Carenza del personale medico e infermieristico: sit-in alla Regione

Spadi (Pd): “In pericolo i piccoli ospedali”. Forza Italia: "Serve un ritorno all'efficienza"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
23 giugno 2021 23:50
Carenza del personale medico e infermieristico: sit-in alla Regione

“La continua carenza di personale medico e infermieristico nei piccoli ospedali dimostra quanto la situazione sia grave e quanto sia urgente che la Regione Toscana metta questo tema al centro degli Stati Generali”. È questo il commento di Donatella Spadi, consigliere regionale Pd e membro della commissione Sanità, a margine dell’incontro con i sindacati e gli esponenti politici, presenti questa mattina in un sit-in davanti alla Regione Toscana per evidenziare la carenza medica nell’ospedale S. Andrea di Massa Marittima.

“L’emergenza sanitaria – spiega Donatella Spadi – ha messo, ancora di più in evidenza le criticità dei nostri presidi ospedalieri, in primis quelle legate al numero dei medici e degli infermieri. Una carenza di personale che è peggiorata nell’ultimo anno e mezzo con l’emergenza sanitaria. Molti professionisti, infatti, sono ancora impiegati al Misericordia di Grosseto a causa della pressione ospedaliera ancora in atto. L’incremento dei contagi, il numero degli operatori costantemente al di sotto dell’emergenza, hanno creato un intoppo in tutto il sistema sanitario.

Problema che si amplifica soprattutto nei piccoli presidi ospedalieri come Massa Marittima. È un esempio la situazione che si è verificata nell’ospedale S. Andrea dove si è verificata una forte carenza di medici pneumologi, ancora impiegati nell’ospedale di Grosseto dove sono presenti diversi pazienti che necessitano di assistenza respiratoria. Una volta attenuata l’emergenza sanitaria abbiamo ripreso con le attività ambulatoriali, ma il personale è assente. Molti stanno smaltendo giorni e giorni di ferie arretrate o straordinari accumulati durante il periodo invernale quando, l’incremento dei contagi, ha reso necessario l’impiego di molti professionisti”.

“Il Covid-19 – conclude Spadi – ci ha insegnato come ogni presidio sia di grande importanza per tutto il territorio regionale. Questo sarà un argomento centrale all’interno degli Stati Generali, la Regione studierà nuovi parametri per garantire un numero medico e infermieristico adeguato in ogni ospedale. L’obiettivo della Regione è quello di rendere la Toscana un territorio diffuso, in cui ogni paese dovrà avere le stesse possibilità di qualsiasi grande città.

Non servono solo collegamenti e infrastrutture, ma anche presidi sanitari in grado di erogare una corretta qualità assistenziale. Per farlo, abbiamo bisogno di creare una rete ospedaliera che sia interconnessa e tecnologica. Una rete che sia in grado di supportare i piccoli ospedali mettendo a disposizione professionisti presenti in altre strutture. Un ruolo fondamentale lo giocherà la telemedicina. Adesso lavoriamo per diminuire la carenza organica tenendo conto che anche i piccoli ospedali devono poter lavorare in sicurezza.

Ogni territorio ha la sua importanza”.

Approfondimenti

"Le carenze sul fronte sanitario all'Isola d'Elba sono gravissime, chiediamo un ritorno celere a quella normalità che la pandemia, molti mesi fa, ha quasi azzerato". E' quanto affermano in una nota congiunta il coordinatore regionale di Forza Italia Toscana, sen. Massimo Mallegni, il capogruppo di Forza Italia al Consiglio regionale della Toscana, Marco Stella, il coordinatore elbano del partito, Adalberto Bertucci e la coordinatrice provinciale di Livorno, Chiara Tenerini.

Dopo l'ultima visita del senatore Mallegni all'Isola d'Elba, in cui ha incontrato, tra gli altri, il presidente del Comitato Elba Salute, Francesco Semeraro, gli azzurri hanno fatto il punto della situazione, rivolgendo una serie di richieste ai sindaci elbani, chiedendo loro di far "tornare alla normalità anche gli esami diagnostici, le Rx e le visite ambulatoriali", sottolineando come "la stragrande maggioranza degli elbani, se vogliono curarsi o fare una visita specialistica o un esame radiologico devono andare a pagamento e chi non ha i soldi per farlo non si cura".

"Se un comune cittadino va al CUP per prenotare una visita cardiologica, una visita oculistica, una visita dall'ematologo, o un esame radiologico - sottolineano gli esponenti toscani di Forza Italia - si sente dire che è impossibile prenotarsi perché le agende di prenotazione sono chiuse. Inutile chiedere quando riaprono e come fare per prenotarsi anche per i mesi a venire"."Noi crediamo che sarebbe opportuno ripensare e riorganizzare un ritorno alla normalità ambulatoriale dopo il Covid - è l'invito di Mallegni, Stella, Bertucci e Tenerini -. Lo chiedono quei cittadini che in questi mesi oltre ad essere indeboliti dalle paure del Covid, hanno trovato, forse in maniera non giustificata, enormi difficoltà alla cura, alla prevenzione e ai servizi essenziali a cui si ha diritto".

