Camp Darby: manifestazione all’ingresso della base

La nuova linea ferroviaria “Tombolo Dock” preoccupa il WWF. La senatrice Petraglia deposita una interrogazione sul progetto di ampliamento. Tommaso Fattori (Sì Toscana a Sinistra): “Festeggiamo la Repubblica dell’art.11, o quella che acconsente all’ampliamento di una base straniera? Fermare il progetto e puntare alla riconversione ad usi civili della struttura militare”

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
02 giugno 2017 23:59
Camp Darby: manifestazione all’ingresso della base

Stamani la manifestazione davanti all’ingresso di Camp Darby contro il progetto di potenziamento del collegamento tra la base militare statunitense e il porto di Livorno, che prevede anche la realizzazione di due terminal e di un ponte girevole sul Canale dei Navicelli.

La costruzione della nuova linea ferroviaria “Tombolo Dock” a servizio della base militare statunitense di Camp Derby preoccupa il WWF. Il progetto relativo al nuovo collegamento ferroviario non solo interessa in modo estremamente invasivo il Parco di San Rossore e prevede l’abbattimento di 937 alberi di cui 380 lecci, 164 farnie, 96 pini e 77 farnie. Le preoccupazioni delle associazioni, dei comitati e dei cittadini? Il WWF chiede che l’intera documentazione riguardante lo scalo ferroviario venga messa a disposizione delle comunità locali, delle associazioni e degli Enti che operano sul territorio.

“Quello che il ministero della Difesa sta facendo sulle spalle di un territorio già vessato dalla presenza di una base militare statunitense, presente da decenni, è inaccettabile" così la senatrice Alessia Petraglia, di Sinistra Italiana, interviene in merito alle notizie apparse sulla stampa che danno per pronto a partire il progetto di ampliamento della base militare di Camp Derby rendendola la più grande base logistica statunitense nel bacino del Mediterraneo. "Un progetto ignoto anche negli eventuali oneri a carico dell'Italia e un impatto ambientale invece certo e immenso dato che si pensa di abbattere qualcosa come 937 alberi e l'unica cosa che l'Ente Parco ha potuto chiedere è quella di mitigare gli effetti di questo ampliamento.

Non si conoscono i dettagli strutturali ne ci è dato di sapere perché le valutazioni di impatto ambientale non siano state prese in considerazione e nemmeno perché si ritenga strategico questo investimento senza coinvolgere le amministrazioni locali in nessun modo". "Ho depositato una interrogazione al Ministro della Difesa per avere risposta in merito a scelte che valutiamo deleterie - conclude la senatrice Petraglia - e ci affianchiamo ai cittadini, e alle molte realtà associative, che hanno deciso, per domani, di indire un presidio di fronte a Camp Derby per manifestare la preoccupazione in merito a quella che sembra essere la preparazione di una nuova escalation bellica degli Stati Uniti d'America.

Pisa è città della pace e pensare che questo investimento su Camp Derby possa essere un ulteriore stimolo a nuovi venti di guerra, che consenta il libero transito di armi e munizioni, ci sembra un controsenso inaccettabile. Domani sarà un presidio per esplicitare, proprio durante la Festa della Repubblica, quelli che sono i principi su cui si fonda la nostra ovvero il ripudio della guerra senza ulteriori limitazioni alla nostra sovranità nazionale".

“Quale Repubblica festeggiamo oggi? Quella dell’articolo 11 della Costituzione, che ripudia la guerra, o quella che acconsente all’ampliamento della base militare di un paese straniero?” esordisce Il capogruppo in consiglio regionale di Sì Toscana a Sinistra, Tommaso Fattori “L’obiettivo del progetto è accrescere il numero e la frequenza dei carichi di armi da stivare all’interno della base. L’opera è in contrasto sia con la nostra Costituzione sia con il Piano territoriale del Parco e il Piano di gestione delle tenute di Tombolo e Coltano, ma trattandosi di un progetto con millantate finalità di sicurezza e difesa nazionale, è esonerato dai normali obblighi di conformità urbanistica”. “Questo è un progetto pericoloso, anticostituzionale e antistorico.

A settanta anni dalla fine della seconda guerra mondiale, la base militare di una potenza straniera andrebbe smantellata non certo ampliata e trasformata nella polveriera del mediterraneo, principale sede di stoccaggio di armi per i teatri di guerra di Trump. La Toscana è terra di pace e non può diventare involontaria protagonista di nuove guerre e bersaglio di ritorsioni che metterebbero ulteriormente a rischio un territorio già in pericolo, vista la presenza e il transtito di armi di tutti i tipi”. “Vorremmo capire a che gioco sta giocando Rossi.

E’ grave che il presidente e la giunta non abbiano coinvolto e informato il consiglio regionale e la cittadinanza: sentiremo la risposta alla nostra interrogazione ma a quanto ci risulta tutto era ampiamente noto da oltre un anno. Per parte nostra batteremo ogni strada per fermare il progetto, nel consiglio regionale e nei territori, e per chiedere la conversione ad usi civili di questa base militare straniera.”

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