Concerto di Natale: l'Ort parte da a Poggibonsi per tornare a Firenze

Haendel al Politeama Pratese e Mahler al Teatro dei Rinnovati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 Dicembre 2025 14:37
Concerto di Natale: l'Ort parte da a Poggibonsi per tornare a Firenze

Il Concerto di Natale, per l’Orchestra della Toscana, è più di un rito affettuoso: è l’ultimo incontro dell’anno con il pubblico, anzi con i pubblici che l’ORT ha costruito negli anni, in un dialogo che unisce città grandi e centri più piccoli, tutti parte della stessa geografia culturale. Una «festa di musica ambulante», un viaggio che attraversa la regione e ne restituisce lo spirito: il piacere di condividere la musica mantenendo intatta la qualità, l’ascolto e la curiosità.

Quest’anno il percorso tocca Poggibonsi, Arezzo, Peccioli, Figline, Pisa e si conclude come da tradizione il 24 dicembrenella casa dell’Orchestra, il Teatro Verdi di Firenze. A guidarlo sono due interpreti ormai legati all’ORT da diverse esperienze comuni: Nicolò Jacopo Suppa, direttore di solida formazione e immaginazione vivace, ed Ettore Pagano, violoncellista ventiduenne già affermato sulla scena internazionale, protagonista di riconoscimenti importanti come il Premio Abbiati 2025 e di una memorabile tournée con l’ORT in Finlandia per l’inaugurazione del Festival di Turku.

Suppa possiede un gesto lucido e mobile, che cerca la trasparenza senza rinunciare alla vitalità espressiva. Le sue interpretazioni dispiegano le strutture, rendendole leggibili, ma sempre animate da un impulso narrativo. Pagano, dal canto suo, affronta ogni pagina con una naturalezza quasi disarmante: il suono pieno, la duttilità tecnica, la capacità di passare dal mormorio intimo a un canto proiettato con fermezza lo rendono un protagonista autentico, non un talento in formazione ma un solista compiuto.

Il programma si apre con la vivacità teatrale dell’ouverture dal Signor Bruschino, una delle farse rossiniane nate per il Teatro San Moisè. È musica che gioca con le attese: i colpi d’arco sul leggìo — quell’effetto rumoristico che Rossini immaginò come una sorta di “tormentone comico” — restituiscono l’atmosfera effervescente di un Settecento veneziano popolato da equivoci e colpi di scena. Suppa ne valorizza la brillante architettura classica, lasciando emergere con leggerezza l’ironia del giovane Rossini.

Con l’Andante cantabile di Čajkovskij il clima cambia radicalmente. Nato come secondo movimento del Quartetto op. 11 e poi trascritto dall’autore per violoncello e archi, questo brano conserva l’intimità di una confessione privata. La melodia popolare raccolta da Čajkovskij in Ucraina, una linea semplice e struggente, trova in Pagano un interprete capace di far convivere purezza e profondità, senza indulgere né semplificare. È un momento sospeso, luminoso nella sua malinconia.

La Suite italienne di Stravinskij, nella trascrizione di Benjamin Wallfisch, introduce un gioco di specchi ancora diverso: un Settecento reinventato, visto “allo specchio” con le orecchie del Novecento. Le sei sezioni tratte da Pulcinella scorrono come piccole scene da commedia musicale, tra serenate malinconiche, arie gesticolanti e tarantelle che sembrano non toccare mai terra. Pagano affronta questa scrittura con un’agilità quasi teatrale, mentre Suppa modella l’orchestra in un bianco e nero netto, affilato, tipico di Stravinskij.

Il viaggio si chiude con un capolavoro assoluto, la Sinfonia n. 41 “Jupiter” di Mozart, una pagina dove la chiarezza del classicismo incontra il suo limite più alto. L’ultimo movimento — una fuga che unisce in un’unica trama cinque soggetti — sintetizza la capacità mozartiana di trasformare la logica in energia, la complessità in entusiasmo. Suppa la affronta con rigore e slancio, mettendo in luce la tensione interna del discorso, il suo affacciarsi continuo verso la luce.

Un programma poliedrico — Rossini, Čajkovskij, Stravinskij, Mozart — ma attraversato da un’unica forza: quella fiducia che la musica sa conservare anche nei passaggi più fragili dell’anno. Un modo, forse il migliore, per chiudere il 2025 con una scintilla di speranza.

