Consiglio comunale: maratona di 3 giorni per l’approvazione di PS e PO

Piano Strutturale e Piano Operativo nel Salone de’Dugento, lunedì, martedì e mercoledì prossimi

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 marzo 2024 17:24
Consiglio comunale: maratona di 3 giorni per l’approvazione di PS e PO

Tre giorni per portare all’approvazione la delibera che contiene “Piano Strutturale e Piano Operativo. Conclusione processo decisionale VAS. Ratifica Accordo Parco Agricolo della Piana. Adozione nuove previsioni /riadozione artt. 32.14 e 32.15 del PS e art. 37, comma 5, e art. 87, comma 2, del PO”.

Si comincia lunedì prossimo 25 marzo alle 9 con l’ora dedicata al question time (che si svolgerà nella sola seduta di lunedì). A seguire la comunicazione del presidente del Consiglio comunale Luca Milani aprirà la prime di tre sedute tutte dedicate all’approvazione del POC. Sia lunedì che martedì e mercoledì, i lavori cominciano alle 9, si interrompono per la pausa pranzo dalle 13 alle 14,30 e poi riprendono fino alle 19-19,30. Nel dettaglio, i lavori per l’esame e il voto sulla delibera saranno così articolati:

Lunedì 25

Illustrazione delibera. Esame dell’emendamento di giunta con relativi sub-emendamenti, al termine relativa votazione. Esame di parte degli emendamenti. Discussione e votazione.

Martedì 26

Esame emendamenti. Discussione e votazione.

Mercoledì 27

Dibattito sulle controdeduzioni, raggruppate in 12 gruppi omogenei. Votazione di ciascun raggruppamento (12 votazioni). Dichiarazioni di voto. Espressione di voto alla proposta alla delibera 00070/2023. Esame di eventuali ordini del giorno. 

"L’eliminazione della norma che introduce la residenza temporanea per turisti non è il solo dietrofront che il sindaco ha sfoderato nell’emendamento depositato a sorpresa a 48 ore dal voto. Nello stesso atto, infatti, Nardella riesce a fare almeno altre due stridenti marce indietro: introducendo last minute l’housing sociale nell’ex ospedale San Giovanni di Dio (dopo aver a lungo attaccato chi aveva fatto presente che sarebbero sorte lì residenze private di lusso); e sull’onere per il privato di realizzare housing sociale con un nuovo termine di 20 anni per i canoni calmierati (termine inserito e aumentato dopo che Firenze Democratica ha a più riprese fatto notare l’insostenibilità di delegare al privato il tema casa senza peraltro aumentare il patrimonio pubblico adibito alla casa).

Bene per tutti che ci si proponga di raddrizzare certe storture, meno bene che tali scelte avvengano sempre senza passare dalle commissioni, e ricevendone nel frattempo in cambio violenti e attacchi solo difensivi.

Nonostante i tardivi dietrofront la giunta Nardella si mostra ancora molto distante dalla visione di una città pubblica; la stessa che il nuovo POC, impostato dalla ex assessora Del Re, voleva avviare e che in pochi mesi é stata stravolta. Non vi é più traccia, ad esempio, dello stop alla vendita di immobili pubblici (che si continuano a vendere); manca del tutto il protagonismo del pubblico sul fronte della casa: il tema viene delegato al privato e per tempo limitato; sono, inoltre, scomparse le norme che limitavano l’uso di appartamenti a scopo edilizio o sono state eliminate funzioni come nuove scuole in centro storico a favore di nuovi studentati privati.

Abbiamo perciò presentato su tutti questi fronti (e non solo) nuovi emendamenti che corrispondono all’esigenza di una città pubblica per davvero, che abbia la lotta alla rendita come obiettivo principale.

Dopo il passo indietro sulla norma Airbnb, il gruppo PD ieri ha detto che presenterà un ordine del giorno per estendere il divieto anche ad altre zone: se fosse coerente, allora, approverebbe subito il nostro emendamento per estendere il divieto alle zone universitarie e lascerebbe quella norma nel poc. Sarà poi eventualmente il Tar a stralciarla, laddove la ritenesse illegittima.

