Bekaert: Accordo su Piano Sociale ed Ammortizzatori, la Regione Toscana punta a reindustrializzare

Enrico Rossi: "A Bekaert ho fatto presente la necessità di non puntare ad una ricollocazione dei lavoratori fuori dall'area produttiva di Figline, incentivandone l'esodo"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
03 ottobre 2018 09:27
Bekaert: Accordo su Piano Sociale ed Ammortizzatori, la Regione Toscana punta a reindustrializzare

Siglato a Roma, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, alla presenza dei rappresentanti delle Istituzioni nazionali e regionali, l’Accordo tra Azienda e Organizzazioni Sindacali sull’ampio Piano Sociale teso ad attenuare l’impatto della cessazione delle attività produttive del sito di Figline Valdarno (FI). Con l’Accordo, che prevede anche l’attivazione dei nuovi Ammortizzatori Sociali per cessazione, si conclude positivamente la procedura di licenziamento collettivo avviata dalla società nello scorso giugno.

Daniele Calosi, Segretario Generale della Fiom- Cgil Firenze, Mariano Carboni, coordinatore nazionale Gruppo Bekaert della Fiom-Cgil dichiarano: "Dopo un lunghissimo confronto con la direzione della Bekaert, presso il Ministero dello Sviluppo Economico, sì è raggiunto l'accordo che scongiura i licenziamenti di 318 lavoratori e che getta le basi per il processo di reindustrializzazione. L'azienda si fa carico di riorganizzare e proseguire la produzione, fino al 31 dicembre 2018, e formalizza la contestuale richiesta di utilizzo della cassa integrazione per cessazioni di attività, che produrrà i suoi effetti per tutto il 2019. Sono previsti una serie di incentivi per i lavoratori che vanno in pensione, che scelgono la strada dell'esodo incentivato, e che attraverso il processo di reindustrializzazione e di ricollocazione trovano un nuovo lavoro.

Recepito un capitolo specifico in materia di formazione e riqualificazione professionale finalizzata alla ricollocazione del personale. Definite le modalità di monitoraggio periodico, in sede ministeriale, con un ruolo attivo delle organizzazioni sindacali, in materia di reindustrializzazione e di ricollocazione dei lavoratori. Il primo incontro di verifica sarà entro il 2018, con l'intento di valutare, dal punto di vista tecnico le varie manifestazioni di interesse, finalizzate al rilancio del sito di Figline Incisa Valdarno, che si sono palesate a seguito dell'annuncio della chiusura dello stabilimento.

È prevista per le prossime ore l'assemblea per l'illustrazione dell'accordo e per organizzare il referendum per la validazione dell'intesa. Siamo soddisfatti che una vertenza complessa come la Bekaert si sia conclusa positivamente. La lotta dei lavoratori della Bekaert ha avuto il merito di sollevare la necessità del ripristino della cassa integrazione per cessazione di attività, eliminata dal Jobs Act, e questo andrà a vantaggio di tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori”.

Il Piano prevede una pluralità di strumenti, incentivi e attività finalizzati alla reindustrializzazione del sito e al ricollocamento dei lavoratori e vede la partecipazione attiva, nel rispetto delle reciproche competenze, di tutti i soggetti coinvolti (Azienda e Associazioni datoriali, Istituzioni, Sindacati e Dipendenti).

“Siamo soddisfatti che l’impegno congiunto di Azienda, Sindacato e Istituzioni abbia permesso di individuare una soluzione condivisa” ha dichiarato l’Amministratore Delegato di Bekaert Italia, Roberto Secchi.

Per la tutela dei lavoratori coinvolti, le parti hanno concordato: Di promuovere la reindustrializzazione del sito dando seguito al percorso, già avviato insieme all’Advisor specializzato incaricato dalla Società, di ricerca e selezione di uno o più soggetti aziendali, a livello sia nazionale che internazionale, che possano subentrare a condizioni incentivate negli impianti dismessi con un piano industriale solido, tempistiche accettabili e assorbendo il personale o parte di esso.

