Banche salvate dallo Stato​: la colpa è dei grandi debitori?

Cenni (Pd): "Con gli impegni chiesti alla Camera prosegue il percorso di tutela di risparmiatori, famiglie, lavoratori e imprese"

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
10 gennaio 2017 16:02
Banche salvate dallo Stato​: la colpa è dei grandi debitori?

L'aula della Camera ha approvato con larga condivisione la mozione di maggioranza sulla crisi del sistema bancario. Il testo impegna prima di tutto il Governo alla massima tutela dei risparmiatori e dei correntisti, in ogni ambito, anche rafforzando, con il coinvolgimento delle autorità nazionali di vigilanza, la prevenzione e il contrasto delle condotte scorrette da parte degli amministratori degli istituti bancari nazionali. Si chiede inoltre al Governo di lavorare in sede europea per modificare il regime del bail in (possibile entro giugno 2018), di sostenere il sistema bancario nazionale e difendere gli interessi dei risparmiatori coinvolti in procedimenti di ricapitalizzazione attraverso procedure chiare e trasparenti.

La mozione a prima firma del capogruppo Ettore Rosato è stata sottoscritta da numerosi parlamentari tra cui Susanna Cenni. La mozione chiede anche la massima trasparenza e condivisione delle scelte, e per questa ragione il Pd si è reso disponibile all'insediamento di una commissione di inchiesta. La Camera– si legge nel testo - impegna se stessa e i propri organi, per quanto di sua competenza, all'istituzione di una Commissione parlamentare bicamerale di inchiesta in merito al funzionamento del sistema bancario italiano e ai casi di crisi finanziaria che hanno coinvolto alcuni istituti negli ultimi anni. “La mozione del Pd – spiega Cenni - mette in fila i punti prioritari e necessari in un percorso di messa a punto delle misure di intervento; ha come finalità principale la tutela dei risparmiatori e dei correntisti, la responsabilizzazione dei vertici bancari , attraverso procedimenti chiari e trasparenti che chiedono un impegno che il Governo ha in parte già mantenuto con il decreto a tutela della solidità del nostro sistema bancario, licenziato prima di Natale.

Adesso anche alla luce delle importanti risorse pubbliche messe in campo, sarà fondamentale promuovere, per quanto di competenza delle istituzioni, ogni ulteriore strumento di controllo, vigilanza e garanzia verso correntisti, risparmiatori, lavoratori".

Continua intanto a far discutere l’intervista del presidente dell’ABI a Il Mattino di Napoli, il  fatto di rendere noti i primi 100 debitori insolventi delle banche salvate dallo Stato suscita numerosi commenti da parte di chi ha seguito a distanza più o meno ravvicinata l'intera vicenda "Non ci volevo credere" esclama ad esempio Alessandro Pedone, responsabile Aduc Tutela del Risparmio. Dare un nome ai grandi debitori.

Potrebbe bastare o si tratterebbe di una mera operazione "curiosità"? Le opposizioni politiche chiedono risarcimenti e/o rimborsi delle somme erogate e non rientrate, mentre i consumatori guardano anche ad altre pedine presenti sulla scacchiera che non potrebbero sottrarsi ad una analisi completa dei fatti.

Anche nella maggioranza che da anni guida la Regione Toscana si sollevano dubbi e perplessità accompagnati dalla richiesta di maggiore chiarezza. Il Consigliere regionale Stefano Scaramelli è membro del Direttivo Nazionale del Partito Democratico ed intervenendo sulla lista dei 100 maggiori debitori di Mps spiega "Sapere chi sono i 100 debitori principali di Mps? Non è sufficiente.

Serve chiedere loro il rimborso del proprio debito e avviare un atto vero e diretto di recupero delle somme prestate per dar vita ad un’azione di giustizia sociale, quando Mps sarà di prevalente proprietà pubblica. Bene, quindi, l’intuizione emersa da più parti per chiedere chi siano i primi 100 debitori, ma non basta la curiosità. Serve farsi ridare i soldi prestati. Nessuna forza politica è immune sul piano delle responsabilità del passato.

L’unico che può dirsi estraneo alla vicenda è l’attuale segretario del Pd Matteo Renzi che non aveva responsabilità politiche quando tra il 2009 e il 2011 venivano concessi facili crediti ai soliti grandi, mentre ai piccoli artigiani e ai commercianti veniva impedito di accedere alla leva del credito. Erano anni in cui venivano salvati i crediti delle banche tedesche. Le stesse banche che trovarono fondi in Europa per salvare sé stesse. Oggi c’è il quadro completo delle responsabilità di quegli anni, ecco perché serve andare a fondo.

Con lo stesso spirito con cui a livello regionale è stata fatta una commissione d’inchiesta su Mps si dovrebbe lavorare anche a livello parlamentare. Il Pd di Renzi non può avere dubbi in merito. È un partito guidato da un nuovo gruppo dirigente che si è assunto la responsabilità politica del salvataggio dei risparmi, dei correntisti, degli obbligazionisti, così come della storia della nostra banca e, nel farlo, è corretto che pretenda la verità.

Per solidarietà verso tutti coloro che lavorano in Mps, che già da anni offrono le proprie giornate lavorative, è corretto e doveroso che non appena lo Stato avrà acquisito il controllo della banca i manager abbiano remunerazioni sobrie e in linea con i massimali previsti dalla legge. Al contempo è auspicabile aprire un confronto vero con i livelli comunali e regionali delle istituzioni, non appena definito il nuovo piano industriale, per accompagnare la fase delicata della riorganizzazione della banca che resta sempre e comunque la prima azienda della Toscana".

