Commissione regionale d’inchiesta MPS: da ampliare l’elenco dei convocati

Ancora sub iudice i Piani finanziari '4You' e 'MyWay' della Banca. Popolare di Vicenza: inizia l'offensiva degli Azionisti di Confconsumatori Prato. Intesa tra Fiom Cgil Firenze e Bcc di Impruneta per garantire l'anticipo della cassa integrazione ai lavoratori della Dab

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 ottobre 2015 17:03
Commissione regionale d’inchiesta MPS: da ampliare l’elenco dei convocati

Firenze– La lista dei nominativi da audire nella commissione d’inchiesta “In merito alla Fondazione Monte dei Paschi di Siena e alla Banca Monte dei Paschi di Siena e ai rapporti con la Regione Toscana” non è ancora completa e sarà integrata e modificata. Nella seduta di giovedì 22 ottobre, il presidente Giacomo Giannarelli (M5S), il vicepresidente Leonardo Marras (Pd) e il vicepresidente segretario Claudio Borghi (Lega Nord) hanno infatti deciso che l’elenco dovrà essere rivisto ed ampliato. Nei prossimi giorni l’ufficio di presidenza si riunirà per una decisione comune e condivisa.

La vicenda dei piani finanziari progettati dal Monte dei Paschi di Siena nei primi anni del 2000 è lontana nel tempo, ma attuale perché ci sono tutt'ora centinaia di migliaia di piani finanziari in corso di esecuzione che stanno provocando un sostanziale danno finanziario ai sottoscrittori. Ci riferiamo ai piani finanziari con i nomi commerciali di My Way, 4 You, Visione Europa, 121 Performance. A distanza di circa 12 anni dall'esplosione della vicenda, una sentenza di Cassazione del 30 settembre 2015 sancisce che il contratto “non è meritevole di tutela giuridica”.

Si tratta di una condanna contro il Monte dei Paschi di Siena, che investe il cuore del prodotto, esattamente come sostenuto dall'Associazione per i diritti degli utenti e consumatori fin dall'inizio: "Il prodotto finanziario in quanto tale, era concepito -e non solo in parte commercializzato, come ha sempre sostenuto MPS- per creare danni ai risparmiatori". Scrive la Corte di Cassazione nella sentenza n. 19559/2015 (evidenziazioni nostre): “Balza però evidente agli occhi uno squilibrio abnorme tra le controprestazioni, a favore di un operatore specializzato e professionale ed in occasione della particolare vulnerabilità della controparte resa manifesta dal suo intento previdenziale: con l'immobilizzazione di una delle operazioni collegate, quella di mutuo, in un periodo di ammortamento trentennale e senza […] alcuna possibilità di intervenire sulla gestione dei fondi o sulla composizione del pacchetto titoli acquistato con la somma data a mutuo, se non recedendo dalla sola operazione finanziaria a condizioni particolarmente onerose.

Ma un simile contratto atipico non supera il vaglio di meritevolezza imposto dall'art. 1322 cpv. c.c., (a norma del quale è consentito alle parti e alla loro autonomia negoziale dare vita anche a negozi atipici, purché meritevoli di tutela secondo l'ordinamento giuridico)”. Le conseguenze di questa sentenza sono che i sottoscrittori di questi piani finanziari possono sostenere l'illegittimità del prelievo delle rate poiché -usando le parole della sentenza- il contratto in questione “non è efficace per l'ordinamento”, quindi non meritevole di tutela giuridica per contrasto con i principi generali ricavatali dagli artt.

47 e 38 Cost., circa la tutela del risparmio e l'incoraggiamento delle forme di previdenza anche privata.

Potrebbe essere definita la "bestia nera" della ex Cariprato. E' la Confconsumatori di Prato che ha sconfitto la Popolare di Vicenza in decine e decine di cause in Tribunale. Ora l'Associazione di via Giordano si appresta a lanciare l'ultima sfida alla banca, iniziando l'offensiva a tutela degli azionisti della Popolare. "Nei mesi scorsi, soprattutto a settembre e ottobre - esordisce il presidente provinciale Marco Migliorati - abbiamo raccolto presso la nostra nuova sede in via Umberto Giordano, 12, a Prato, decine di azionisti della banca di Vicenza, preoccupati o sconvolti delle perdite dei loro investimenti azionari subite negli ultimi tempi.

