ha condannato “l’episodio dell’invio dei bossoli a Palazzo Madama, avvenuto lo scorso 3 marzo 2021, destinati alla persona del senatore Matteo Renzi", grazie a una proposta di risoluzione, presentata dai consiglieri Stefano Scaramelli e Maurizio Sguanci di Italia Viva, e votata all’unanimità.

E oggi lo stesso Consiglio Regionale ha assunto una posizione critica sulla consulenza di Matteo Renzi al principe saudita con un contrastato voto a maggioranza (contrari: Forza Italia e Italia Viva; astenuti: Fratelli d’Italia e Lega) che ha spaccato la maggioranza di governo.

Adesso il presidente e la giunta regionale dovrebbero prendere le distanze da tutti quei paesi in cui vengono violati i diritti umani, tenute le donne in condizione di subalternità e dissociarsi dalle posizioni di plauso di Matteo Renzi al regime saudita, rinnovando l’adesione della comunità toscana ai principi di tutela delle libertà civili e politiche e ribadendo l‘impegno della Regione Toscana sul tema dei diritti delle donne e per quanto concerne le politiche attive sulle pari opportunità.

“La mozione approvata oggi con i voti del M5S e del PD ha voluto porre l’attenzione sulla vicenda dei viaggi in Arabia Saudita di Matteo Renzi”, sottolinea la consigliera del Movimento Cinque Stelle Silvia Noferi.

“Con questo atto – prosegue - il Consiglio Regionale della Toscana a maggioranza (contrari: Forza Italia e Italia Viva; astenuti: Fratelli d’Italia e Lega) prende le distanze da tutti quei paesi in cui vengono violati i diritti umani, dove le donne vengono tenute in condizione di subalternità e si dissocia dalle posizioni di plauso di Matteo Renzi verso il principe saudita Mohamed bin Salam, esternate pubblicamente in tv, con frasi imbarazzanti e un trasporto emotivo fuori luogo.

Matteo Renzi fa parte del board del Future Investment Initiative, una società controllata dal potente fondo di investimento saudita impegnato in un avveniristico investimento di 500 miliardi di dollari, la costruzione di un’area urbana ex novo chiamata The Line, lunga 172 km e 33 volte più grande di New York, tutta robotizzata nella regione desertica di Tabuk dove si stima che sarà abitata da un milione di persone provenienti da tutto il mondo.

Dalle notizie che si trovano facilmente in Internet, risulta che questa regione fosse abitata da secoli dalla comunità tribale degli Huwaitat, oltre 20.000 persone, il cui leader è stato ucciso in un assalto delle forze di sicurezza saudite mentre si rifiutava di consegnare la sua casa; gli altri sono stati deportati e privati delle loro proprietà.

È impossibile che a qualcuno sfugga che il regime saudita è uno dei più dittatoriali e sanguinari regimi del mondo, che si regge su 11 milioni di migranti sottoposti ad un regime semi-schiavistico, che là le donne siano escluse dal godimento dei diritti civili e sottoposte al regime del Guardiano, un uomo che detiene la loro potestà a qualunque età.

Il rapporto della CIA pubblicato il 26 febbraio scorso dal presidente Biden, riconosce il principe Mohammed bin Salman come il mandante dell’uccisione nel 2018 nell’ambasciata saudita ad Istanbul del giornalista Khashoggi, fatto a pezzi per occultarne il cadavere ed i particolari raccapriccianti che emergono fanno inorridire e capire quanto di poco “illuminato e rinascimentale” ci sia in questa vicenda.

Per tutti questi motivi Matteo Renzi a Riad avrebbe dovuto chiedere la liberazione di chi si batte per i diritti umani e smettere di sostenere progetti che nulla hanno a che vedere con il Rinascimento.

Come riportato dal quotidiano Domani i primi di febbraio, in Arabia Saudita le autorità si sono rese responsabili di arresti arbitrari, torture e sparizioni forzate di cittadini.

