Caro-vita: domani a Firenze presidio della Fiom

Contributi canoni affitto: oltre 20 milioni per famiglie a basso reddito. 250 sfratti al mese in Toscana

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
20 settembre 2022 22:02
Caro-vita: domani a Firenze presidio della Fiom

Firenze, 20-9-2022- Oltre 20 milioni di euro. E’ questo il budget proveniente dal Fondo nazionale per l’integrazione canoni di locazione anno 2022, che la Regione mette prontamente a disposizione dei Comuni per l'erogazione dei contribuiti a sostegno del pagamento dei canoni di locazione, sostenendo così le famiglie a basso reddito.

Il provvedimento è stato approvato dalla giunta regionale nella sua ultima seduta su proposta dell’assessora regionale alle politiche sociali.

Le risorse stanziate (esattamente 20 milioni e 986 mila euro) serviranno ad alleviare l’onere del pagamento mensile per le famiglie che hanno determinati requisiti di reddito. Per raggiungere questo obiettivo i fondi saranno trasferiti dalla Regione ai Comuni, che, attraverso bandi, li erogheranno alle famiglie titolari di un contratto di locazione regolarmente registrato, ma con un rapporto canone/reddito tale da non consentire il regolare pagamento dell’affitto.

Secondo il presidente della Toscana, l’intervento conferma, per qualità e dimensione, la forte e centrale attenzione del governo regionale alla tutela di quella parte di società toscana che con maggior pesantezza ha subito gli effetti della pandemia e della difficile situazione economica. Difendere il diritto alla casa è per la Regione un obiettivo prioritario, evidenzia il presidente, ed è fondamentale in questo impegno il rapporto e la collaborazione con gli Enti locali.

Questi contributi attenuano per molte persone e famiglie il peso di una delle voci di spesa più significative e inevitabili, ha sottolineato l’assessora alle politiche sociali. La cifra disponibile quest’anno, ha spiegato, è in assoluto la più alta sin qui erogata, ma si inserisce anche in una fase della vita economica e sociale estremamente difficile in cui il costo dell'affitto diventa in molti casi ancora più difficile da sostenere, che rende questi strumenti ancora più necessari.

“La Casa in Parlamento”: è il titolo dell’iniziativa, organizzata da Cgil Toscana e Sunia Toscana, che si è svolta stamani presso la sede di Cgil Toscana a Firenze. Erano invitate/i candidate e candidati toscani alle elezioni politiche del 25 ottobre: alcune/i di loro presenti in presenza, altre/i in video-collegamento.

Erano presenti fisicamente Emiliano Fossi e Federico Gianassi del Pd, Andrea Quartini di M5S, Francesca Conti e Salvatore Allocca di Up. In videocollegamento c’erano Alessandro Cosimi di Iv-Azione e Andrea Romano del Pd.

“Stipendi bassi e costi abitativi esagerati stanno innescando una spirale soffocante per un numero crescente di persone e famiglie, addirittura tra chi possiede la casa in cui abita, approfondendo il solco delle disuguaglianze che già gravano sul tessuto economico e sociale delle nostre comunità”, hanno detto Cgil Toscana (il segretario regionale Maurizio Brotini e Simone Porzio del Dipartimento politiche abitative) e Sunia (la segretaria toscana Laura Grandi e il segretario nazionale Stefano Chiappelli).

Che hanno invitati i candidati toscani al Parlamento a sottoscrivere un decalogo di proposte, scritto dai due sindacati, come impegno: “Urge il ritorno a significative politiche di edilizia abitativa pubblica e il potenziamento degli interventi a sostegno dell’abitare sociale. Tuttavia, cambiamenti davvero significativi non potranno essere prodotti finché le amministrazioni resteranno prive di capacità effettive per contenere lo strapotere di cui la rendita dispone nel settore abitativo e nelle economie urbane.

Interventi legislativi per dotare Regioni e amministrazioni comunali di capacità (e obblighi) di censire, distinguere, ed eventualmente limitare e regolamentare i diversi usi degli immobili privati in relazione alle necessità abitative e al mantenimento della sostenibilità d’insieme delle comunità, non sono più procrastinabili”, spiegano Cgil e Sunia.

