Bilancio di genere, o scippo di genere?

Il gruppo consiliare del Partito democratico strappa di mano la proposta alla consigliera di opposizione Antonella Bundu

Nicola
Nicola Novelli
11 aprile 2021 14:17
Bilancio di genere, o scippo di genere?

FIRENZE- Ieri il sindaco di Firenze e tutta la componente femminile della Giunta comunale hanno inscenato una flash mob in piazza Signoria, sedendosi di fronte a Palazzo Vecchio per manifestare solidarietà alla presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. E il giorno prima il capogruppo Pd, la presidente commissione Diritti e il presidente commissione Bilancio di Palazzo hanno annunciato che con l’approvazione del Rendiconto all’esercizio finanziario 2020 l’Amministrazione si doterà del Bilancio di genere, uno strumento di analisi dell’efficacia delle scelte di genere attuate dal Comune.

Tutto molto bello e tutto merito della maggioranza Pd/Italia Viva, che governa la città. Se non fosse che gli esponenti consiliari del Partito democratico si sono dimenticati di menzionare un fatto. Mercoledì 7 aprile, due giorni prima, è stato approvato in consiglio comunale un atto proposto dai consiglieri di Sinistra Progetto Comune, che impegna la Giunta all’adozione di uno strumento di programmazione, rendicontazione e valutazione delle politiche di genere. Ma allora il merito è del PD, oppure dell'opposizione?

“L’atto che abbiamo presentato noi -racconta a Nove da Firenze la consigliera Antonella Bundu- era passato dalla Commissione Bilancio a dicembre 2020, dalla Commissione pari opportunità, dove è stato approfondito con audizione della Dottoressa Badalassi il 13 gennaio 2021, ritornato poi il 6 aprile 2021 in commissione Bilancio, dove è stato approvato. In effetti mi era stato chiesto di sospendere l'atto senza votazione, poiché era in redazione un atto, da loro definito migliore, perché firmato dalla presidente Bianchi. Ma io ho mantenuto il mio documento, che è stato poi approvato”.

Il gruppo consiliare dell’opposizione di sinistra stava lavorando all’adozione del Bilancio di Genere già dallo scorso anno, in collaborazione con “Libere Tutte”, l'associazione femminista attiva da tempo a Firenze. E non con poche difficoltà, come documentato da un'interrogazione sulla lentezza dell’iter della proposta, depositata a ottobre 2020, ma con risposta ricevuta dalla Giunta a gennaio 2021. Tanto che la consigliera Bundu aveva insistito con un ordine del giorno sul bilancio di genere collegato alla comunicazione del sindaco del 1 febbraio sulle ripercussioni economiche del covid sulla città, che però non è stato ancora discusso.

“Il comunicato stampa del Pd di venerdì 8 aprile -lamenta la Bundu- fa sì riferimento a un atto votato mercoledì, lasciando però intendere che la paternità sia della maggioranza e comunque non menzionandoci come presentatori. Fra l'altro rammenta a un fantomatico bilancio di genere redatto nel 2017 dal Comune, di cui io non ho mai sentito parlare”.

E sabato un ampio servizio del maggiore quotidiano fiorentino ha dato notizia della novità amministrativa, menzionando l’Assessore al bilancio Gianassi, la presidente della commissione Diritti Donata Bianchi, l’assessora alle Pari opportunità Albanese, persino la presidente della commissione pari opportunità dell’Ordine dei commercialisti. Nessuna traccia invece dei consiglieri di Sinistra Progetto Comune e dell'associazione “Libere Tutte”.

Insomma comincia male il Bilancio di genere a Firenze, con un debito di riconoscenza insoluto, che a questo punto farebbe bene a saldare il sindaco, se non vuole fare la fine di Charles Michel.

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