Venerdì 19 dicembre –ore 21- anche al Teatro Politeama Pratese Concerto di Natale per la Stagione 2025/2026, direttore Filippo Maria Bressan. La Camerata Strumentale di Prato, affiancata dal Coro Giovanile Italiano nel Messiah di Haendel e nell'Oratorio in tre parti di Charles Jennens, nella versione di Mozart K. 572.

Filippo Maria Bressan, figura di riferimento nella vicenda artistica della Camerata, torna a dirigere un grande classico del tempo natalizio, il Messia di Haendel, proposto nell’orchestrazione che Mozart realizzò nel 1789 su invito del Barone Gottfried van Swieten, il coltissimo Bibliotecario imperiale al quale tanto il Salisburghese quanto il giovane Beethoven furono debitori per aver loro rivelato la grandezza dei due massimi compositori dell’epoca precedente, Bach e appunto Haendel.

L’Oratorio, divenuto un vero monumento della cultura britannica e universale, porta in questo caso ben due firme. Stabilendo un’analogia con le arti figurative, si potrebbe attribuire a Haendel l’ideazione e il disegno, mentre a Mozart andrebbe assegnato il colore, ovvero la nuova strumentazione allineata all’organico orchestrale e alla civiltà sinfonica del tardo Settecento.

Il concerto è impreziosito dalla presenza del Coro Giovanile Italiano, istituzione che ha nel magistero di Filippo Maria Bressan il suo storico riferimento artistico, e da un quartetto vocale di specialisti capitanato dalla deliziosa Silvia Frigato, applauditissima nella scorsa stagione nel programma che la Camerata dedicò a Pietro Metastasio.

Sarà Siena a ospitare il concerto conclusivo della tournée toscana nata dalla collaborazione tra i Conservatori della regione e l’Hopkins Center for the Arts at Dartmouth College (USA). Mercoledì 17 dicembre, alle ore 21, il Teatro dei Rinnovati accoglierà il tradizionale concerto di Natale del Conservatorio “Rinaldo Franci”, che quest’anno assume un valore speciale grazie alla presenza di un’orchestra sinfonica di 90 elementi, formata da studenti italiani e americani. L’ingresso è gratuito, senza obbligo di prenotazione, fino a esaurimento posti.

Sul palco saliranno insieme i giovani musicisti dei Conservatori toscani e della Dartmouth Symphony Orchestra, riuniti sotto la direzione del Maestro Filippo Ciabatti, direttore dei programmi orchestrali e corali del Dartmouth College. Il concerto rappresenta il momento culminante di un percorso di prove, studio e confronto artistico, che ha coinvolto gli studenti in un’esperienza formativa di respiro internazionale.

Il programma della serata è dedicato a Gustav Mahler, uno dei massimi protagonisti del sinfonismo tra Otto e Novecento. Ad aprire il concerto saranno i Lieder eines fahrenden Gesellen (Canti di un viandante), affidati alla voce del mezzosoprano Antoinette Dennefeld, interprete apprezzata a livello internazionale. A seguire, l’orchestra eseguirà la Sinfonia n. 1 in Re maggiore “Il Titano”, opera monumentale che segna l’esordio sinfonico di Mahler e che richiede un organico ampio e una notevole maturità interpretativa.

Un concerto di Natale all’insegna dell’inclusività. Giovedì 18 dicembre, alle 15.30, la sala polivalente dell’Istituto “Madre della Divina Provvidenza” di Agazzi ospiterà un pomeriggio tra sonorità, melodie e brani ispirati alle festività che vedrà per protagonisti i ragazzi del laboratorio “L’ottava nota” dove la musica diventa un veicolo di sviluppo cognitivo, emotivo ed espressivo. Questo progetto, giunto alla seconda edizione e coordinato dall’insegnante e pianista Lara Viviani, propone incontri settimanali rivolti a persone con disabilità intellettive o con disturbo dello spettro autistico: il concerto di Natale permetterà di vivere un momento di festa a porte aperte dedicato alla restituzione e alla condivisione con familiari, operatori e amici.

Tante mani, in guanti bianchi, che si muovono per intonare i canti della tradizione natalizia. Sono quelle dei bambini e delle bambine del ‘Coro di Voci e Mani Bianche Bonamici’, che si esibiranno nel Concerto di Natale della Fondazione Pisa del prossimo 20 dicembre, nell’auditorium di Palazzo Blu.In occasione delle prossime festività, Fondazione Pisa e la Scuola di Musica “Bonamici” presentano il Concerto, che ha la particolarità di porre attenzione al tema dell’inclusione e della disabilità.