Da sempre abbiamo detto che non si doveva usare l’urbanistica per regolamentare gli affitti turistici brevi: si creava una nuova rendita (legata per giunta ad un bene primario come la residenza) e - come era facile prevedere - gli effetti sarebbero stati devastanti in termini di aumento degli affitti turistici in centro storico, con un allargamento del problema alle zone universitarie (aumento del valore degli immobili e di conseguenza dei canoni di affitto). Ciononostante, se il comune fosse stato certo della correttezza della strada intrapresa, avrebbe potuto coerentemente seguirla fino in fondo. E invece a 48 ore dal voto torno indietro senza una motivazione giuridica solida, anzi.

La sensazione è che l’ansia propagandistica ed il plauso del pubblico (Firenze modello di governo di Airbnb!) vengano costantemente anteposti alla reale soluzione dei problemi. Messi da parte i titoli di giornale forieri di un immaginario consenso, i problemi rimangono lì e le soluzioni lasciate cadere (così è stato ad esempio per la legge di iniziativa popolare ed ora per la norma anti Airbnb finita anch’essa nel nulla).

Nel frattempo, però, il fenomeno cresce ed il disagio galoppa lasciando la città nel caos. Come nel caos ci pare la gestione del consiglio comunale delle prossime giornate: perdere 5 consiglieri del PD avrebbe dovuto far riflettere sulla gestione di questo secondo mandato, segnata da un sindaco che ha preferito offrire l’immagine di uomo solo al comando, preoccupato più della sua prossima campagna elettorale che delle sorti di Firenze. Un finale di scena davvero triste che la nostra città non meritava" dichiarano i consiglieri di Firenze Democratica Leonardo Calistri, Massimiliano Piccioli e Stefano Di Puccio.

“L’autoemendamento con cui, di fatto, il sindaco e assessore all’urbanistica Nardella ha tolto la norma che stoppa l’apertura di nuovi airbnb in centro storico azzoppa politicamente il POC al voto da lunedì. Si possono fare tutti i ragionamenti tecnici del mondo, ma il dato resta questo.

Segnaliamo, agli illuminati amministratori PD e al sindaco, che il tema della residenza in centro storico andrebbe affrontato con serietà, e non con norme che si mettono e si levano a seconda delle convenienze. Parliamo degli esercizi commerciali di vicinato oramai quasi del tutto spariti, di scuole e asili che non ci sono, per non parlare della sosta.

A Firenze il tema dell’abitare in generale è caldissimo, ed il Comune ha avuto la sua occasione storica con i fondi del PNRR, che ha invece scelto di destinare per tre quarti (500 milioni circa) solo sullo sviluppo delle tramvie piuttosto di mettere mano al patrimonio di edilizia popolare e sociale.

Alla luce dei voti in commissione di due gruppi di maggioranza (Italia Viva e Firenze Democratica) e di quest’ultimo scivolone, il PD è davvero convinto di portare al voto il POC la prossima settimana? Noi consiglieremmo un’attenta riflessione” dichiarano il consigliere di Fratelli d’Italia e coordinatore cittadino del partito Jacopo Cellai insieme al capogruppo Alessandro Draghi e al vicecoordinatore Giovanni Gandolfo.

“Nessuno stop, si va giustamente avanti con la regolamentazione degli affitti turistici brevi. Il Partito Democratico di Firenze intende portare avanti nuove politiche abitative che favoriscano il diritto alla casa e la residenza in ogni quartiere della città per cittadini e studenti di ogni fascia di reddito. Si sta facendo nella pianificazione urbanistica del nuovo Piano Operativo con il potenziamento dell'edilizia sociale, dell'edilizia residenziale pubblica e dei posti letto pubblici per gli studenti, oltre che con i nuovi servizi di supporto alla residenza come le nuove o potenziate Case della Comunità (servizi sociosanitari sempre più diffusi e connessi al territorio e alle sue risorse locali).

Lo stop agli affitti turistici brevi nell'area Unesco, ribadito oggi dal sindaco Dario Nardella, è un primo provvedimento innovativo che va in questa giusta direzione, per questo lo sosteniamo fortemente. Restiamo in attesa degli aggiornamenti alla normativa regionale in materia di turismo che favoriscano la regolamentazione e soprattutto di una normativa nazionale che fornisca strumenti forti ai Comuni ad alta tensione abitativa per limitare questo fenomeno, come ad esempio le licenze temporanee contingentate, normativa che evidentemente il governo delle destre non è affatto intenzionato a varare.

