Cinema: la rivoluzione delle donne in Marocco al 61° Festival dei Popoli

Seconda giornata con la sezione ‘Habitat’ e i concorsi italiano e internazionale online nella sala virtuale Più Compagnia. Dall’archivio del Festival dei Popoli arriva “Tigrero: a film that was never made” di Mika Kaurismäki, un viaggio con Jim Jarmusch e Samuel Fuller in Brasile sui luoghi di un film mai realizzato

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
15 novembre 2020 17:40
Cinema: la rivoluzione delle donne in Marocco al 61° Festival dei Popoli

Firenze, 15 novembre– In Concorso Internazionale, la prima italiana di “Fadma: Even Ants Have Wings” di Jawad Rhalib con protagonista la giovane Fadma, a capo di un movimento di rivolta delle donne di un villaggio in Marocco costrette a occuparsi di casa e famiglia e decise a mettere in discussione i privilegi dell’autorità patriarcale che da sempre domina e regola la vita del paese, è uno dei documentari in programma lunedì 16 novembre su Più Compagnia, la sala virtuale del cinema La Compagnia di Firenze in collaborazione con Mymovies.it.

In prima serata spazio allo storico archivio del Festival dei Popoli con “Tigrero: a film that was never made” di Mika Kaurismäki del 1994, un viaggio con Jim Jarmusch e Samuel Fuller in Brasile sui luoghi di un film mai realizzato. Il documentario fa parte della sezione “Diamonds are forever”, i diamanti dell’archivio, sezione inaugurata lo scorso anno per valorizzare il patrimonio del festival. Il regista racconta, quarant’anni dopo le riprese per l’incompiuto “Tigrero”, il viaggio in Brasile negli stessi luoghi dove Fuller girò nel 1954, un percorso nella memoria di quello che fu un’impresa tra ricordi e cambiamenti epocali.

Sempre oggi, in programma per la sezione Habitat, dedicata all’ambiente e ai cambiamenti climatici nel mondo, la prima italiana “The Perimeter of Kamsé” di Olivier Zuchuat. La storia di un gruppo di donne e uomini in Burkina Faso decisi a portare avanti un progetto innovativo per far tornare l’acqua in paese, in un’impresa quasi impossibile.

Nel Concorso Italiano protagonista il documentario dal titolo L'îles des perdus di Laura Lamanda. La regista racconta, tra aneddoti e curiosità, il “Service des Objets Trouvés” l’ufficio parigino che raccoglie gli oggetti smarriti quotidianamente lungo le strade della metropoli. “Scoprivo questo spazio dedicato alla perdita in rue des Morillons – ha spiegato la regista – e mi piaceva passare il tempo nell’atrio dalle grandi finestre e dagli arredi vecchi e robusti, dove chissà quante altre persone erano approdate nei decenni, forse trovando ciò che cercavano, forse restando invece deluse”.

Si entra nel vivo del Concorso internazionale con tre documentari in prima italiana. Oltre a “Fadma” arrivano Una revuelta sin imagenes di Pilar Monsell, su uno degli eventi meno conosciuti della storia spagnola, la rivolta capeggiata da donne nel XVII secolo: un viaggio nel tempo, tra i volti femminili della contemporaneità e quelli della pittura spagnola del Seicento. E poi Bicentenario di Pablo Alvarez-Mesa che, duecento anni dopo l’impresa di Simon Bolívar, che liberò Bogotà dall’oppressione del vicereame spagnolo, ripercorre i luoghi attraversati dal “Libertador” nell’eroica campagna militare alla ricerca del suo spirito e delle tracce del suo passaggio.

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