“Nella precedente legislatura, quando ero Presidente della Commissione sanità, il modello costruito con le aziende sanitarie, la presenza dei medici nel territorio e la collaborazione con il mondo del volontariato ha rappresentato un’eccellenza per la sanità toscana. Oggi è intollerabile che venga depotenziato, soprattutto alla luce degli effetti funesti della pandemia. Se non abbiamo capito che la sanità è una priorità assoluta per il bene dei cittadini neanche dopo il Covid19 la situazione descritta rischia di diventare insostenibile, non solo per le problematiche che interessano il 118 e il pronto soccorso, ma per le generali difficoltà dei servizi sanitari”.

A dirlo Stefano Scaramelli (Italia Viva), vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, che ha depositato l’interrogazione in merito al depotenziamento del servizio Emergenza Urgenza 118 in Valdichiana e in tutta la Provincia di Siena.

“La Valdichiana Senese rischia - spiega Scaramelli – di avere a disposizione un solo medico per oltre 60.000 abitanti distribuiti in un ampio territorio che comprende anche piccoli ed isolati borghi che distano decine e decine di chilometri dal Pronto Soccorso dell’Ospedale di Nottola e molti altri dall’Ospedale di Siena”.

Nell’interrogazione all’assessore alla sanità e al presidente della Regione, Scaramelli chiede quali siano le motivazioni che sottostanno alla decisione di depotenziare un servizio così importante per il territorio della Valdichiana e della Provincia di Siena come quello dell’automedica, mezzo di soccorso avanzato e tassello fondamentale nel sistema di emergenza sanitaria. Altrettanto centrale l’interrogazione rivolta alla Giunta sull’intenzione, o meno, di intervenire celermente, e di concerto con la Direzione Generale della Asl Toscana Sud Est, affinché sia ripristinato l’impianto organizzativo del modello di Emergenza Urgenza, implementato nella scorsa legislatura, che garantiva armonia ed equilibrio tra medici, infermieri e mondo del volontariato.

La battaglia per garantire il servizio di emergenza urgenza sul territorio della Valdichiana Senese è, da sempre, incessante, con noi sindaci in prima linea a fianco di medici e infermieri a fare da pungolo alla Regione e all’Azienda a tutela della salute dei cittadini”. Tornano così sul tema dell’Emergenza Urgenza i Sindaci dei dieci Comuni dell’Unione della Valdichiana Senese a fronte delle criticità che sta attraversando il servizio, a causa della carenza di personale medico su tutto il territorio nazionale e regionale e che non risparmia neanche l’area in questione.

In stretto contatto, in questi giorni più che mai, con l’Assessore al diritto alla salute e sanità della Regione Toscana, Simone Bezzini, il Direttore Generale dell’Azienda USL Toscana Sud Est, Antonio D’Urso, la Direttrice Sanitaria dell’Azienda Usl Toscana sud est, Simona Dei e il Presidente Nazionale dell’Ordine dei Medici, Roberto Monaco, si può semplificare il complesso quadro riassumendo che il problema è duplice: la carenza sempre più accentuata del profilo professionale del medico (in ogni ambito ma maggiormente sull’emergenza urgenza) e un modello organizzativo del servizio che, a tutti i livelli, (comunitario, nazionale e anche regionale) si basa sempre più sulla figura del l’infermiere.

Fanno eccezione alcune aree del Senese e poche altre” - affermano i Sindaci dei dieci Comuni (Cetona, Chianciano Terme, Chiusi, Montepulciano, San Casciano dei Bagni, Sarteano, Sinalunga, Torrita di Siena, Pienza e Trequanda).

Obiettivo nostro - proseguono i Sindaci - come Sindaci della Valdichiana, è mantenere questa eccezione: un servizio di Emergenza Urgenza incentrato sulla figura del medico, affiancato da quella dell’infermiere. Posizione che ci rendiamo conto essere contro corrente, ma che reputiamo virtuosa, radicata nei nostri territori, grazie ad un rapporto fra istituzioni e medici che ha da sempre dato ottimi risultati e, per questo, in ogni modo da non abbandonare”.

D’altro canto, sarebbe miope non capire e non condividere con i cittadini lo stato di criticità all’intero del quale si trova ad operare chi deve organizzare adesso il servizio. Questi sono i numeri degli equipaggi di Emergenza Urgenza su cui l’Azienda Usl può contare nelle tre province di Arezzo, Grosseto e Siena, comunicati durante la Commissione sanità della Regione Toscana lo scorso 14 giugno: la provincia di Arezzo necessita di 40 equipaggi e ne ha 20. Quella di Grosseto su 49 ne ha 35. Quella di Siena su 63 ne ha 46. Numeri drammatici e che, purtroppo, sono in linea con quelli del resto della Regione e anche con quelli a livello nazionale - affermano i Sindaci.