A rivolgersi a noi sono più spesso piccoli risparmiatori che avevano investito in azioni della banca i propri risparmi da lavoro, liquidazioni, piccole eredita' ecc". L'Associazione pero' non e' stata ferma e dopo un periodo di studio, ha scoperto - forse prima di tutte - l'esistenza di un procedimento penale presso la procura di Vicenza contro i vertici della banca, per i reati di aggiotaggio e ostacolo alla vigilanza. Nelle risposte della Banca in cui si parlava di "cause esterne" alla banca come le difficoltà del mercato o le nuove norme sulle banche popolari, la Confconsumatori non aveva infatti visto chiaro. "Tramite il nostro pool di avvocati specializzati in diritto bancario, abbiamo approfondito la questione - continua Migliorati - e rilevato alcune anomalie.

Abbiamo cosi deciso di non lasciare i nostri soci da soli, ma di assisterli". Il primo passo della federazione di Prato e' quello di raccogliere un certo numero di adesioni e presentare un esposto penale alla Procura di Vicenza ma anche a quella di Prato. "Con tali iniziative - conclude il presidente Migliorati - vogliamo innanzitutto che gli azionisti abbiano tutte le informazioni circa le indagini penali in corso e soprattutto siano in prima fila nella eventuale procedura di richiesta del risarcimento dei danni economici subiti".

È stata trovata lunedì scorso, tra la Fiom Cgil di Firenze e la Bcc di Impruneta-Banco Fiorentino, un'intesa sull'anticipo della cassa integrazione per i lavoratori della Dab Srl di Tavarnuzze, azienda artigiana metalmeccanica, specializzata nella pulimentatura e rifinitura di metalli nobili. Il ricorso alla cassa integrazione in deroga si è reso necesario a fronte della sospensione delle commesse da parte dei maggiori clienti della Dab, quali Cina, Russia ed Emirati Arabi, che attualmente vedono i loro mercati soggetti a forti fibrillazioni politiche ed economiche. "La riscossione dell'ammortizzatore però avviene mediamente entro sette/otto mesi dall'approvazione ed i 10 lavoratori si sarebbero trovati così ad affrontare un reale problema di sopravvivenza - spiega Claudia Ferri della Segreteria della Fiom Cgil di Firenze che prosegue - paradossalmente alcuni di loro avrebbero preferito chiedere al titolare di essere licenziati per poter accedere in tempi certi e più rapidi al sussidio di disoccupazione.

Un ammortizzatore sociale ha senso se interviene in tempo utile a sostituire il mancato reddito da lavoro, per questo abbiamo chiesto al Sindaco di Impruneta, Alessio Calamandrei, di porsi come intermediario con un istituto bancario del territorio che potesse anticipare l'indennità di cassa a titolo di solidarietà. Oggi lo ringraziamo congiuntamente al Presidente della Bcc di Impruneta-Banco Fiorentino, Stefano Romanelli, perché il loro intervento permetterà ai lavoratori di vedersi anticipate le somme. A seguito di questa questa vicenda - conclude Ferri - abbiamo chiesto un incontro alla Regione Toscana ed alla Città Metropolitana di Firenze per far sì che, alla luce delle ultime riforme sugli ammortizzatori, siano trovate modalità di gestione degli ammortizzatori tali da renderli davvero utili a tutelare l'occupazione e non ad affamare le persone con tempi di fruizione impossibili." "Come cerchiamo di fare sempre - dice il presidente della Bcc di Impruneta-Banco Fiorentino Romanelli - abbiamo dato una risposta in tempi più rapidi possibili, visto che qui parliamo di impresa, lavoratori e famiglie. Tanto che il Cda ha deliberato il giorno dopo". L’eventuale anticipo dovrebbe prevedere una durata massima di 8 mesi per un importo complessivo di 2.400 euro a dipendente (tre mesi di stipendio); ad oggi i dipendenti che dovrebbero usufruire di tale strumento sono stati identificati in massimo dieci unità. "Operiamo - conclude Romanelli - al meglio che possiamo, sia come stimolo alla ripresa, fornendo credito e sostegno alle imprese che investono.

Sia, nei casi di difficoltà come questo, fornendo una sorta di paracadute che speriamo possa dare ristoro a chi si trova in una fase di bisogno".

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