Coldiretti: in agricoltura 50 mila giovani attendono i voucher

La vicepresidente della commissione agricoltura Susanna Cenni (Pd): "Troppe ambiguità, no a loro ritorno" in discussione alla Camera con il DL Dignità

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
01 agosto 2018 13:48
Coldiretti: in agricoltura 50 mila giovani attendono i voucher

Con i voucher è possibile recuperare circa 50 mila posti di lavoro occasionali nelle attività stagionali in campagna, dove tali strumenti possono essere impiegati soltanto per le attività svolte da disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente. Questo è quanto afferma la Coldiretti in riferimento alla discussione in aula alla Camera del Dl Dignità che riapre le porte al loro utilizzo dopo il flop della riforma del 2017.

Con il loro ritorno in agricoltura – sottolinea Coldiretti – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori è si assicura al settore uno strumento che semplifichi, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestività tipica di una attività condizionata dalla natura. Ora occorre fare presto poiché l’estate coincide – conclude la Coldiretti – con il periodo di maggior impiego di lavoro nelle campagne a partire dalle attività di raccolta di verdura e frutta fino ad arrivare alla vendemmia che è già alle porte. Con il loro ritorno in agricoltura – precisa Coldiretti – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori, anche perché nelle campagne i beneficiari erano e restano soltanto disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali. È importante assicurare al settore uno strumento che semplifichi, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva e disponibilità all’impiego e dall’altra sia capace – continua Coldiretti - di garantire forme di tutela dei lavoratori ed integrazione del reddito alle categorie più deboli in un momento in cui se ne sente particolare bisogno. Inoltre, la proposta emendativa presentata da Coldiretti è stata accolta dal Governo in maniera pressoché integrale, attraverso un processo collaborativo che ha migliorato le caratteristiche dei nuovi voucher.

“Con il loro ritorno in agricoltura – sottolinea Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori e si assicura al settore uno strumento che semplifichi, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestività, necessaria ad una attività condizionata dall’andamento stagionale. Del totale dei voucher utilizzati in Toscana – continua Marcelli - che ricordo nel 2016 sono stati 10.400.000, solo l’1,3% è stato impiegato in agricoltura dove sono nati e rappresentano un valido contributo all’emersione del lavoro sommerso impiegati esclusivamente in attività stagionali come la raccolta delle uve e delle olive”. In effetti le province toscane dove sono stati venduti nel 2016 i 143.392 voucher destinati al settore sono quelle a forte vocazione vitivinicola ed olivicola: in testa Siena con 42.447 voucher, pari al 29%, seguita da Firenze con 30.089 voucher, pari al 20%, distaccata Arezzo con 18.555 voucher, che rappresentano il 12%.

“Ora occorre fare presto poiché l’estate coincide – mette in evidenza Antonio De Concilio, direttore Coldiretti Toscana – con il periodo di maggior impiego di lavoro nelle campagne a partire dalle attività di raccolta di verdura e frutta fino ad arrivare alla vendemmia che è già alle porte. L’esperienza toscana conferma come i voucher – conclude De Concilio – non sottraggono lavoro, ma ne liberano altro a cui altrimenti le imprese avrebbero rinunciato, spesso rinunciando alla raccolta del prodotto.

Basti pensare che nel 2016, ultimo anno di vita dei voucher, gli operai agricoli sono cresciuti del 5% raggiungendo la soglia delle 57.000 unità”. “Con il loro ritorno in agricoltura – precisa De Concilio – si riaffermano i principi originari senza gli abusi che si sono verificati in altri settori, anche perché nelle campagne i beneficiari erano e restano soltanto disoccupati, cassintegrati, pensionati e giovani studenti che non siano stati operai agricoli l’anno precedente, tra l’altro impiegati esclusivamente in attività stagionali.

Vediamo come la norma si definisce nel percorso parlamentare appena iniziato perché è importante assicurare al settore uno strumento che semplifichi, sia agile e flessibile rispondendo soprattutto ad un criterio di tempestiva e disponibilità all’impiego e dall’altra sia capace – continua - di garantire forme di tutela dei lavoratori ed integrazione del reddito alle categorie più deboli in un momento in cui se ne sente particolare bisogno”.

“Il testo che reintroduce i voucher lascia troppi spazi per le ambiguità”. Lo dichiarano Nicodemo Oliverio, responsabile Agricoltura del Pd e Susanna Cenni, vicepresidente della Commissione Agricoltura della Camera, a proposito del Dl Dignità a Montecitorio. “Si tratta – spiegano – di un disincentivo all'uso di strumenti stagionali, che già esistono nel settore, una proposta che non aiuta le imprese e rende più a rischio e opaco il rapporto occasionale di lavoro in agricoltura.

Quello dell’agricoltura è un settore strategico e vitale, che ha bisogno di snellimento per le imprese, e di vigilanza su dimensioni ancora fortemente negative come il lavoro nero, il caporalato, lo sfruttamento che chiedono a noi tutti di vigilare ed applicare con decisione le norme esistenti fino in fondo. Invece, siamo di fronte ad un arretramento: le norme del ‘decreto Di Maio’ aprono nuove ferite nel settore agricolo nazionale, penalizzano sensibilmente i lavoratori e confermano i dubbi che noi avevamo.

Anche il sindacato ha espresso, anche in queste ultime manifestazioni in piazza Montecitorio, le sue perplessità sul rischio di mettere in discussione la legge sul caporalato. Noi non siamo d’accordo. La legge sul caporalato, fortemente voluta dai Ministri Martina e Orlando, non va modificata ma applicata e non ci convince un ripristino dei voucher in agricoltura come imposto dal Governo, senza alcun confronto con le parti sociali. Occorre invece riconoscere davvero più dignità al lavoro, favorire lo sviluppo dell’intero settore, e intervenire sul grigio che nella filiera condiziona lavoro, retribuzioni e prezzi al produttore.

Il mercato del lavoro agricolo, in quanto ampiamente stagionale e non accessorio, prevede già tanta flessibilità contrattuale, e non necessita certo di ulteriori forzature”. “Siamo a fianco dei lavoratori agricoli e delle organizzazioni sindacali mobilitati in questi giorni, e siamo impegnati per favorire e sostenere la nostra agricoltura, la qualità e la trasparenza delle nostre filiere, grande valore aggiunto della nostra economia”, concludono Nicodemo Oliverio e Susanna Cenni.

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