Chi è contento del nuovo governo in Toscana?

C'è molto malumore in sul territorio, sia dal lato della maggioranza, che dalla parte dell'opposizione. Che sia un buon inizio?

Nicola
Nicola Novelli
15 settembre 2019 19:02
Chi è contento del nuovo governo in Toscana?

Chi è soddisfatto della formazione del nuovo governo, sostenuto da Movimento 5 Stelle e Partito Democratico? A giudicare dalle dichiarazioni che fioccano dalla bocca degli esponenti toscani delle maggiori forze politiche, ben pochi sembrano approvare l'accordo parlamentare alla base della nuova compagine ministeriale. Sia dal lato della maggioranza, che dalla parte dell'opposizione.

Partiamo dai nuovi arrivati, i parlamentari di centrosinistra, che fino a un mese fa erano all'opposizione: “La situazione è seria. Dopo una fase durata già 14 mesi in cui nessun passo in avanti è stato fatto, rischiamo davvero di vedere immobilizzata Firenze e la Toscana per i prossimi anni. Da troppo tempo opere che erano sul punto di essere realizzate sono state rinviate, rallentate e anche dimenticate. Aeroporti, porti, autostrade, cultura ma anche crisi aziendali, situazione delle motorizzazioni al collasso non si risolvono da sole.” E' quanto dichiarato dal deputato fiorentino Gabriele Toccafondi “Per questo motivo faccio appello a tutti i parlamentari della nostra regione, quegli eletti nella coazione del Centrosinistra, di creare una rete per mobilitarci in ogni sede e farci sentire da un Governo che deve ascoltare.

Per fare politica non è indispensabile un posto da sottosegretario, è vero, ma senza un punto di riferimento toscano nel governo, ci troviamo a pagare un'assenza che indebolisce non me o qualche partito ma tutta quanta la Toscana”.

“E i Cinque Stelle toscani cosa pensano del nuovo governo? Quelli che da sempre hanno combattuto il PD al governo locale regionale e comunale? "Mi sono iscritto al Blog di Beppe Grillo nel marzo del 2007, due anni e mezzo prima che fosse fondato il Movimento 5 Stelle -racconta il senese Luca Furiozzi- Da allora, per oltre 11 anni, mi sono battuto insieme ad alcuni amici per quello che pensavo fosse il bene della città e del Paese. Non è stato facile affrontare il PD senese, forte di un potere istituzionale e finanziario molto al di fuori della nostra portata, ma lo abbiamo fatto.

Ne abbiamo tutti pagato le conseguenze, chi più chi meno, ma pensavamo di fare la cosa giusta e abbiamo agito con spirito di servizio nei confronti della nostra comunità. E’ stata dura, ma possiamo dire di aver contribuito a far nascere e crescere il Movimento 5 Stelle a Siena e nella sua provincia, e non solo. Ma negli ultimi 2 anni tutto è cambiato. A partire dal dicembre 2017, quando abbiamo dovuto ingoiare il nuovo statuto e la nuova associazione e la contestuale trasformazione del movimento dell’uno vale uno in un partito azienda incardinato ad uno statuto brutalmente autoritario.Abbiamo dovuto sopportare la cancellazione arbitraria di decine di validissimi attivisti alle parlamentarie del 2018 così come la presenza, nelle stesse liste, di soggetti del tutto estranei al Movimento e ai territori di riferimento.

In particolare in Toscana, e peggio di altrove proprio a Siena. Abbiamo dovuto subire perfino la carognata inqualificabile della mancata certificazione della lista senese alle elezioni amministrative del 2018, pur in presenza di un gruppo storico che negli anni aveva costruito contenuti politici importanti per tutto il Movimento, anche a livello nazionale e regionale. Abbiamo dovuto sopportare il contratto al ribasso con la Lega, pur sapendo benissimo dove avrebbe potuto portarci; anche se nessuno osava pensare che avremmo dovuto strisciare fino a concedere l’impunità a Salvini sulla questione Diciotti, dopo aver affermato per anni che ci si difende nei processi e non dai processi.

Oggi subiamo l’onta finale: il patto mortale con il PD di Matteo Renzi. Il PD dei banchieri, il Pd del referendum che avrebbe trasformato il paese in un’oligarchia autoritaria, il PD dello scandalo MPS, solo per citare alcuni fra i casi più imbarazzanti. Mi dispiace, ma proprio non ce la faccio a ingoiare una roba simile. Il fatto che questo nuovo contratto sia in realtà il suicidio assistito del M5S, o di quello che ne rimane, è in fondo il male minore.

Né mi interessa capire come il 96% in favore del contratto con la Lega possa diventare oggi il 79% a favore del contratto con il PD.Con il voto online del 3 settembre, la spinta propulsiva del M5S (per usare le parole di uno che se ne intendeva) si è definitivamente spenta.Io scendo qui”.

Se di questo nuovo accordo parlamentare tra PD e M5S i diretti interessati, in Toscana, non sono contenti, allora forse la nuova opposizione costituita dalla Lega Salvini canta vittoria pregustando l'imminente caduta di una precaria maggioranza di governo? Neanche a parlarne. Gli scontenti stanno crescendo anche all'interno alla Lega Toscana e non solo a causa dell'attuale andazzo politico. Quattro attivisti regionali rivolgono un appello pubblico al neo commissario Lega Toscana On.

Daniele Belotti: “Auspichiamo che vengano sostituiti quei commissari della Toscana che hanno provocato problemi a molti militanti ed iscritti nel corso di questi anni di gestione di Ceccardi Susanna -scrivono Luana Morescalchi, Teresa Bianchi, Giovanni Andreoti e Luigi Malacarmi- Uno di questi è Alessandro Scipioni del territorio fiorentino, uno di quelli che ha fatto perdere il 60% dei consensi sul Chianti e in Impruneta. Oltre a questo, il soggetto risulta sempre irreperibile. Chiediamo la sua immediata sostituzione al neo coordinatore Belotti insieme a tutti gli irresponsabili della Regione come Elena Vizzotto, Andrea Recaldin, Elisa Montemagni, Andrea Cella. Se questi eroi non saranno rimossi la Lega perderà in Toscana e nei mesi a venire in tutta Italia”.

Insomma lo scenario partitico nazionale, anche nelle sue declinazioni locali, pare improntato al pessimismo sulle prospettive future? Che sia di buon auspicio per un governo appena in carica, chiamato a realizzare risultati concreti e immediati per ristabilire gli equilibri economici e sociali di un paese in crisi da più di 10 anni?

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