Casa del popolo "Taddei": nuova sala con ingresso da via Baccio

Via libera del Consiglio comunale alla delibera presentata da Del Re: servirà per attività culturali e ricreative. Riconosciuto l’interesse pubblico dell’intervento. Bussolin (Lega): "Abbiamo lasciato l'aula per protesta, è assurdo prendere in giro Firenze dicendo che le case del popolo sono utili alla città"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
09 dicembre 2019 17:42
Casa del popolo

Una nuova sala polivalente per attività culturali e ricreative alla Casa del popolo fratelli Taddei di via Pisana. È quanto prevede la delibera presentata oggi dall’assessore all’Urbanistica Cecilia Del Re, che ha avuto il via libera del Consiglio comunale con il riconoscimento dell’interesse pubblico e l’approvazione della convenzione.

“Con questa delibera – ha detto l’assessore Del Re – abbiamo riconosciuto l’interesse pubblico per la realizzazione della nuova sala da destinare ad attività culturali e ricreative per i frequentatori della Casa del popolo di via Pisana. L’intervento sarà interamente realizzato dell’associazione”.

L’associazione si impegna a realizzare l’intervento a propria cura e spese e a mantenere la destinazione del complesso immobiliare, svolgendo solo le attività previste o che risultino conformi con la disciplina del regolamento urbanistico. La sala avrà accesso indipendente rispetto al circolo, con ingresso da via Baccio da Montelupo, e sarà funzionalmente collegata con una nuova corte interna che costituirà uno spazio di passaggio, sosta e relax, dal quale si potrà usufruire delle altre attività del circolo.

Opposizione infuocata oggi in Consiglio comunale proprio su questa delibera, che rilascia il permesso a costruire gratuitamente per la casa del popolo Fratelli Taddei.“Abbiamo lasciato l’aula – dichiara il Capogruppo del Carroccio Federico Bussolin – per protesta, perché è assurdo prendere in giro Firenze dicendo che le case del popolo sono utili alla città: sono sedi di partito, dove chi ha la tessera PD è ben accolto, altrimenti vai a casa. Il Comune dovrebbe preoccuparsi di far rispettare la sentenza della Cassazione che impone ai circoli di registrarsi come attività commerciali qualora venissero somministrate vivande e cibi vari. Per la Cassazione – conclude Bussolin – la vendita di bevande e di cibo nei circoli deve essere senza ricavi ed inoltre è anche concorrenza sleale nei confronti dei ristoratori che pagano ben altri contributi fiscali”.

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