Bilancio, urbanistica, infrastrutture: Idra torna a scrivere al sindaco di Firenze

Dopo l’appello di Nardella che sprona i sindaci d’Italia a manifestare contro il governo, l’associazione fiorentina lo invita all’autocritica, chiedendogli di rivedere le vecchie scelte in materia di bilancio, urbanistica e infrastrutture

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
25 maggio 2020 14:14
Bilancio, urbanistica, infrastrutture: Idra torna a scrivere al sindaco di Firenze

In una lettera inviata per conoscenza anche al premier Conte e ai ministri dell’Economia e delle Infrastrutture, Idra invita il primo cittadino della città patrimonio dell’Umanità a convertirsi a una gestione accorta e lungimirante delle risorse.

L’emergenza sanitaria ed economica in corso ha presentato, osserva Idra, un conto salatissimo e difficilmente compensabile, di cui tutti sono ben consapevoli. Ma è opportuno e urgente, secondo l’associazione, rimuovere le cause strutturali della crisi in città, e provvedere urgentemente a una netta inversione di marcia. “Non teme Lei – scrive l’associazione - di aver fatto qualche errore continuando a permettere la mercificazione di Firenze, abbandonata a un turismo di massa foto-e-scappa, progressivamente svuotata dei suoi abitanti (oggi ridotti a 19 mila unità nel Centro storico Unesco, a fronte di 14 milioni di turisti), riempita in compenso di airb&b a beneficio di oligopoli privati? Dove invece di produrre cultura (per esempio restaurando e ripopolando di artisti le trecentesche Gualchiere di Remole sull’Arno) si lucra su quella consegnataci dal passato, banalizzandola e logorandola sulla piazza del mercato globale”.

Ad avviso di Idra, questa scelta ha portato, grazie alla tassa di soggiorno, lauti introiti alle casse del Comune. Ma la contropartita di una “monocultura turistica di così basso profilo” è stata la vulnerabilità della città.

E se è vero che, come lamenta il sindaco nel suo appello alla protesta dei sindaci d’Italia, “da quando è iniziata l’emergenza a oggi nelle casse dei Comuni non è entrato neanche un euro” a frontedi un “buco” di 200 milioni di euro, è però anche sotto gli occhi di tutti una particolare anomalia del bilancio fiorentino, per via di una ‘scommessa’ che incide per oltre un quarto su quel “buco”. “Lei è proprio certo – si legge infatti nella nota - di aver dato prova di lungimiranza quando ha inserito fra le voci attive del 2020, a dicembre 2019, e dunque ben prima che si avesse notizia di un’emergenza sanitaria in Italia, i 54 milioni promessi da RFI per la TAV?”.

Idra si riferisce evidentemente alla ‘compensazione’ conquistata sulla carta dal predecessore di Nardella in cambio del consenso a far “bucare” due volte (fuor di metafora) Firenze, andata e ritorno, fra Campo di Marte e Castello. E precisa, ironicamente: “Due tunnel controfalda di 6444 metri ciascuno con doppia curva a 90 gradi che, in premio, garantirebbero ai fiorentini e ai visitatori di scendere dal supertreno… scomodamente lontani dal centro! Non era un bel progetto, e per giunta vecchio di più di 20 anni. Comunque da rivisitare alla radice.

Lei lo sapeva, ma ha continuato a parlare di ‘project review’ come di cosa fatta”. Ma lo stesso amministratore delegato del committente, Rete Ferroviaria Italia, non aveva fatto mistero dei tempi lunghi necessari alla soluzione delle tante criticità. “Quale ragionevole garanzia di una partenza rapida dei lavori si poteva trarre da affermazioni così caute?”, si chiede l’associazione.

E aggiunge: “A oggi, non è stato ancora neppure formalizzato, per quanto risulta, il passaggio di consegne fra Nodavia e RFI. E non un euro di quei 54 milioni sarà mai versato da RFI a Palazzo Vecchio prima che si sia messa in moto la talpaaddormentata da anni all’imbocco di Campo di Marte!”.

Non manca un riferimento al modello contrattuale adottato a suo tempo dall’Amministrazione comunale, sempre in tema di infrastrutture, per la gestione del sistema tranvia. I passivi di bilancio, quando gli introiti scendono sotto una determinata soglia, passerebbero infatti a carico del contribuente: “un vero autogoal del pubblico nella partita col privato”, commenta l’Associazione.

Ma Idra, propositiva, suggerisce al primo cittadino come e dove dare “una prima e utilissima prova del cambio di marcia che la pandemia in corso ci propone come lezione urgente e necessaria”. Dopo che 800 milioni di budget TAV sono evaporati senza alcun risultato ferroviario visibile, si legge nel comunicato, “si provveda a fare un buon uso almeno dei restanti 800: ottenga il sindaco dalla ministra alle Infrastrutture, o dallo stesso premier, che le risorse TAV siano investite invece nell’area metropolitana fiorentina, a sostegno delle economie sane colpite dalla pandemia, in trasporti per i lavoratori e gli studenti pendolari, in messa in sicurezza delle scuole, in salute, in manutenzione e sicurezza delle infrastrutture esistenti, in tutela del patrimonio ambientale e culturale”.

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