Bancarotta fraudolenta: indagini su società cooperative toscane di trasporto merci

Le cooperative venivano utilizzate come “casseforti”, da cui prelevare continuamente denaro sotto forma di ingenti compensi del tutto ingiustificati

Redazione Nove da Firenze
Redazione Nove da Firenze
18 gennaio 2019 11:33
Bancarotta fraudolenta: indagini su società cooperative toscane di trasporto merci

Dalle prime luci dell’alba, i Finanzieri del Comando Provinciale di Firenze stanno dando esecuzione, nelle province di Firenze, Prato e Livorno e in Campania, a un’ordinanza di misura cautelare personale degli arresti domiciliari, emessa dal Giudice delle Indagini Preliminari presso il Tribunale di Firenze - Dott.ssa Antonella Zatini, su richiesta della Procura della Repubblica di Firenze, nei confronti di 2 imprenditori (C.G. di anni 49, C.E. di anni 71, residenti, rispettivamente, nel fiorentino e nel pratese) indagati, insieme ad altri, in relazione a diverse fattispecie di bancarotta fallimentare fraudolenta, appropriazione indebita, occultamento e distruzione di documentazione contabile fiscale e auto riciclaggio.

L’attività in argomento scaturisce da complesse indagini condotte dal Gruppo di Firenze nei confronti di 4 società cooperative toscane, 3 delle quali fallite, operanti nel settore del trasporto di merci su strada e di servizi logistici relativi alla distribuzione delle merci.

Gli accertamenti di natura economico-finanziaria svolti hanno messo in luce che le cooperative facevano parte di un complesso ed articolato sistema di frode che coinvolgeva anche alcune società di capitali operanti principalmente in provincia di Firenze, tutte di fatto gestite dal dominus del sistema e da un suo uomo di fiducia, oggi arrestati, create sostanzialmente al solo fine di non versare le imposte (solo l’IVA dovuta allo Stato e non versata ammonta a più di 3,5 milioni di euro) attraverso l’utilizzo di vari espedienti contabili quali: indebite compensazioni di imposte per più di 4 milioni di euro; omesse ed infedeli dichiarazioni dei redditi ed IVA; occultamento o distruzione di documentazione contabile.

Tali cooperative venivano inoltre utilizzate come “casseforti”, da cui prelevare continuamente denaro sotto forma di ingenti compensi del tutto ingiustificati o attraverso l’accensione di carte prepagate fittiziamente intestate a soggetti nullatenenti compiacenti, per un totale di più di 3 milioni di euro.

Il meccanismo di frode consentiva il mantenimento di un elevato tenore di vita agli indagati, come dimostra, tra l’altro, il contemporaneo noleggio a nome delle società gestite, già in sofferenza, di due vetture di lusso (entrambe Porsche) in uso esclusivo al principale soggetto indagato.

Parte dei proventi degli illeciti commessi sono stati poi dirottati anche all’estero, con la creazione ad hoc di società in Romania e nella Repubblica Domenicana.

Complessivamente, l’azione di servizio svolta dalle Fiamme Gialle del Gruppo di Firenze per acquisire il quadro probatorio che ha consentito di emettere i provvedimenti cautelari eseguiti stamane sono consistiti nell’esecuzione di 3 verifiche fiscali, intercettazioni telefoniche, 4 controlli tributari e altre attività varie di polizia giudiziaria, costituendo la seconda parte di un primo filone di indagine concluso nel 2018, che aveva già portato alla contestazione di violazioni penali tributarie e all’esecuzione di un provvedimento di sequestro preventivo finalizzato alla confisca per equivalente emesso dall’A.G. competente per più di 8 milioni di euro, equivalenti al solo risparmio d’imposta ottenuto dagli imprenditori. Durante l’esecuzione delle attività di quest’oggi, sono stati sequestrati anche orologi di pregio, conti correnti, veicoli, immobili e terreni dislocati tra la Toscana, la Campania, la Puglia e la Sicilia.

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