Di fronte a questo quadro, dovuto ad una programmazione nazionale assolutamente deficitaria e da dover correggere con ogni mezzo al più presto, sono tre le richieste che come Sindaci della Valdichiana stiamo ponendo con forza e da tempo all’attenzione dell’Azienda Usl Toscana sud est e della Regione Toscana sul tema Emergenza Urgenza: mantenimento dell’attuale organizzazione e dei tre presidi di Nottola, Sarteano e Sinalunga; pretesa da parte dell’Azienda USL Toscana Sud Est di un quadro chiaro e di un aggiornamento costante sul servizio in Valdichiana che parta, indiscutibilmente, dal presidio dei PET più distanti dagli ospedali; pretendere dalla Regione Toscana che, oltre alle strade già in essere (percorsi formativi per medici non specializzati, uso di professionalità Covid, reperimento di specializzandi presso le Università) vengano messe in campo ulteriori azioni per il reperimento, o assunzione, di medici di Emergenza Urgenza con maggiore certezza sui tempi di risoluzione dello stato di criticità.

Sono questi i punti che, come Sindaci della Valdichiana Senese, abbiamo sottoposto all’Assessore regionale, al Direttore dell’Azienda USL e al Presidente Nazionale dell’Ordine dei Medici, insieme anche alla richiesta di un incontro, per avere risposte da condividere con le comunità che siamo stati chiamati a rappresentare” - concludono i dieci Sindaci.

E’ diventato realtà anche nella Montagna Pistoiese l’Infermiere di Famiglia e di Comunità: il modello organizzativo regionale che punta a rafforzare la continuità assistenziale sul territorio nell’ambito delle cure primarie garantendo ai cittadini la salvaguardia della loro salute in tutto l’arco della loro vita. Date le peculiarità del territorio montano, con una prevalenza di popolazione anziana, tale modello organizzativo, nell’ultimo anno, è stato implementato: l’area della Montagna è stata suddivisa in nove zone e ciascuna di queste è gestita da un Infermiere di Famiglia.

Ad ogni infermiere è stato affidato un gruppo di popolazione identificato geograficamente, sulla cui presenza può contare ciascun assistito. In stretta collaborazione con la Medicina Generale l’Infermiere monitora l'aderenza terapeutica e l’empowerement degli utenti e, allorchè necessarie, attiva le consulenze infermieristiche. Si occupa, inoltre , della formazione dei caregiver e delle persone di riferimento, partecipa alla prevenzione secondaria attraverso la sanità d’ iniziativa e collabora alle strategie assistenziali di continuità ospedale-territorio.

I pazienti possono essere già in carico al servizio infermieristico per le cure domiciliari e per le cure palliative integrate o per le patologie croniche, ma sono seguiti anche i pazienti non conosciuti che hanno in atto una patologia acuta.

L’ Infermiere di Famiglia e Comunità risponde ai bisogni di salute della popolazione di uno specifico ambito territoriale prevalentemente a domicilio ma anche in ambulatorio.

Spiega Erica Gualtieri coordinatrice infermieristica del presidio integrato ospedale-territorio L. Pacini: “il vero valore aggiunto è rappresentato dal fatto che l’Infermiere di Famiglia stabilisce con le persone e le comunità rapporti affettivi, emotivi e legami solidaristici che diventano parte stessa della presa in carico e questo genera anche una personalizzazione della cura”.

Promosso dal Dipartimento Infermieristico e Ostetrico, diretto dal dottor Paolo Zoppi, il modello è ormai diffuso in tutti territori ricompresi nell’Azienda Usl Toscana centro; si è dimostrato efficace anche per meglio orientare le persone e le famiglie nella complessa rete dei servizi territoriali facilitandone l’accesso e la continuità assistenziale.

Con la presenza dell’Infermiere di Famiglia e di Comunità possono anche essere evitati molti accessi inappropriati in Pronto Soccorso con i relativi disagi per i pazienti.

La presenza dell’Infermiere di Famiglia nella Montagna Pistoiese si è dimostrata fondamentale anche durante l’emergenza sanitaria da Covid-19, sia come figura sanitaria di riferimento sia per far arrivare a “casa” degli assistiti, soprattutto i più fragili, le cure e le attenzioni necessarie.

Questo nuovo modello organizzativo – sottolinea Paolo Cellini, direttore dell’assistenza infermieristica ed ostetrica dell’area pistoiese- pone al centro la persona con i suoi reali bisogni e mette in rete tutte le forze, i mezzi e le strategie necessarie per offrire una risposta il più possibile vicina alle reali necessità e ai bisogni del paziente stesso”.

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