Careggi: finisce in dramma il parto gemellare

La famiglia cita medici e infermieri per lesioni gravissime, l'Azienda ospedaliero-universitaria si difende pubblicamente, ma viola la privacy della vittima

Nicola
Nicola Novelli
09 giugno 2016 23:17
Careggi: finisce in dramma il parto gemellare

Firenze- Il 5 gennaio scorso una madre 40enne, alla prima gravidanza, ricoverata nell'ospedale di Careggi, entra in sala parto per un gemellare programmato. La valutazione del rischio fatta al reparto Maternità è alta. Alle 18,33 nasce il primo bimbo, per via naturale. La sorella nasce con un parto cesareo alle 19,22. Dopo alcuni giorni dalla nascita, la piccola viene trasferita al Meyer, dove si trova tutt'ora. I medici del pediatrico le hanno riscontrato danni gravissimi a livello encefalico su base ipossico-ischemica, riconducibili ad un'asfissia perinatale. Le lesioni sono forse imputabili a quel lungo intervallo di 47 minuti trascorsi tra le due nascite?

Nelle settimane successive gli avvocati fiorentini Francesco Salesia e Iacopo Tozzi, che rappresentano la madre della bambina, fanno richiesta di risarcimento danni all'ufficio legale di Careggi, anche se decidono di non presentare ancora denuncia alla Procura della Repubblica, nell'auspicio di trovare una conciliazione soddisfacente in via stragiudiziale. L'aspettativa è di un indennizzo milionario, per la grave invalidità permanente che accompagnerà la neonata per il resto della sua esistenza.

Ieri la vicenda subisce un'accelerazione. Nella cronaca di un quotidiano fiorentino esce una paginata con il titolo “Rimasta sola è come un vegetale. La sua casa è il Meyer”. Nell'articolo esclusivo si racconta che non è in corso alcuna indagine penale, ma che la madre avrebbe fatto un esposto e sarebbe pronta a una richiesta danni. Ma che l'audit clinico interno non ha rilevato errori da parte del personale, che si sarebbe trattato cioè di un evento inevitabile. Si specifica infine che la donna non ha un compagno e, non essendo in grado di occuparsi della piccola, avrebbe chiesto aiuto al Meyer per trovare una soluzione di affido temporaneo.

L'articolo, era immaginabile, non piace alla signora, tanto meno ai suoi legali, che convocano d'urgenza una conferenza stampa per il giorno dopo nello studio del consulente medico di parte, già a lavoro sulla perizia. Si vedono costretti a rendere pubblica la propria posizione per restituire all'opinione pubblica quella che considerano la verità dei fatti.

Stamani lo stesso quotidiano pubblica un altro articolo esclusivo, che, qualche ora prima della conferenza stampa dei legali, annuncia che il policlinico fiorentino si prepara a rivedere l'organizzazione della maternità, in particolare la sicurezza. Questo perché nel 2016 si sarebbero già verificati troppi “eventi avversi”, con danni gravissimi ai bambini. “Non abbiamo riscontrato alcuna anomalia di condotta del personale nei casi specifici” precisa al giornale il direttore sanitario Luca Lavazza. Tuttavia, conclude l'articolo, nei giorni scorsi i legali della madre hanno depositato una richiesta danni.

Invece secondo il medico legale Francesco Nobili le lesioni gravissime alla bambina sarebbero conseguenza del tempo enorme, inspiegabile e immotivato intercorso tra il primo e il secondo parto, che avrebbe provocato l'asfissia della piccola. Secondo la perizia di parte, il cesareo si sarebbe dovuto effettuare subito, "poiché dopo la nascita del primo gemello la nascitura si era spostata in una posizione che rendeva impossibile un parto naturale". Considerato che il tempo necessario per eseguire un cesareo è di ¾ minuti, la bimba sarebbe potuta nascere prima ed essere sana.

Altro che evento avverso! Secondo i legali della madre siamo di fronte a un caso di malasanità: “Per i nostri periti -spiega ai giornalisti l'avvocato Francesco Salesia- tra cui l'esperto di fama mondiale, Professor Domenico Arduini, Ordinario di Ginecologia all'Università di Roma, l’attesa di oltre 45 minuti prima di effettuare il cesareo al di là di ogni ragionevole dubbio ha provocato il danno irreparabile”.

Nel pomeriggio Internet si riempie di articoli che mettono in cattiva luce l'operato di Careggi. E l'ufficio stampa dell'Azienda ospedaliero-universitaria si attiva nuovamente, distribuendo un comunicato che annuncia la vicinanza di medici e infermieri alla mamma e alla bambina “che stanno attraversando una esperienza drammatica, che ha colpito emotivamente tutto il personale della Maternità”. Nel documento di Careggi, la Direzione del Dipartimento Materno-infantile ricostruisce la sequenza degli eventi del 5 gennaio, precisando che i medici hanno osservato un arresto della progressione della bambina nel canale del parto e che l’intervallo tra la fine del monitoraggio del battito cardiaco fetale e la nascita della seconda bambina è stato solo di 5 minuti, durante i quali la presenza del battito cardiaco fetale è stata visualizzata con ecografia.

In un passaggio, poi, si precisa che la signora ultraquarantenne era ricoverata “per una gravidanza gemellare da procreazione medicalmente assistita effettuata in altro centro”. Forse una complicanza esimente delle responsabilità professionali del personale? Ma si tratta di un dettaglio privato di cui nessun giornale aveva sinora parlato. Una violazione della riservatezza della madre, che non intendeva certo mettere in piazza l'origine della vita dei gemelli. I suoi avvocati sono infuriati. Alle lesioni gravissime si aggiunge un ulteriore danno d'immagine alle persone coinvolte. Se ne parla domattina, all'Ufficio Affari Generali di Careggi, dove i legali della famiglia erano attesi per avviare la conciliazione stragiudiziale.

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