Il Governo si è inoltre impegnato a fornire assistenza coinvolgendo partner istituzionali ad hoc per sostenere il progetto dell’eventuale Investitore e per promuovere sinergie con le altre istituzioni coinvolte (Regione Toscana, Area Metropolitana Firenze e Comune di Figline e Incisa Valdarno) in modo da rendere disponibili tutti gli strumenti e gli incentivi possibili per la reindustrializzazione del sito e il ricollocamento del personale; Di favorire il ricollocamento attivo dei lavoratori attraverso un Programma di Continuità Occupazionale (PCO) che prevede la ricerca da parte dell’Advisor aziendale, col supporto delle Istituzioni e Confindustria regionali, nel territorio di Figline o limitrofo di aziende interessate ad assumere a condizioni incentivate e l’individuazione di percorsi di riqualificazione professionale in linea con le esigenze specifiche del mercato del lavoro del territorio; Di favorire il ricollocamento presso altre società del Gruppo Bekaert, in Italia e all’estero; Di mantenere in funzione il sito e proseguire le attività fino al mese di dicembre 2018; L’avvio delle procedure per l’attivazione dei nuovi ammortizzatori sociali per cessazione per la durata di dodici mesi, con sospensione dell’attività lavorativa a zero ore, a decorrere dal primo gennaio 2019.

L’Azienda garantisce inoltre misure di incentivazione all’esodo per coloro che sceglieranno l’esodo volontario. La Società riporterà trimestralmente al Governo e alle Organizzazioni Sindacali lo stato di avanzamento delle azioni intraprese e delle opportunità emerse. L’Accordo avrà efficacia all’approvazione dell’Accordo stesso da parte dei lavoratori del Sito di Figline Valdarno.

Portata a casa la riconfermata disponibilità da parte della Bekaert a dare il via alla procedura che porterà a concedere la cassa integrazione straordinaria ai 318 lavoratori in attesa, il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha lasciato il tavolo aperto al Ministero dello sviluppo economico per far ritorno a Firenze.

"Adesso dobbiamo prepararci - ha dichiarato Rossi - ad una trattativa che presumo sarà lunga. Qui al Mise abbiamo incontrato l'azienda alla quale abbiamo ribadito che il nostro interesse è avere un buon progetto di reindustrializzazione del sito produttivo di Figline Incisa. E per favorire questo processo abbiamo riconfermato la nostra disponibilità a supportarlo, mettendo a disposizione fondi strutturali europei e risorse regionali. Poi ci serve un tempo congruo per verificare nel merito la solidità delle proposte di insediamento che adesso sono sul tappeto". Nel corso della riunione del primo tavolo Bekaert, oltre a ribadire il suo si all'attivazione della cassa integrazione, ha però precisato di volerlo fare nell'ambito di un accordo complessivo che, oltre alla reindustrializzazione, preveda il monitoraggio delle varie fasi, gli incentivi rispetto alla continuità occupazionale e quelli all'esodo.

Il punto di maggiore difficoltà riguarda l'impegno, preso a suo tempo dai vertici aziendali, a mantenere la produzione (e quindi a pagare i lavoratori) fino alla fine dell'anno. Invece adesso che è possibile attivare la cassa integrazione, l'azienda vorrebbe farla scattare da subito.

"A Bekaert - aggiunge il presidente Rossi - ho fatto presente la necessità di non puntare ad una ricollocazione dei lavoratori fuori dall'area produttiva di Figline, incentivandone l'esodo, quanto piuttosto a favorire una reindustrializzazione che è non solo possibile ma anche necessaria. Quell'enorme stabilimento, se abbandonato a se stesso, diventerebbe un vuoto industriale e sarebbe improduttivo, mentre se Bekaert fosse disponibile a proporlo a prezzi ragionevoli, darebbe una mano a favorire quella reindustrializzazione a cui noi tutti puntiamo".Quanto alle prospettive e alle manifestazioni di interesse fin qui giunte, il presidente Rossi ha mostrato cautela, commentando con un "mai dire mai" la concreta prospettiva di nuovi insediamenti industriali nell'area. "Certo è - questa la sua conclusione - che se un mese fa mi avessero detto che saremmo arrivati a questo punto in questa situazione, ne sarei stato contento e avrei manifestato tutto il ottimismo circa le prospettive per i 318 lavoratori della Bekaert.

Tuttavia adesso abbiamo altri problemi da risolvere e mi auguro sia possibile trovare un'intesa". Al secondo tavolo, già avviato, per la Regione è presente il consigliere del presidente per le questioni del lavoro, Gianfranco Simoncini e Carmen Toscano di Arti, l'agenzia regionale toscana per l'impiego, con i quali il presidente Rossi è in costante contatto.

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