Il ‘Coro di Voci e mani Bianche Bonamici’, costituito da cinquanta ragazze e ragazzi di età compresa tra i sei e i sedici anni e fondato nel 2004 da Angelica Ditaranto, che lo dirige, si esibisce infatti ‘traducedo’ il canto espresso con la voce, in gesti della Lingua dei Segni, per permettere l’accessibilità della musica alle persone sorde o con altri tipi di disabilità, guidati dell’interprete LIS Mariachiara Sinibaldi e accompagnati al pianoforte da Glenda Poggianti.

I giovani coristi, durante l’esecuzione dei brani, si esprimono indossando dei guanti bianchi affinché il gesto risulti più visibile anche da lontano. L’esecuzione risulta così arricchita da una interpretazione, attraverso la quale il gesto in LIS segue la linea melodica e la durata dei suoni, permettendo quindi alle persone sorde non solo, di capire il significato del testo ma anche di immaginare la musica nelle sue infinite potenzialità espressive. I bambini e le bambine, guidati dalla Direttrice Angelica Ditaranto che li accompagna nell’esecuzione indossando a sua volta i guanti bianchi, sono coinvolti e impegnati con profonda consapevolezza e serietà affinché il messaggio risulti chiaro, armonico e completo per il pubblico che ascolta o che osserva.

Il programma del concerto di sabato 20 dicembre condurrà i partecipanti in un affascinante viaggio attraverso le più celebri melodie natalizie della tradizione europea ed extraeuropea, dai brani sacri in italiano del XVII secolo ai Christmas Carols del repertorio anglosassone; dagli antichi inni e cantici del Medioevo, che celebrano la nascita di Gesù Cristo ai brani derivanti dai villancico della tradizione spagnola. Non mancheranno i grandi classici in latino come Adeste fideles e le composizioni di Alfonso Maria de’ Liguori. Tutto il concerto sarà tradotto in simultanea in LIS.

“Anche quest’anno la Fondazione Pisa ha pensato di proporre il concerto di Natale con l’esibizione del coro della Scuola di musica Bonamici, con l’esecuzione dei canti anche nella Lingua dei Segni - dichiara Stefano Del Corso, presidente della Fondazione Pisa – la musica e i canti della tradizione ci aiutano a entrare nell’atmosfera delle feste e l’esibizione dei bambini e delle bambine, in guanti bianchi, oltre che con la loro voce, ci auguriamo regali un momento di gioia, provando ad abbattere ogni barriera. La collaborazione della Fondazione Pisa con la Scuola Bonamici è iniziata da tempo, con il sostegno riconosciuto ad alcuni progetti che la scuola porta avanti per la diffusione della cultura musicale tra i bambini e i ragazzi. Attendiamo l’esibizione di sabato prossimo ed esprimiamo l’augurio che per tutti siano delle festività serene da trascorrere nel migliore dei modi”.

“Il coro conta 22 anni di attività – afferma la Direttrice Angelica Ditaranto – durante i quali è stato affrontato e approfondito lo studio sulla vocalità, sulla tecnica e sull’interpretazione del repertorio polifonico dal Seicento alla musica contemporanea. Recentemente si è esibito in un concerto organizzato dalla Presidenza della Camera dei Deputati e in altri prestigiosi contesti come all’interno dell’Amiata Piano Festival e del Ravenna Festival, sotto la guida di Riccardo Muti. Attraverso questo tipo di attività artistica Il ‘Coro di Voci e Mani Bianche Bonamici’ vuole trasmettere un messaggio di cura e attenzione verso l’altro; favorire il rispetto per la fragilità; agevolare la comunicazione, l’inclusione e l’integrazione”.

Il ‘Coro di voci e Mani Bianche Bonamici’ prende ispirazione da un progetto di integrazione e socializzazione che si basa sul programma di educazione del ‘Sistema’ fondato da Antonio Abreu in Venezuela nel 1975, nato per curare l’inclusione e l’emancipazione dei ragazzi di strada offrendo loro una opportunità di riscatto sociale. Il progetto originale, dal titolo evocativo ‘Un violino al posto di un’arma’, ha portato alla creazione di orchestre inclusive e di cori formati da ragazzi normodotati e ragazzi sordi, che ascoltano la musica attraverso le vibrazioni degli oggetti e che prendono parte all’esecuzione esprimendosi attraverso la gestualità delle mani, senza usare la voce.

Il concerto di sabato 20 dicembre avrà inizio alle ore 17.00, è a ingresso libero, con prenotazione obbligatoria tramite la mail prenotazioni@scuolabonamici.it

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