Allo scopo di svelare i nomi dei debitori insolventi delle banche, il Codacons annuncia una istanza d’accesso al Ministero dell’Economia, Banca d’Italia, Monte dei Paschi di Siena, Banca Popolare di Vicenza, Veneto Banca, e le nuove banche Etruria, Marche, Carife e Carichieti “E’ giunto il momento di rendere noti i nomi di quei soggetti che non hanno saldato i debiti con le banche salvate dallo Stato o attraverso l’azzeramento dei titoli subordinati – spiega il presidente– E’ diritto dei risparmiatori traditi conoscere l’identità dei debitori insolventi, anche ai fini di possibili azioni della magistratura, e in tal senso stiamo per presentare una apposita istanza d’accesso al Ministero dell’economia e Bankitalia, oltre che agli istituto di credito interessatiUna volta ottenuti i nomi dei debitori, sarà nostra cura renderli pubblici e valutare le dovute azioni legali da intraprendere a tutela dei piccoli investitori danneggiati” Alla base dell’iniziativa dell’associazione, il diritto alla trasparenza riconosciuto in Italia dalla legge 241/90, e che consente al Codacons che in Italia rappresenta il maggior numero di risparmiatori danneggiati tra Mps, Etruria, Bpvi, ecc., di attivarsi in tal senso a difesa dei propri assistiti.

Tra i consumatori serpeggia il desiderio di una totale trasparenza non solo sui nomi dei debitori. Sempre il dottor Pedone di Aduc analizza il testo dell'intervista a Il Mattino “Io chiedo - dice Antonio Patuelli - a titolo personale che vengano resi noti i primi 100 debitori insolventi delle banche che sono state salvate. E per farlo, penso al varo di una norma di legge sia per le banche risolute sia per quelle preventivamente salvate dallo Stato.

Bisognerebbe cioè fare un’eccezione alle attuali regole della privacy proprio alla luce del fatto che si tratta di banche nelle quali sul piano della risoluzione o del salvataggio preventivo è intervenuto lo Stato o le altre banche e i risparmiatori”. La domanda del responsabile economico di Aduc: "Come è possibile che il presidente delle banche italiane faccia una proposta così strampalata? E’ noto, infatti, che già dal 2011 le persone giuridiche non hanno tutela alla privacy.

E’ più che ragionevole ritenere che fra i primi 100 creditori di una grande banca non vi sia nessuna persona fisica. In buona sostanza Patuelli ha preso un granchio sul piano giuridico e questa la dice lunga sulla qualità delle nostre classi dirigenti, in senso lato". Venendo nel merito della proposta. "Se si esaurisce nel pubblicare i 100 nomi e nel fare una piccola gogna pubblica, la cosa non servirà a niente. E’ ovvio che maggiori informazioni sono disponibili al controllo diffuso, e meglio è.

Quindi va benissimo pubblicare i nomi delle 100 persone giuridiche che non hanno restituito i prestiti ricevuti, ma questo non servirà a fare chiarezza sulle ragioni per le quali il Monte dei Paschi di Siena ha un così elevato numero di sofferenze rispetto alla media del sistema bancario. Fa specie che sia proprio il presidente delle banche italiane a lanciare una proposta del genere, come se la responsabilità di prestare soldi ad aziende che non sono state in grado di restituirle sia degli imprenditori che hanno chiesto questi soldi e non delle banche che non hanno saputo valutare le richieste.

Vogliamo far finta che molti di quei crediti concessi facilmente non siano frutto di un sistema di relazioni che vedono i banchieri perfettamente consapevoli e coinvolti? Vogliamo raccontare la favola dei banchieri ingannati? Se vogliamo essere credibili dobbiamo riconoscere che la causa principale dell’esplosione delle sofferenze bancarie, a livello d’intero sistema bancario, risiede nella lunghissima crisi economica.

Questo non toglie però che, specialmente in alcune banche, una parte rilevante dei prestiti veniva (ed in parte viene ancora oggi) concessa per questioni di relazioni ed intrecci di varia natura fra imprenditori e banchieri. La causa principale di questa seconda parte del problema risiede nel fatto che il nostro sistema di regole (scritte, ma soprattutto quelle non scritte, frutto dello stratificarsi dell’evoluzione del sistema-paese), a partire dal sistema giudiziario, assicura una sorta di “impunità di fatto” a coloro che attuano questi comportamenti.

Nella grande maggioranza dei casi il loro interesse personale non coincide -e spesso diverge- da quello delle banche che guidano. Per usare un’espressione cara a Nicolas Taleb, non hanno “la pelle nel gioco” (skin in the game), ovvero coloro che prendono le decisioni più importanti nelle banche hanno i loro principali interessi (anche quelli economici) disgiunti dal successo di medio/lungo termine dell’azienda nella quale lavorano e che talvolta guidano. Spesso questi banchieri rispondono a persone che li hanno piazzati in quei posti .

Sanno che quando smetteranno di guidare quella banca avranno bisogno di sfruttare la riconoscenza di qualcuno per piazzarsi da qualche altra parte. Non di rado ci sono semplicemente questioni di pura e semplice corruzione. Insomma, il solito carosello del peggio che l’essere umano riesce a mettere in campo quando ha la ragionevole aspettativa che, molto difficilmente, pagherà un prezzo per i danni che produce. Se vogliamo ridurre i casi di prestiti concessi a persone che non se lo meritano, la prima cosa è modificare i criteri di selezione dei manager delle banche e –soprattutto– impostare criteri di retribuzione che guardino ai risultati di medio e lungo termine, facendo in modo che nel caso in cui la banca incontra momenti di grave difficoltà, i primi a pagare, anche e soprattutto economicamente, siano coloro che quelle banche le guidavano".

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