Il decalogo proposto dai sindacati è stato sottoscritto/condiviso dai candidati presenti all’iniziativa di stamani. Altri candidati che, ad ora, hanno aderito ai contenuti del decalogo sono: Caterina Biti del Pd, Vincenzo Ceccarelli del Pd, Stefania Saccardi di Iv-Azione, Arturo Scotto di Articolo1, Ilenia Zambito del Pd. Sono attese altre adesioni nelle prossime ore.

I NUMERI DELL’EMERGENZA

La Toscana non è certo una terra ‘felix’ sul fronte del disagio abitativo, che affligge migliaia di cittadini. Il dato che emerge dall’analisi dei dati dei primi mesi dell’anno conferma quanto i sindacati avevano in più occasioni denunciato: l’alto numero di richieste di sfratti non si localizza solo nei Comuni capoluogo, ma si estende praticamente a tutti i Comuni della Regione, in particolare nelle aree dove la crisi economica e il numero di licenziamenti e casse integrazioni si sono fatti sentire con maggiore drammaticità.

Sono comunque le città ad alta vocazione turistica a soffrire di più di più l’emergenza sfratti. Gli sfratti con forza pubblica sono ripartiti dal 1° gennaio 2022, dopo un blocco di circa 18 mesi, a ritmo incalzante. I Tribunali di tutta Italia registrano dei dati riguardanti le richieste di convalide degli sfratti, da allarme rosso: nel primo bimestre dell’anno, sono più di 25.000 le richieste di esecuzioni (dal primo gennaio 2022 in Toscana ci sono 5 mila sfratti pendenti, di cui il 98% sono tutti sfratti per morosità.

Chi va in morosità? Chi deve pagare metà del reddito nell’affitto). A questi dati si devono sommare tutte le esecuzioni bloccate durante il periodo pandemico: 5500 sfratti da eseguire in tutta la Toscana. In media in Toscana quest’anno ci sono 250 sfratti eseguiti con forza pubblica al mese, e sarà così fino a dicembre più o meno. La fine del periodo emergenziale legato al covid non ha portato a una risoluzione delle situazioni pregresse: anzi ne ha accentuato le criticità, moltiplicate dall’effetto del caro bollette domestiche, condominiali e dall’aumentare dell’inflazione.

Ad oggi, l’emergenza abitativa in Toscana è diffusa su tutto il territorio: e lo stato di precarietà lavorativa ed economica delle famiglie toscane in affitto, unito alla difficoltà di canoni sempre troppo alti rispetto alla minore capacità di reddito (media incidenza canone affitto reddito: 49%), alla insufficiente disponibilità di abitazioni di edilizia pubblica hanno portato a ben 175 mila le famiglie in crisi abitativa in Toscana (30% lavoratori dipendenti, 15% cittadini che lavorano irregolarmente, 23% commercianti/partite iva.

Ci sono poi 3.600 alloggi Erp sfitti in Toscana. Un dato nuovo e allarmante riguarda anche gli inquilini delle case popolari dove i canoni di affitto sono sensibilmente più bassi rispetto al mercato. Nel corso del 2021 e nei primi 6 mesi del 2022 la morosità per affitti e soprattutto per le spese condominiali sta crescendo oltre i limiti fisiologici attestandosi in media oltre il 14% contro il 4% degli anni precedenti.

Continua la mobilitazione Fiom sul caro-vita partita dalle Fonderie Palmieri (Calenzano) la scorsa settimana: domani mercoledì 21 settembre le lavoratrici e i lavoratori dell'Ocem di Firenze hanno indetto uno sciopero dalle ore 11.00 alle 12.00. Sempre dalle 11.00 alle 12.00 è in programma un presidio davanti alla fabbrica in via Gran Bretagna 109. Al presidio sarà presente il segretario generale della FIOM Firenze-Prato-Pistoia, Daniele Calosi. Nell'occasione le lavoratrici e i lavoratori porteranno le loro bollette per denunciare il caro vita che li sta travolgendo e l'inazione delle istituzioni e della politica.

La mobilitazione Fiom contro il caro bollette prosegue anche nei prossimi giorni: venerdì 23 settembre le lavoratrici e i lavoratori della Comesca e di La Fortezza hanno indetto uno sciopero dalle 10.00 alle 11.00. Dalle 10.30 alle 11.00 è in programma un presidio davanti alla fabbrica della Comesca in Viale J. F. Kennedy 168, Pianvallico. Sarà presente il responsabile zona Mugello della Fiom Firenze-Prato-Pistoia, Antonio Puoti. I lavoratori porteranno le loro bollette insostenibili a fronte di un salario invariato.

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