Chiude Pontormo e Rosso Fiorentino, e Firenze aspetta Picasso

Dal 20 settembre un’altra mostra imperdibile "Picasso e la modernità spagnola"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
21 luglio 2014 15:15
Chiude Pontormo e Rosso Fiorentino, e Firenze aspetta Picasso

 Si è chiusa ieri a Palazzo Strozzi, Pontormo e Rosso Fiorentino. Divergenti via della “maniera” la grande mostra dedicata ai due massimi esponenti della maniera moderna con un bilancio di 150.000 visitatori. Promossa e organizzata da Fondazione Palazzo Strozzi con il contributo di Ente Cassa di Risparmio di Firenze, l’esposizione ha riscosso un grandissimo successo di pubblico e di critica che l’hanno consacrata come l’evento culturale da non perdere, posizionandola nella rosa delle mostre più visitate dell’ anno 2014.

Con questo risultato eccezionale la mostra di Pontormo e Rosso Fiorentino supera un altro importante risultato, quello ottenuto nel 2010 con la mostra Bronzino. Pittore e poeta alla corte dei Medici, consolidando la reputazione di eccellenza dell'offerta culturale di Palazzo Strozzi.Curata da Antonio Natali, Direttore della Galleria degli Uffizi e da Carlo Falciani, docente di storia dell’arte la rassegna ha rappresentato un viaggio attraverso le vite parallele di questi artisti “gemelli diversi” che alla fine del loro percorso arriveranno a un riavvicinamento.“Quando volge al termine un’impresa che abbia richiesto un impegno ragguardevole e per la quale sia stata investita passione senza risparmio, il cuore è preso dalla malinconia - afferma Antonio Natali Tanto è felice la stagione dell’allestimento, tanto è triste il tempo dello smontaggio; che adesso per la mostra di Rosso e Pontormo è ineluttabilmente giunto.

Rimane la soddisfazione di aver portato a Firenze, per i nativi e per i suoi ospiti, tante opere d’altissima poesia e d’aver proposto il riscontro dei percorsi espressivi di due artefici fra i più grandi d’ogni tempo, riuscendo (ce n’è pervenuta nozione, sicura e gratificante) a farli oggetto dello stesso amore che ha animato le indagini preliminari“ “Questa mostra rappresenta il culmine dell’attività di Palazzo Strozzi da oltre 8 anni, sia per quel che riguarda il numero dei visitatori sia il riscontro della critica, e conferma il successo di una istituzione culturale che in pochi anni si è affermato sullo scenario internazionale, grazie al sostegno della Città.

Dimostra che quando a Firenze si vuole veramente fare qualcosa di importante e si ha il coraggio di fare delle scelte di qualità, ci si può riescire e si è competitivi” ha affermato il Presidente Lorenzo Bini Smaghi.Ottimo risultato per “Palazzo Strozzi contemporaneo”Con la mostra Questioni di famiglia: 35.000 persone hanno visitato Questioni di famiglia. Vivere e rappresentare la famiglia oggi mostra del CCC Strozzina, curata da Riccardo Lami e Franziska Nori, che attraverso le opere di undici artisti internazionali (Guy Ben-Ner, Sophie Calle, Jim Campbell, John Clang, Nan Goldin, Courtney Kessel, Ottonella Mocellin e Nicola Pellegrini, Trish Morrissey, Hans Op de Beeck, Chrischa Oswald, Thomas Struth) ha proposto una riflessione sul concetto di famiglia nel mondo contemporaneo.

Con questo traguardo la mostra Questioni di famiglia si pone in linea con un altro importante risultato, ottenuto nel 2013 con la mostra Francis Bacon e la condizione esistenziale nell’arte contemporanea confermando così la qualità dell’offerta di Palazzo Strozzi per l’arte e la cultura contemporanea in Toscana, in grado di rapportarsi con le più altre realtà culturali nazionali e internazionali.“Questi ottimi risultati” - aggiunge il Direttore Generale della Fondazione Palazzo Strozzi James Bradburne - “dimostrano non solo la validità e l’altissima qualità dei progetti dell’offerta di Palazzo Strozzi, che continua a produrre mostre di successo per creare valore, un valore economico e culturale.

Le rassegne continuano ad avere una grande attenzione dal punto di vista del pubblico, tenendo fede così al disegno della Fondazione, di portare a Firenze eventi culturali di qualità e di valenza internazionale, dimostrando che la sua reputazione non dipende solo dai capolavori architettonici e dalle collezioni di arte rinascimentale, ma anche dalla produzione culturale, un sinonimo di qualità, innovazione e accessibilità”.

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