I gruppi politici che vogliono fraintendere strumentalmente, mistificare i dati e le norme urbanistiche varate, lo facciano pure. Noi siamo certi che i cittadini cui sta a cuore la residenza, la vivibilità dei nostri rioni e il diritto alla casa, capiscano bene i nostri obiettivi e saranno al nostro fianco per costruire una Firenze, a partire dal suo centro storico, sempre più a misura di tutte e di tutti” dichiarano in una nota congiunta Andrea Ceccarelli, segretario Pd cittadino, e Mirko Dormentoni, responsabile Urbanistica e Sostenibilità Pd Firenze.

"Il sindaco Nardella è talmente ossessionato dalla continuità, che con una mano fa le riforme, con l'altra le cancella. Salvo poi indignarsi a mezzo stampa per la loro sparizione in pieno stile gattopardesco” Così Cecilia Del Re commenta l’emendamento di giunta che congela la variante al Regolamento Urbanistico adottata a ottobre dallo stesso Comune di Firenze per porre un argine al fenomeno degli affitti turistici.

“Pasqua è tempo di sorprese – sottolinea Del Re – e quella del sindaco non poteva mancare. Alla vigilia del voto sul Piano Operativo, Nardella ha infatti deciso di cancellare, all’insaputa del Consiglio comunale, la norma anti Airbnb che lui stesso ha sbandierato per tutto l’inverno come modello. Il motivo ufficiale è attendere la pronuncia del Tar, prevista per il 9 maggio prossimo, ma le cose non stanno così, visto che, con l’approvazione del Piano Operativo, quella norma cesserà ufficialmente di esistere così come il vecchio Regolamento urbanistico”.

“I veri motivi di questa scelta – aggiunge l’ex assessora – sono da ricercarsi altrove. Con la sua eliminazione, si dà infatti la possibilità a chi non ha ancora registrato sul portale affitti brevi i propri alloggi di farlo. Tra questi, ad esempio, i proprietari dei 200 appartamenti realizzati in corso Italia al posto dell’ex teatro comunale, che, rispondendo a una nostra interrogazione l’11 marzo scorso, l’assessore Bettarini ci ha confermato essere tra i ricorrenti contro la variante Airbnb. Un caso? Tutto può essere”.

“Rimane il fatto – incalza Del Re - che la norma anti Airbnb è stata, sin dalla sua approvazione, un condono mascherato: ha finti, o per consolidare l’uso turistico di 13 mila alloggi e determinato un’impennata di nuovi appartamenti iscritti sul registro affitti brevi, ha determinato un’esplosione del costo degli affitti in città sia in centro che nelle zone universitarie e, in generale, in valore delle case si è impennato. Altro che lotta alla rendita”.

“Parallelamente infatti – prosegue la leader di Firenze Democratica – Palazzo Vecchio ha provveduto a snaturare il Piano operativo, cancellando le norme anti frazionamento, che prevedevano almeno un bagno ogni 30 metri quadri e un’estensione della superficie frazionabile oltre i 50 mq. Tutte disposizioni stralciate nella nuova versione del piano che verrà votato lunedì”.

“È evidente – conclude Del Re – che Nardella abbia preferito la propaganda alla concretezza, condannando così la nostra città. A Venezia il sindaco ha dialogato col precedente governo, ottenendo una norma ad hoc. Nardella non ha fatto altrettanto, presentando una legge di iniziativa popolare sui centri storici, che è servita solo a fargli guadagnare qualche titolo sui giornali nazionali. Intanto, a Firenze, abitare è diventata una sfida”.

“La norma anti B&B è evidentemente inapplicabile perché inserita nello strumento sbagliato” lo afferma Egidio Raimondi , co-portavoce Europa Verde- Verdi Firenze “Occorre una norma nazionale che vada nella direzione opposta, ovvero non assimili i B&B sempre più al ricettivo aggiungendo obblighi di legge come la prevenzione incendi perché questo favorisce chi ne gestisce centinaia. Invece per alcune famiglie avere una casa da affittare ha rappresentato una salvezza dalla crisi negli ultimi anni”.

“Per lo stesso motivo limitare i frazionamenti e il numero dei bagni in base ai mq penalizza chi ha necessità di farlo per motivi diversi dal B&B. In altre parole ci sono troppi effetti collaterali. Piuttosto va limitato il numero di appartamenti che ciascuno può dedicare al B&B. E per questo la soluzione è nazionale e non nell’urbanistica locale” conclude Raimondi.

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