La denuncia più clamorosa è di una delle mogli di Mohammed bin Rashid al Maktum, il primo ministro, fra i sostenitori della fondazione che ha organizzato il forum a cui ha partecipato Renzi, che lo accusa di maltrattamenti e di aver fatto sparire le figlie.

Non stiamo parlando dei rapporti discutibili del senatore Renzi con i fondi di investimenti, dei versamenti alla fondazione Open su cui sta indagando la magistratura, delle scatole cinesi o per meglio dire “scatole arabe” di società con cui un paese straniero è entrato nella gestione degli scali di Firenze e Pisa – conclude Noferi - ma di diritti umani, e quelli ci trovano uniti in una presa di distanza dall’adulazione del principe saudita.”

“Cerchiamo di restare nel merito dell’atto – ha osservato Francesco Gazzetti (Pd), presentando una serie di emendamenti –. Cambiamo il titolo da ‘Matteo Renzi alla corte del principe saudita Mohammed bin Salman’ a ‘In merito alla recente visita di Matteo Renzi in Arabia saudita’. Interveniamo sulle premesse in vari punti, ricordando, ad esempio che nonostante alcune restrizioni del sistema del guardiano siano state riformate recentemente (nel 2017 è stato permesso alle donne di affittare proprietà ed avviare imprese, dal 2018 possono partecipare come spettatrici ad eventi sportivi maschili) permangono una serie di impedimenti, come iscriversi all’università, curarsi in ospedale o chiedere protezione in caso di abusi”.

“Voterò no al testo, emendato o meno – ha dichiarato Maurizio Sguanci (Italia Viva) - Avrei voluto sentire lo stesso in occasione del viaggio di Di Maio in Cina”.

“La politica è una cosa molto complessa – ha osservato Marco Stella (Forza Italia), rivolto alla collega Noferi – Ha nulla da dire sull’ingresso dell’Arabia Saudita in Eni, quando eravate al Governo? Non è un tema importante per lei che uno stato estero entri in una delle imprese più importanti del nostro Paese? Se vogliamo fare una discussione sul tema dei rapporti con paesi che violano i diritti civili, facciamolo. Io voterò no ad una mozione nella quale vedo solo odio verso una persona”.

“Questo atto è estraneo ad ogni logica riferita al Consiglio regionale e non giova ai cittadini toscani - ha dichiarato Elisa Montemagni (Lega) – Non me la sento di votarlo, come gruppo ci asteniamo”.

“Noi, che non odiamo il senatore Renzi, sosteniamo che non sia opportuno parlare di ‘Rinascimento Arabo’ in Arabia Saudita”, ha replicato Vincenzo Ceccarelli (Pd).

“Non ho avuto una sola chiamata sul mio cellulare per sapere qualcosa su questo tema – ha rilevato Stefano Scaramelli (Italia Viva) – Voterò contro un atto che sarebbe meglio fosse ritirato”.

“Si à discusso da sempre su questioni politiche nazionali – ha sottolineato Irene Galletti (Movimento 5 stelle) – Si rifletta sul fatto che bene o male Renzi è un senatore toscano”.

“In Consiglio regionale si sta formando una nuova maggioranza? Giani riferisca in aula”. E’ il commento del capogruppo di Fratelli d'Italia nel Consiglio regionale della Toscana, Francesco Torselli, sull’esito del voto con cui l’Aula si è dissociata dal plauso di Matteo Renzi al regime saudita. “Il fatto che il partito democratico abbia votato contro Italia Viva e insieme ai grillini è un dato politico inoppugnabile. Se la maggioranza che sostieneGiani sta mutando, i toscani hanno il sacrosanto diritto di saperlo. Ai cittadini non interessa lo scontro fratricida tra zingarettiani ed ex renziani. Basta con i giochi di potere”.

In mattinata è giunta poi la notizia del rinvio a giudizio di Tiziano Renzi e Laura Bovoli, per bancarotta fraudolenta e fatture false. “Mi auguro che la magistratura possa accertare la verità, perché si tratta di accuse assai gravi”.

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